AZIENDA AGRICOLA I TRE POGGI  OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

AZIENDA AGRICOLA I TRE POGGI OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

Dalla sinergia tra la CVCG (Cooperativa Vitivinicola di Cellatica – Gussago) e la Toscana, nasce la possibilità per gli amanti dell’olio extravergine di qualità di poter apprezzare e gustare l’olio Extravergine d’Oliva Toscano Tre Poggi, perfetto per esaltare i sapori di qualsiasi tipologia di piatto.

Direttamente nella Sede della CVCG di Cellatica potrete trovare sia le eleganti confezioni in bottiglia da 50 cl oppure le confezioni in latta da 3 litri.

L’olio Extravergine d’Oliva Toscano IGP dell’Azienda i Tre Poggi è un olio estratto rigorosamente a freddo, conservato in serbatoi dedicati a temperatura controllata e subito imbottigliato. Una selezione di varietà di olive toscane per eccellenza.

Dal caratteristico colore verde con riflessi dorati, fruttato, dal gusto marcato e deciso con sentori di erba e mandorla fresca, caratterizzato dal tipico gusto amarognolo del carciofo.

Grazie al suo equilibrio fra amaro e piccante, è perfetto per esaltare i sapori di qualsiasi tipo di piatto.

Potete trovare l’olio presso:
Cooperativa Vitivinicola Cellatica Gussago
Via Caporalino 25, 25060 Cellatica (BS)
Tel: +39 030 2522418
Website: www.cvcgwine.it
Website: www.i3poggi.it
Facebook & Instagram: @i3poggi

MAURIZIO MIRI CREATIVITÀ E PASSIONE

MAURIZIO MIRI CREATIVITÀ E PASSIONE

Come stai vivendo questo lockdown?
Sicuramente, dal punto di vista personale, lo stare a casa con la mia famiglia mi ha fatto riscoprire il piacere di condividere più tempo con mia moglie e i miei figli.

Lavorativamente parlando mi ha dato modo di riflettere su come dovrà essere il mio nuovo modello di business; più servizio ai clienti, migliore organizzazione e accorciare la filiera produttiva per avere più contatto con la realtà.
Inoltre ho deciso di metterci la faccia! Da una settimana sono partito con il raccontare chi sono tramite un appuntamento live in instagram sul mio account @mauriziomiriofficial, appuntamento che si chiamerà “un pirlo dal miri”.

A seguito del grande successo lo riproporrò 3/4 volte al mese: racconterò il mio pensiero/processo creativo e in ogni live ci saranno ospiti/amici del calibro di Roy Paci (già ospite della prima puntata).

Ho capito che lo story telling del mio brand è cosa che interessa molto sia ai miei clienti wholesale ma soprattutto i clienti retail. Oggi, se hai un brand, sei obbligato a raccontare la storia da cui esso nasce e la visione in cui esso si evolve.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Beh, innanzitutto l’utilizzo dello smart working è stato sicuramente un fattore importante in questi due mesi; mi ha dato la possibilità di continuare a lavorare, e in molti casi di lavorare anche meglio.

Sto valorizzando i rapporti umani confrontandomi di più con le persone, cerco di stringere partnership con fornitori clienti e colleghi, in modo da rafforzare l’azione di lavoro, che sicuramente risulta maggiore e più efficace se attuata in gruppo piuttosto che da soli.

Il tuo brand fornisce molte aziende. Che azioni avete intrapreso per affrontare que- sta crisi?
Il servizio sarà alla base dei nuovi rapporti di lavoro. Si dovranno scegliere oculatamente i propri clienti condividendo con loro un nuovo percorso, camminando uno a fianco all’altro. Quindi alla base di esso, ci dovrà essere chiarezza e rispetto.

Questa premessa è di rigore visto che ognuno dovrà fare la sua parte: saranno richiesti sacrifici a tutti i protagonisti del business, ci si darà una mano a vicenda, solo così si potrà far fronte alle nuove sfide che ci troveremo ad affrontare.

Come cambierà il mondo della moda secondo Mau- rizio Miri?
Il coro che si è alzato dagli addetti al lavoro è unanime, sobrietà!

Ci sarà un ritorno alla qualità intrinseca del capo, ai valori veri legati all’artigianalità caratteristica fondamentale del Made in Italy.

