CASTREZZATO il 10° Rally MOTORI up di Franciacorta

Il 10° Rally di Franciacorta gara di apertura della stagione che si è corso nell’ultimo fine settimana all’Autodromo “Daniel Bonara”, ha un podio tutto bresciano.

Il Rally di Franciacorta è il primo dei quattro appuntamenti: Rally Franciacorta 9/10/11 Febbraio, Rally Adria Show 24/25 Febbraio Adria, Motors Rally Show 10/11 Marzo a Pavia e 11° Rally di Franciacorta coeff 1.5 il 03/04/ Novembre) del Trofeo Michelin. Sul gradino più alto l’esperto Luca Pedersoli navigato da Anna Tomasi su Citroen C4wrc (Dmax Racing) vettura che risponde alle passate normative wrc che permettevano i potenti motori 2000 cc turbo. Al secondo posto la sorpresa della gara il veloce Ilario Bondioni navigato da Cola Sabina,moglie dell’indimenticato Tommaso Rocco, su Skoda Fabia della “DP Autosport” di Alessandro Pedrocchi, (19”55) e terzo la speranza bresciana (30”77) Andrea Mabellini (ha imparato a correre sul simulatore) e Lenzi Virginia al debutto con la Hunday i 20 della Mirabella Mille Miglia. Trentasei anni in due, la Hunday i20 R5 ha le stesse configurazioni che ha corso Sarrazin all’ultimo Rally di Montecarlo. Quindi un podio bresciano coniugato al passato (Pedersoli), presente (Bondioni) e futuro (Mabellini). Luca Pedersoli iscrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro della gara franciacortina, è in buona compagnia con Piero Longhi, ultimo vincitore, Felice Re, Luca Rossetti, Alex Perico e Alfonso Di Benedetto. La gara, ottimamente organizzata da patron Ettore Bonara coadiuvato dal direttore di gara Gianluca Marotta, si è conclusa con la disputa del “Franciacorta Event Daniel Bonara” Tribute dove hanno partecipato tutti gli equipaggi nel classico uno contro uno. La prova si è svolta lungo il rettifilo principale per un totale di km 2,8 (sfida a coppie con eliminazione, quindi ottavi,quarti semifinali e finali) i migliori sedici equipaggi partecipano alle fasi finali. A vincere è stato ancora Luca Pedersoli e Anna Tomasi che ha battuto in finale Mirko Puricelli e Matteo Magni. La cronaca del “10° Franciacorta Rally Show” vede al via ben 56 equipaggi, assenti giustificati pur iscritti ma colpiti da una forma influenzale Mirko Zanardini, Pierfranco Uzzeni, Sergio Terni e Gian Maria Gabbiani. Dopo la prima prova di venerdi sera arriva l’abbandono di Luca Tosini che ha stallonato una ruota si è trovato in ritardo di un minuto e ha preferito abbandonare la gara nonostante le insistenze del team manager Alessandro Perico che lo ha incitato a rientrare. Nulla da fare, cosi è venuto a mancare un sicuro protagonista della gara. Al via con il numero 1 il siciliano Andrea Nucita che “fresco” del Monte ha corso con Sara Cotone, con la 124 Abarth che gli ha dato qualche piccolo problema. Ben 5 prove che hanno visto tre “padroni” la prima ps a vantaggio del siciliano Alfonso Di Benedetto sotto i riflettori, le tre ps principali della seconda giornata sono in mano al “Pede” e l’ultima della giornata della promessa dei rally il portacolori della scuderia “Mirabella Mille Miglia” Andrea Mabellini. Sfortuna per Alessandro Re che quando era in proiezione podio si è dovuto ritirare, ma pronto riscatto in semifinale del “Tribute Daniel Bonara”.

Record è Cucine: “La Prima” a Brescia!

