Se fino ad oggi i contribuenti passivi IVA hanno compilato la scheda carburante ai fini di beneficiare della deduzione del costo della benzina e per poter detrarre l’IVA, a partire dal 1° luglio 2018 non sarà più necessario.

Dopo circa 40 anni di onorato servizio la scheda carburante va quindi in pensione e passa il testimone alla fattura elettronica: gli acquisti di carburante per autotrazione effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione da parte di soggetti passivi IVA dovranno essere documentati con la fattura elettronica. La finalità del passaggio da scheda carburante a fatturazione elettronica è ben chiara. Essa rientra nell’ambito del contrasto alle frodi IVA su idrocarburi e carburanti. E’ infatti nota la criticità connessa alla diffusa disinvoltura compilativa, dovuta a timbrature compulsive, delle schede carburante che da tempo ha attirato l’attenzione dell’Amministrazione finanziaria. Dato che la scheda carburante è un documento assimilato alla fattura, le indagini del Fisco hanno nel tempo condotto a contestare ai contribuenti la falsità materiale del documento, con ripercussioni anche in ambito penale a causa del “gonfiamento” di quei costi che certificano operazioni economiche oggettivamente inesistenti per sovrafatturazione. La notizia lieta per i contribuenti è la fine dell’ansia burocratica nel dover compilare queste schede, per evitare contestazioni, con maggiore precisione di un testamento olografo. Infatti, la detrazione dell’IVA relativa al carburante e la deduzione dei costi sono da sempre subordinate ad una loro sottoscrizione e completa compilazione in ogni loro parte, nonché alla presenza di tutti i dati idonei ad identificare chilometraggi percorsi, veicolo e dati del gestore del distributore. A seguito di tale nuova impostazione vengono conseguentemente modificate anche le regole fiscali che governano tali operazioni sia sotto il profilo delle imposte dirette sia con riferimento alla disciplina dell’IVA. In sostanza, per ottenere la deducibilità del costo e la detraibilità dell’IVA, sarà necessario provare l’avvenuta effettuazione dell’operazione mediante pagamento con carte di credito, carte di debito (bancomat) o carte prepagate. Si tratta di una disposizione di legge destinata a stravolgere le abitudini dei contribuenti che usano l’auto o altri mezzi per motivi di lavoro. Soprattutto inizialmente, fino a quando gli strumenti tecnologici non lo permetteranno, sarà difficile o forse impossibile ottenere la fattura elettronica per un rifornimento ad una stazione sia se serviti che in self service. Attualmente non è immaginabile che il benzinaio possa emettere fatture elettroniche in tempo reale. Di conseguenze, si consiglia di iniziare ad attivare una carta e/o un utenza della compagnia petrolifera presso i cui distributori ci si rifornisce, con quella si pagano i rifornimenti; a fine mese verrà automaticamente emessa la fattura riepilogativa, solo elettronica a partire dal prossimo 1° luglio.