74° anniversario della Festa della Repubblica

74° anniversario della Festa della Repubblica

In ricorrenza alla 74° Festa della Fondazione della Repubblica, quest’anno, a seguito dell’emergenza Coronavirus e conformemente a quanto stabilito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, verrà celebrata in tutte le città d’Italia in forma ristrettissima e nel pieno del rispetto delle disposizioni sul distanziamento sociale e sulla tutela delle persone.

La cerimonia si terrà presso il Cortile del Broletto nella città di Brescia ed avrà il seguente programma con inizio alle ore 09.30:

  • Alzabandiera
  • Inno di Mameli
  • Lettura da parte del Prefetto di Brescia Attilio Visconti del messaggio del Presidente della Repubblica

Per onorare i caduti la cerimonia sarà preceduta, alle ore 09.15, dalla deposizione di un omaggio floreale presso la lapide dei caduti sito nel portico di Piazza Loggia alla sola presenza del Prefetto, Sindaco, Presidente della Provincia, Questore, Sig. Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Sig. Comandante Provinciale della guardia di Finanza e Comandante del Presidio Militare.

 

Comunicato stampa Prefettura di Brescia

Impresa culturale: ZED! con ATIP,  i teatri uniti nella crisi

Impresa culturale: ZED! con ATIP, i teatri uniti nella crisi

Sono 14 i grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro.

A quasi tre mesi dall’esplosione della pandemia Covid-19, il settore Privato dello Spettacolo dal vivo denuncia il proprio stato di crisi tramite l’Atip, neonata Associazione Teatri Italiani Privati, tra i cui soci fondatori è presente anche l’azienda ZED!, proprietaria del Gran Teatro Geox a Padova e del Gran Teatro Morato a Brescia, che vede in prima linea Valeria Arzenton la quale da settimane promuove soluzioni pilota per un ‘Teatro Covid-Free’.

“Le azioni condotte fin qui dal Governo non consentono la riapertura dei Teatri Privati italiani. L’ATIP chiede al più presto un piano di intervento che accompagni le Imprese Culturali private durante questo indefinito periodo di chiusura delle attività di Spettacolo dal vivo. Nonostante il grande sforzo compiuto dal Governo e dalle Istituzioni scientifiche e sanitarie per mettere a punto un piano che ottemperasse alle concrete esigenze e bisogni delle Imprese di Cultura e Spettacolo dal vivo, riceviamo un protocollo di cosiddetta “riapertura” che risulta a dir poco inconsistente e totalmente scollato dalla realtà operativa del settore”.

Sono 14 i grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro. Dall’Augusteo di Napoli al Celebrazioni di Bologna, passando per Gran Teatro Geox a Padova e Gran Teatro Morato a Brescia, il Colosseo di Torino, il Sistina tra quelli di Roma e il Verdi a Firenze, tutti uniti in una richiesta: “Serve una presa d’atto da parte delle Istituzioni sul fatto che il comparto dello Spettacolo dal vivo dovrà restare forzatamente inattivo almeno fino al pieno ritorno alla normalità. ATIP chiede di conoscere nel dettaglio i criteri di divisione del Fondo Emergenze Spettacolo e Cinema istituito dal decreto Cura Italia ed incrementato dal Decreto Rilancio, tra Istituzioni Pubbliche e Imprese Private. Nello specifico si chiede di conoscere la percentuale che verrà destinata agli Enti Lirico-Sinfonici, ai Teatri Pubblici, al settore Cinema e audiovisivo, rispetto a quella rivolta Teatri privati”.

ATIP sottolinea che l’eventuale chiusura delle Imprese di spettacolo private avrà come conseguenza immediata il licenziamento di migliaia e migliaia di lavoratori del comparto e dell’indotto. Senza una presa d’atto che per i Teatri Privati si debba già pensare alla fasi 3 e 4, assisteremo alla inevitabile chiusura di molte Imprese del settore.

ATIP e i suoi iscritti restano a totale disposizione delle Istituzioni e auspicano al più presto di essere coinvolti a pieno titolo nelle sedi in cui si sta decidendo il presente e il futuro delle Imprese Private dello Spettacolo dal vivo.

 

20 maggio 1974 – la strage di Piazza Loggia

20 maggio 1974 – la strage di Piazza Loggia

L’orrenda strage di piazza Loggia di quel 28 maggio 1974 con il suo carico di morti e feriti, con l’attacco alla libertà politica e sindacale porta il volto di un Uomo libero, dalla Dignità infinita che perse la moglie e che ho avuto poi l’onore di conoscere appena arrivato a prender casa a Brescia. Manlio Milani.
Oggi nel ricordo di quella strage così come nei prossimi giorni per il 2 giugno, così come abbiamo fatto per la strage di Capaci dobbiamo imparare a dare Volti e Nomi alle Vittime del Terrorismo. Dobbiamo fermarci a riflettere sul Valore della Democrazia Liberale e ringraziare sempre combattenti e martiri della Libertà.
#farememoria. Perché Brescia paga sempre un tributo in termini di Vite Umane quando c’è da battersi per la libertà. E Brescia non dimentica. Non dimentica mai i suoi morti. Per cui basta polemiche sulla “movida”… Uscire la sera a fare aperitivi cene incontri deve tornare a essere un momento di profonda umanità. Di Verità. Di socialità. Il distanziamento fisico andrebbe ripensato in una logica di quantica. E non più una visione meccanica della scienza. La scienza di oggi quella che ha decifrato il DNA può spiegare in modo diverso virus e contagi. Non certo con numeri falsati e approcci incerti che diventano muscolari solo per irrobustire la propria voglia di protagonismo. Alla “Burioni”. Ma questa è un’altra storia. Rispettiamo e piangiamo i nostri morti. Portiamoli nel cuore anche con la nostra voglia di tornare a vivere.

