“Non c’è limite al peggio. Il Partito democratico a Roma detta là regole per la riduzione delle anticipazioni sui budget delle strutture socio sanitarie, mentre in Lombardia si accanisce contro la Regione perché subisce quelle stesse regole. Delle due l’una: o stiamo assistendo ad un becero gioco delle parti per celare le misure quantomeno discutibili dell maggioranza PD/M5S, oppure il principale partito del centro sinistra sta vivendo una fase schizofrenica sulle spalle delle Regioni”.
Lo affermano il presidente della Commissione sanità del consiglio regionale della Lombardia Emanuele Monti e la Vice Presidente Simona Tironi, rispondendo al Gruppo PD della Lombardia.
“Un’attenta e approfondita lettura del DL “Rilancio” – spiegano Monti e Tironi – non lascia spazio ad equivoci e strumentalizzazioni. Le strutture per le quali è previsto la commisurazione degli acconti al 90 per cento, secondo il DL del Governo, non riguarda solo quelle sanitarie ma tutte “le accreditate che hanno registrato una riduzione delle attività. Quindi anche le RSA”.
“Questo riferimento – aggiungono – ha colto di sorpresa anche Regione Lombardia che, invece, il 26 maggio scorso aveva sancito la soglia di anticipazione sulle attività del 2020 al 95 per cento, proprio in considerazione della fase così delicata che stanno attraversando le strutture residenziali per anziani. Chiederemo in ogni caso all’assessorato al Welfare l’attivazione in tempi rapidi di un momento di confronto con il Ministero della Salute affinché si possa tornare ad attuare la decisione che Regione Lombardia aveva già formalizzando, anticipando alle RSA ed RSD il 95 per cento delle quote”.
“Invitiamo i consiglieri del PD Lombardo e i rappresentanti delle strutture – concludono – ad agire nei confronti del Parlamento affinché in fase di conversione del Decreto si riveda questa norma penalizzante”.
Carla Bruni