A supporto di questa tesi vi sono le interviste dei grandi brand, degli stilisti più importanti che stanno preparando collezioni più pulite, meno fronzoli, un inno al bello e al buon gusto.

Sobrietà intesa anche come rallentamento del vortice in cui ci eravamo infilati.

La nuova parola d’ordine sarà non più “fast fashion” ma “slow fashion”, poiché la qualità si raggiunge con i giusti tempi, la fretta è nemica del ben fatto!

Cosa ti è mancato maggiormente in que- sto periodo?
Due cose fondamentali: la possibilità di esprimere la mia creatività tramite il mio lavoro, quindi la realizzazione della nuova collezione p/e 21 che, tuttavia, dal 4 maggio ho potuto riprendere in mano, e il contatto con i miei clienti, andandoli a trovare, cosa che prima facevo continuamente, confrontandomi con loro tramite un interscambio di idee e di visioni da condividere assieme.

La prima cosa che farai quando il lockdown finirà?
A conferma di ciò che dicevo prima, farò un bel giro clienti, è importante farsi vedere, essere presenti soprattutto nei momenti di difficoltà e non farli sentire soli, infine mi tufferò a capofitto nel mio lavoro creativo, il terreno a me più congeniale per esprimere al meglio me stesso.

L’ICTUS NELL’ERA COVID – INTERVISTA A MAURO MAGONI

L’ICTUS NELL’ERA COVID – INTERVISTA A MAURO MAGONI

L’ictus cerebrale rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità: un triste primato. In Italia ogni anno, circa 185 mila persone vengono colpite da ICTUS cerebrale. Di queste 150 mila sono i nuovi casi, mentre 35 mila sono gli ICTUS che si ripetono dopo il primo episodio. In provincia di Brescia ci sono circa tre mila casi di ictus all’anno, e l’incidenza è proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi aumenta gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni. L’ictus può essere ischemico (80% dei casi) legato all’occlusione di un’arteria cerebrale, o emorragico (20% dei casi) dovuto alla rottura di un vaso cerebrale. Il nuovo Coronavirus, Covid-19, è entrato prepotentemente nella vita di ognuno di noi e le sue complicazioni hanno interessato anche il versante neurologico, ed in particolare quello delle malattie cerebrovascolari.
Nonostante ciò, nessun paziente è mai stato abbandonato a sé stesso, come ci conferma il Direttore della Neurologia Vascolare e del Dipar- timento di Scienze Neurologiche e della Visione dell’ASST Spedali Civili di Brescia, dott. Mauro Magoni.

Il reparto che dirige è un importante centro Hub Regionale e un punto di riferimento in tutta Italia per la terapia acuta contro l’ictus ischemico, grazie alla quale la prognosi del paziente è nettamente migliorata. Ci può spiegare meglio di cosa si tratta?
«Grazie all’utilizzo di un farmaco trombolitico che scioglie il trombo e alla possibilità di eseguire la trombectomia meccanica nell’occlusione dei grossi vasi, ovvero di entrare nell’arteria aspirando il coagulo che ostruisce il flusso, abbiamo avuto un netto miglioramento della prognosi del paziente colpito da ictus, che può anche avere un recupero completo del deficit neurologico. Questa doppia terapia si chiama Terapia Combinata, che è possibile se il paziente giunge rapidamente in ospedale, entro le sei ore dall’esordio dei sintomi».

E se ciò non dovesse avvenire?
«Nel caso in cui il paziente non dovesse giungere in ospedale in tempo per effettuare la Terapia Combinata, si procederà con il ricovero in Stroke Unit e con la somministrazione della terapia farmacologica adeguata. Il tutto accompagnato dal monitoraggio accurato del paziente, importante per scongiurare le possibili complicanze, come la polmonite, l’infarto cardiaco od un’embolia polmonare, che potrebbero portare al decesso del paziente».

Quanti pazienti sono stati trattati lo scorso anno con la Terapia Combinata?
«Dagli ultimi dati disponibili, il 33% dei ricoverati è stato trattato con questa terapia».

Da alcuni studi emerge una correlazione tra infezione da covid-19 e patologie cerebro-vascolari. È così?
«Purtroppo sì: abbiamo osservato che ci sono stati casi di pazienti covid positivi che hanno avuto un ictus legato proprio all’infezione. Il covid-19, infatti, determina un’alterazione dei fattori della coagulazione e un’iper-infiammazione, generando complicanze quali l’ictus, ma anche l’embolia polmonare e l’infarto cardiaco. A questi pazienti covid positivi, le terapie effettuate, purtroppo, non sempre hanno sortito gli effetti desiderati».

