L’artista dai mille volti

Giovanni Testori, pittore, scrittore, drammaturgo, storico dell’arte, critico letterario,

nasce il 12 maggio 1923, a Novate Milanese, in una famiglia profondamente cattolica,

infatti esprime in tutte le sue opere un forte legame con la religione.

Un tema centrale della sua produzione fu la croce e la crocifissione studiati da Testori per tutta

la sua vita come drammaturgo, poeta e pittore.

Approfondì I Promessi Sposi del Manzoni e le opere del Caravaggio, artisti che esprimevano

Il loro sentire cristiano, la loro profonda religiosità vissuta con tensione, dubbi, bestemmie e

pentimenti. Un esempio di questa sua tensione la troviamo nell’opera di Testori “ il dio di Roserio”

nella quale racconta il mondo degli umili, dei degradati mescolando milanese e lombardo, dando

voce al mondo violento squarciato da lampi di poesia. Quest’opera fa parte di del volume “ Il ponte

della Ghisolfa”. Seguirono poi le opere del ciclo” I Segreti di Milano”, partendo dal Ponte della

Ghisolfa, la Gilda del Mac Mahon, la Maria Brusca, l’Arialda e il Fabbricone nel quale l’artista

tratteggia le vicende umane della periferia milanese di quegli anni.

Durante la guerra iniziò a collaborare con la rivista “ Via Consolare” fondata da Armando

Romagnoli e fu segnalato per delle sue recensioni sull’arte.

Nel 1946 si laureò in lettere dedicando la sua tesi all’Estetica del Surrealismo.

La sua principale opera è del 1960: “ L’Arialda” che suscitò scandalo per la sua presunta oscenità,

venata di tematiche omosessuali. Lo scandalo contribuì a far conoscere l’opera di Testori al grande

pubblico, il quale utilizzava un linguaggio originale mescolando termini lombardi, inglesi e

francesi. Importanti in questo senso le tre opere teatrali racchiuse sotto la Trilogia degli

Scarrozzanti: L’Ambleto ( 1972 ), il Macbetto ( 1974 ) ed Edipus.

Dopo tre testi con la composizione di una nuova trilogia: Conversazione con la morte ( 1978),

Interrogatorio a Maria ( 1979 ) e Factum est ( 1981 ) si realizza la conversione cattolica di Testori.

Dal 1977 collabora al Corriere della Sera succedendo a Pasolini, prima come commentatore e poi

come responsabile della pagina artistica.

Nel 1984 diresse l’opera tratta dal suo romanzo Erodiade, collaborò con l’attore Franco Branciaroli.

Negli ultimi anni fino alla sua morte avvenuta nel 1993, scrisse e diresse opere teatrali. Il paese

Varazze realizzò in sua memoria un momento antistante il complesso monumentale del Sacro

Monte e la regione Lombardia nel 2013, gli dedicò l’auditorium.

                         Emanuele Dall’Asta