 

a cura di Massimo Lucidi

Nuove strategie a tutela del miele

Nuove strategie a tutela del miele

eccellenza italiana da difendere  dal clima e dalla concorrenza sleale

Cremona, 27 maggio 2020 – Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. È in queste regioni che si concentra il maggior numero di alveari presenti nel nostro Paese: circa 1,5 milioni, il 76% dei quali gestiti da apicoltori commerciali che allevano le api per professione (fonte: elaborazione Osservatorio nazionale miele su dati Ismea).

In Lombardia, nello specifico, si contano 87.391 alveari professionali e 62.176 per autoconsumo per un totale di 149.567. Primeggia su tutti il Piemonte, con un totale di 205.587 seguito dall’Emilia Romagna con 120.201 alveari.

Ogni anno il Bontà, Salone delle eccellenze enogastronomiche dei territori che si terrà presso i padiglioni di CremonaFiere dal 13 al 16 novembre 2020, dedica al miele un ruolo di grande importanza. Infatti, anche quest’anno, in collaborazione con l’Associazione Apiflor, verrà organizzato il concorso dedicato al miele del territorio cremonese, evento giunto alla sua 16ma edizione che attraverso la promozione del prodotto più dolce e naturale intende valorizzare la cultura del territorio.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale miele, l’andamento produttivo e di mercato nel 2019 è stato caratterizzato da una grave perdita per i mieli primaverili, da un’importante flessione dei prezzi e da una difficile collocazione del prodotto sul mercato. “Il clima, con i suoi cambiamenti, rappresenta la grande variabile che può aggravare o migliorare la produzione di miele – afferma Giancarlo Naldi, presidente dell’Osservatorio nazionale miele – se tutta l’agricoltura è ostaggio degli effetti dei cambiamenti climatici, l’apicoltura lo è di più perché nei pochi giorni della fioritura si concentra l’attività delle api e fenomeni legati al vento e/o alle temperature fanno inesorabilmente la differenza”.

In Lombardia il tipo di miele maggiormente diffuso è quello che si ottiene dal tiglio, con una produzione media regionale in kg/alveare che nel 2019 è stata di 7,5 in pianura e di 16 in montagna; segue il castagno con 12,5kg/alveare, l’erba medica, il millefiori di alta montagna delle Alpi, il tarassaco, il millefiori estivo e primaverile, l’acacia. Quest’ultimo, nella provincia di Cremona e Lodi, lo scorso anno ha raggiunto 5-7kg/alveare con alcune punte massime di 10kg/alveare.

Intanto il ministero per le Politiche agricole ha stanziato 2 milioni di euro a tutela del miele italiano e del settore apistico. “Un contributo di cui c’era bisogno – sottolinea Naldi –  che intende seguire tre filoni distinti. Il primo riguarda proprio l’individuazione di strategie che possano attenuare il peso del clima sulla produzione; il secondo guarda alla creazione di un sistema certo di gestione del rischio assicurativo al fine di creare una rete di fonti oggettive sul fenomeno meteorologico che può causare all’apicoltore un danno grave. Il terzo filone su cui ci concentreremo riguarda i prezzi, oggi ridicoli, a cui si vende il miele italiano. Basti ricordare che da settembre 2018 abbiamo registrato una contrazione del 30%, a cui si sommano le difficoltà di collocarlo sul mercato soprattutto a causa della presenza di player internazionali, provenienti soprattutto da Russia e Ucraina, che riescono a piazzare in Europa un prodotto che pretende di assomigliare al nostro senza averne le caratteristiche e che viene venduto a prezzi inferiori”.

Intanto i primi dati elaborati dall’Osservatorio sulla produzione di quest’anno parlano della primavera più secca degli ultimi 60 anni, con il 60% in meno di precipitazioni a livello nazionale e conseguente deficit idrico che in alcune zone d’Italia, soprattutto al nord, ha costretto gli apicoltori a continuare a intervenire con la nutrizione di supporto.

Gli appassionati di miele e chi vuole approfondire le sue conoscenze su questo prodotto naturale e dalle notevoli proprietà organolettiche, potrà trovare al Bontà un percorso virtuoso in cui tuffarsi per scoprire un mondo dolce, ma anche denso di tradizioni e legato profondamente al territorio: un patrimonio da tutelare che il Salone delle eccellenze enogastronomiche dei territori in programma a Cremona da sempre sa valorizzare.

Per informazioni:
Anna Mossini
Giornalista
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Simona Tironi nuovo incarico, membro commissione Antimafia

Simona Tironi nuovo incarico, membro commissione Antimafia

Brescia – Simona Tironi, consigliere regionale già vice presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, nei prossimi giorni farà parte della Commissione Antimafia come rappresentante di Forza Italia. L’avvicendamento all’interno della commissione avverrà con il capogruppo Gianluca Comazzi che invece passerà alla Commissione d’Inchiesta. “Sono orgogliosa che mi abbiano scelto per entrare in questa importante commissione – ha sottolineato Tironi -, ci sarà tanto da imparare e da lavorare. Cercherò con la serietà che mi contraddistingue di portare avanti tutto il lavoro fatto fino ad oggi da Comazzi. Per me sarà un nuovo stimolo, questa è una commissione “speciale” dove si dovrà trattare di temi importanti come anticorruzione, trasparenza e legalità. Temi che da sempre sento molto vicini. Ma continuerò a lavorare con tutta la mia forza e tutto il mio impegno come vice presidente nella Commissione Sanità. Stiamo vivendo un momento difficile e delicato e per questa ragione il lavoro della commissione è ancora più impegnativo di prima”.