In che senso?
«Un paziente covid positivo, spesso parte già con un quadro clinico devastante, aggravato, per giunta, dalla complicanza dell’ictus. Se un paziente con insufficienza respiratoria da covid viene colpito da ictus e, spesso, presenta anche fenomeni di tipo emorragico a livello cerebrale, allora nono- stante le terapie il tasso di mortalità sale e può raggiungere valori dieci volte superiore rispetto ad un paziente in condizioni normali, ovvero covid negativo».

Direttore come è stato affrontata la gestione del paziente covid positivo con complicanze neurologiche agli Spedali Civili?
«Noi abbiamo riconvertito sedici posti letto neurologici in un’unità covid separata. In questo modo abbiamo potuto sempre garantire un doppio percorso e trattamento ai pazienti covid positivi e a quelli negativi, anche durante la fase più critica dell’emergenza. Tuttora è presente un percorso neurologico sparato per il paziente covid positivo e ciò garantisce da un punto di vista infettivologico il paziente negativo».

SIMONE CAMPETTI – HAIR STYLIST

SIMONE CAMPETTI – HAIR STYLIST

Da quanto tempo fai questo lavoro?
Sono 30 anni che faccio questo lavoro, dall’età di 15 anni. La nostra attività è storica, sono 90 anni che abbiamo il negozio. Il fondatore è stato mio nonno poi ha passato l’attività a mio papà e adesso ci sono io.

Come hai iniziato?
Ho iniziato guardando mio papà e mi sono appassionato subito a questo lavoro. E’ stato lui il mio vero maestro, mi ha insegnato l’arte del mestiere.

Cosa ti ha insegnato questa quarantena?
Mi ha fatto capire quanto mi piace questo lavoro.

Sei rimasto in contatto con i tuoi clienti?
Si, sono rimasto in contatto anche perché con il nostro lavoro si instaura un rapporto d’amicizia.

Cosa ti manca di più?
Mi manca vedere il cliente soddisfatto per il lavoro svolto. Il nostro lavoro è un’arte, una passione.

Un messaggio per i tuoi colleghi?
Ai miei colleghi auguro tanto bene e di continuare con la solita passione che ci contraddistingue, sono sicuro che ritorneremo più forti di prima.

Un messaggio a tutti i commercianti?
In questo momento dove tante attività sono rimaste chiuse sono sicuro che con la forza di volontà e la passione torneremo ad essere un punto di riferimento per il paese.

Mai come in questo momento la gente apprezzerà la bottega di vicinato dove trovi veri professionisti.

La cosa che farai appena sarà finito tutto?
Appena sarà finito tutto (spero presto) vorrei gustarmi un buon caffè come solo a San Zeno sanno fare.

VALENTINA TAFFERINI – TALENTO E BELLEZZA

VALENTINA TAFFERINI – TALENTO E BELLEZZA

Com’era la tua vita prima della quarantena?
Ho sempre vissuto per il mio lavoro e prima dello scoppio di questa pandemia mi trovavo con il mio show a Mumbai, sono rientrata in Italia a metà febbraio, sarei poi dovuta andare in Olanda ed Inghilterra… e invece.

Cosa ti manca di più?
Mi manca l’adrenalina da palco, viaggiare e i bei momenti con le mie amiche.

Come stai passando queste giornate?
Le mie giornate in quarantena le sto passando serenamente, mi piace cucinare (i primi in particolare), creare costumi nuovi e coccolare il mio cane.

Cosa farai appena si potrà uscire?
Appena si potrà , vorrei fare una bella cena con tutti i miei amici.

Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
A non rimandare di troppo quello che si può fare nell’immediato.

Gli artisti sotto stress hanno sempre nuove idee, è capitato anche a te?
Per me questo è stato un buon periodo creativo proprio perché sono a casa in relax.

Un messaggio ai nostri lettori?
Non finite questa quarantena senza aver imparato qualcosa che non sapevate fare prima!

Un messaggio per i tuoi colleghi?
Usate questo periodo per creare qualcosa di nuovo, qualcosa che faccia la differenza per quando torneremo sul nostro caro palco.