Finalmente anche a Brescia arriva il design moderno e l’innovazione in cucina, proposti all’interno di un’ esperienza di ascolto e progettazione attenta ai sogni di tutti i nuovi chef. Con l’apertura del primo store “Record è Cucine” in viale Sant’Eufemia 33, il sogno di una cucina capace di coniugare l’essenzialità di linee e colori contemporanei con la massima funzionalità diventa reale. Tutti potranno toccare con mano la qualità del made in Italy e sentirsi accompagnati nel percorso di scelta della cucina più adatta alle proprie esigenze. Infatti “Record è Cucine” si prende cura dei desideri dei propri clienti e offre loro una progettazione completa dell’ambiente inclusa ”illuminazione, finiture e accessori vari”. L’apertura dello spazio espositivo di “Record è Cucine” è un’iniziativa del gruppo Metaverso, che, in continuità con il proprio core business legato all’arredamento, ha deciso di investire su un marchio di cucine storico con il quale ha condiviso il progetto, creando un luogo dedicato interamente a questo settore. Lo Store è infatti con tecnologia avanzata il primo in Italia di questo tipo e vuole diventare un punto di riferimento per Brescia e provincia, ed un esempio da replicare. “Record è Cucine” ha già aperto i battenti ed è visitabile dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 19 dal lunedì al sabato. L’inaugurazione per tutti coloro che amano il design e la tecnologia al servizio del buon cibo, si è tenuta venerdì 23 febbraio 2018. Sabato 24 febbraio 2018 è stato presentato uno Show Cooking. “Record è Cucine” è un marchio veneto attivo da quasi quarant’ anni su tutto il territorio nazionale, che da sempre offre un’ampia gamma di cucine in grado di esaudire i desideri di tutte le famiglie, le nuove coppie, i single e di tutti coloro che sognano uno spazio creativo e accogliente in cui gustare in compagnia le proprie creazioni culinarie. Per comprendere le esigenze dei diversi clienti diventa fondamentale l’ascolto; i personal designer sono formati per aiutare ciascuno ad esprimere i propri progetti e per consigliare le migliori soluzioni tenendo conto anche dei tempi di realizzazione e dei budget in modo da ridurre al minimo i disagi. Per questo sono disponibili a seguire i clienti in più incontri di approfondimento così da disegnare insieme un progetto a 360 gradi che permetta loro di iniziare a vivere pienamente la propria casa. “La lunga esperienza di “Record è Cucine” nella produzione di alta gamma si coniuga perfettamente con le nostre competenze di progettazione e di vendita” dice Marco Garbi, Amministratore Delegato del gruppo Metaverso. Per tutti coloro che amano la buona cucina, il benessere e la convivialità creiamo il luogo giusto per far vivere la propria casa con sapore ed emozioni.

Se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi annuali devi adottare la mentalità del mediano.

“Gli italiani perdono le partite come fossero guerre e le guerre come fossero partite.” -W. Churchill

Da qualche settimana sto riflettendo sui miei obiettivi annuali e su un errore che ho commesso più volte nel rincorrerli . E più penso a questo errore e più mi torna in mente un ruolo calcistico: il mediano…

Ve lo ricordate quel brano di Ligabue? “Una vita daa mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni […]. Una vita da mediano, da chi segna sempre poco, che il pallone devi darlo, a chi finalizza il gioco […].”

Diciamocelo, il mediano è lo sfigato di una squadra di calcio, quasi peggio del portiere. Gioca nelle retrovie, è sempre a servizio dei compagni, corre fino a farsi scoppiare i polmoni e quando riesce a passare una buona palla all’attaccante che la infila in porta, non si prende neanche uno straccio di applauso. Un lavoraccio. Chi vorrebbe giocare da mediano? Nessuno. Vogliamo essere tutti degli attaccanti. Vogliamo segnare. Vogliamo la gloria. Sì, vabbé, ho capito: la solita importanza del duro lavoro e del sacrificio per raggiungere i propri obiettivi. No, onestamente in queste settimane stavo riflettendo su altro. C’è infatti una caratteristica del ruolo del mediano che lo contraddistingue rispetto agli altri giocatori e sono sempre più convinto che questa stessa caratteristica sia spesso trascurata quando lavoriamo sui nostri obiettivi.

RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI “Recuperando Palloni”

“Nel calcio come nella vita non basta segnare. Bisogna vincere.”

Alla prossima, Emanuele Zarcone

Giù la maschera Carnevale è finito…

Ogni uomo nasce con un suo volto. Questo volto racconta inevitabilmente chi siamo, da dove veniamo.

Il nostro volto ci inchioda alla storia. La maschera di carnevale è la fuga dalla propria storia, la libertà della propria identità tramite il travestimento un giorno e per quel giorno… Ma ci sono persone che questa maschera la portano sempre. Prima o poi nella vita tutti abbiamo avuto a che fare con delle persone false: un amico o un’amica dal comportamento ambiguo, qualcuno i cui pensieri e sentimenti non sono mai stati davvero chiari o, peggio, alla fine si rivelavano l’esatto opposto di ciò che traspariva in superficie. Quando cade la maschera e scopriamo il vero volto di quello che credevamo un amico, e per questo rientra di diritto nella categoria delle persone false, la delusione e il senso di tradimento possono essere grandi, soprattutto se avevamo investito molto in quel rapporto e credevamo nell’amicizia che ci legava a quella certa persona. Ad esempio il tempo che una persona ti dedica, è uno dei segnali da non sottovalutare, noi per loro magari ci adoperiamo nel momento del bisogno o di divertimento, a far si che facciamo parte della nostra vita, ma alla prima nostra richiesta, accampano scuse. Il modo che hanno di parlare degli altri apostrofandone i difetti è un altro motivo di allerta, poi lo potranno sicuramente fare anche nei vostri confronti. Ma anche come reagisce ai tuoi successi. Dice «Brava! Congratulazioni!», ma le sue labbra si contraggono in una smorfia che sembra più un ghigno che un sorriso. Forse il tuo amico/a non è poi così felice per la tua promozione. Tendono a provare invidia, competizione, queste persone hanno l’abitudine di raccontare bugie, a causa del loro senso di inadeguatezza e inferiorità verso gli altri e con questo a far credere di essere quello che non sono sentendosi sempre un passo avanti a te. Quando con certe persone ti senti a disagio, non sai nemmeno spiegarti ma non ti senti mai completamente te stessa e non riesci ad essere davvero rilassata, un qualcosa ti dice che è meglio non aprirti fino in fondo, ecco questo è il tuo istinto che ti manda questi segnali, di solito non sbaglia, forse è meglio che gli presti ascolto. Nel privato ed in altri periodi che non sia il carnevale, una sorta di maschera ci troviamo inconsciamente a indossarla un po’ tutti.

A Natale ad esempio quando è proprio il detto “a Natale puoi…” Ok, ma cosa? Essere più buoni? Certo il riferimento pubblicitario è rivolto ad un prodotto, ma dovremmo esserlo tutto l’anno, oppure come altra ricorrenza più recente, San Valentino, wow la festa degli innamorati, per chi ha, o ha ancora qualcuno con cui farlo, prodigandoci in cene regali e sorrisi, come se in quel giorno ci sia una sorta di incantesimo dove, si rivaluta la persona accanto, noi stessi, così pure il rapporto, come il migliore che ci sia, soprattutto dopo vari anni e i loro alti e bassi, salvo arrivare al giorno dopo, e fare come all’epifania che tutte le feste… e i buoni propositi… si porta via? Si può essere! Ma è la vita, il tempo che passa e che modifica i rapporti, anche se a volte questa famosa “maschera” in un certo qual modo la indossiamo, ben venga, importante è vivere questi alti e bassi e i buoni propositi, dando un senso allo stare insieme, nel caso specifico dell’amore, andando oltre “le maschere” che si indossano in certi momenti, riuscendo a toglierle… e non essere soli a farlo…

Un abbraccio Manuela

SARCOFAGI

Nella millenaria storia egizia, i riti funerari godettero sempre di grande importanza, ed il corredo funebre, dapprima relativamente povero, si andò via via arricchendo fino ad arrivare ai favolosi tesori della XVIII Dinastia. Anche la conservazione del corpo, subì una graduale evoluzione.

L e prime mummie, risalenti al periodo neolitico e pre dinastico, subivano una mummificazione per così dire naturale, senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Il corpo veniva adagiato in una tomba circolare, direttamente a contatto con la terra, ed in posizione fetale. Il clima secco ed arido, portava ad una progressiva disidratazione del corpo, portando ad una preservazione delle parti ossee, muscolari e dei capelli. Non si era ancora sviluppato il concetto che il corpo non dovesse decomporsi, ed il problema infatti si proporrà quando questi non verrà più adagiato nella terra, ma deposto in un sarcofago. La credenza che l’anima ba potesse ritornare nel corpo che gli apparteneva, ogni volta che lo desiderasse, portò alle mirabolanti tecniche di imbalsamazione dei corpi, bendati e collocati nei sarcofagi. Quelli più antichi a noi conosciuti, erano in pietra granitica di forma rettangolare, con un coperchio piatto. Questi rappresentava il Cielo, mente la base rappresentava la Terra, ed i 4 lati, i 4 punti cardinali.I sarcofagi dell’Antico Regno, appaiono voluminosi e molto pesanti, ma scarsamente decorati. Erano localizzati in profondità nelle mastabe, a circa venti metri dal suolo, parallelamente alla porta di ingresso, con il tunnel di accesso ricoperto di pietre, mentre nelle piramidi, alcuni sarcofagi appaiono troppo voluminosi per poter spiegare un loro posizionamento attraversano i corridoi a piramide conclusa, ed infatti per la Grande Piramide di Cheope, è probabile che lo stesso sia stato posizionato dall’esterno a edificio in costruzione e probabilmente con il faraone ancora vivente. Le complicate tecniche costruttive delle piramidi a V rovesciata, vengono sostituite nella V Dinastia, da costruzioni non altrettanto all’altezza, tanto che al giorno d’oggi sono praticamente ridotte ad un cumulo di rovine, ma è proprio in quest’epoca che le tombe incominciano ad essere finemente decorate. Nel Medio Regno, i sarcofagi sono accuratamente rifiniti, anche se permane ancora la tradizionale forma rettangolare con base e coperchio. Il corpo del defunto è coricato sul fianco sinistro, rivolto ad Oriente dove nasce il Sole e può “guardare fuori”, attraverso due occhi dipinti sul lato. Le iscrizioni vanno pertanto dal Nord ove è localizzato il capo, a Sud verso i piedi. Normalmente queste rappresentano invocazioni di offerte ad Osiride, dio dell’Oltretomba. Un altro dio frequentemente invocato è Anubi e sia Anubi che Osiride, verranno chiamati i Kentimentiu, ovvero i primi tra gli Occidentali, con riferimento alle tombe rivolte a Ovest. Nel Nuovo Regno il sarcofago assume le conosciute forme antropomorfe, che hanno reso celebri le mummie in essi collocati. E’ generalmente in legno, molto rifinito e con la testa che raffigura il volto del defunto, avvolta nel copricapo nemes. Tipica la disposizione a “matrioska”, con la presenza di quattro, cinque coperchi, prima di raggiungere la mummia. Le piramidi sono da tempo abbandonate, perché si troverà molto più economico e pratico, costruire le tombe nel tufo facilmente scavabile, della Valle de Re e delle Regine di fronte a Tebe (Luxor).