da bsupmag | Feb 10, 2020 | Magazine
Se sei un designer dell’interfaccia utente UI/UX o vuoi aumentare la tua velocità nella progettazione di un sito web, un’applicazione o un interfacce digitale, leggi Strategy Up.
Scoprirai tutti gli strumenti per arricchire e sviluppare un’efficace comunicazione online e offline. Scoprirai cos’è un design persuasivo Mi chiamo Sidoine Assignon e vi guiderò al design convincente per trovare idee giuste allo scopo di accompagnare gli utenti delle vostre campagne pubblicitarie ad un acquisto mirato. Imparerete ad incrementare metodi e usare strumenti che stimolano l’interesse, rimuovere gli ostacoli e persuadere il cliente all’acquisto. Sarà possibile seguire il cliente nel suo percorso e risolvere i conflitti interni relativi ad un acquisto impulsivo, solo così potrete ottimizzare il tasso di conversione e di trasformazione. Tutto ciò sarà rivolto soprattutto a progettisti di interfaccia utente UI / UX e a tutti coloro che vogliono capire come aumentare la loro abilità digitale, perché non sempre le campagne pubblicitarie più belle sono necessariamente convincenti. Questo è il momento in qui il nostro design impulsivo svolgerà il suo ruolo di convincere l’utente. Sulla base di psicologia comportamentale, saprete come implementare metodi e strumenti che stimoleranno l’interesse, creare desiderio, velocizzare e rafforzare l’intenzione del cliente ad acquistare. Noterete come nasce il Design persuasivo e quali sono i suoi limiti etici. Esso illustra argomenti decisivi e azioni giuste per fare appello alle emozioni e irrazionalità presenti in tutti gli utenti. Supporteremo il cliente nel viaggio per risolvere i conflitti relativi ad acquisti d’impulso. Alla fine di queste rubriche, avrete una conoscenza del comportamento degli utenti e sarete in grado di migliorare il loro camino e, ottimizzare i tassi di conversione e di trasformazione. Vi auguro un ottimo cammino in questo percorso!
Sidoine Assignon
Specialista in comunicazione digitale
da bsupmag | Feb 10, 2020 | Magazine
La meta è dunque la città di Ragusa e nello specifico, la parte del centro storico chiamata Ibla. Partendo da Caltagirone in un’ora e mezza siamo già alla periferia della città e ne godiamo la splendida conformazione degli edifici arroccati sopra un’altura, tipica di tanti borghi siciliani. Aguzziamo la vista per trovare le indicazioni per il centro storico di Ragusa Ibla, ma non è così semplice. Cartelli pochi, anzi inesistenti, quindi ci dobbiamo arrangiare chiedendo ai vari passanti. Ci servono ben tre soggetti diversi, incontrati in tre punti distinti del tragitto, per avvicinarci al centro che stiamo cercando, ma poi finalmente ecco comparire come un miraggio, un minuscolo cartello giallo con indicato la meta agognata. Ragusa Ibla è la zona del centro storico che contiene numerosi palazzi e monumenti in stile barocco e parecchi di essi sono anche patrimonio dell’Unesco. Parcheggiamo le moto in un vicolo ombreggiato, visto che la giornata di oggi è veramen-te assolata, e proseguiamo a piedi l’ultimo tratto verso la piazza principale. La strada è leggermente in salita, ma questa ascesa è solo un preludio per quello che ci sta aspettando. Negli sceneggiati tratti dai libri di Camilleri, qui a Ragusa Ibla viene ambientata la città di Vigata sede del Commissariato. Noi arriviamo proprio nella magnifica Piazza Duomo e ci troviamo di fronte il Duomo di San Giorgio con la famosa scalinata frontale ed a fianco il Palazzo Comunale. Non c’è da meravigliarsi se la scelta delle location è caduta proprio su questi posti, la Piazza è stata sede di numerose riprese televisive anche perché è una natu-rale scenografia perfetta e di infinita bellezza. Percorriamo a piedi la piazza godendoci lo splendore di questo luogo, passiamo sotto le palme per usufruire di un po’ d’ombra e giunti quasi vicino alla scalinata del Duomo ci sembra di udire delle voci. Sarà il caldo forse, o solo la forte immaginazione di essere all’interno di un set cinematografico, ma le voci continuano ad insistere:
“ Voi due vi muovete a togliervi dai “cabbasisi” che dobbiamo ricominciare con le riprese!”… ”
da bsupmag | Feb 10, 2020 | Magazine
Fino all’11 febbraio a Milano, nelle sale di Palazzo Morando, Vallanzasca e compagni la fanno da padroni. Basta udirne il nome per ricordare un passato diverso, retrogusto melenso di un romanticismo criminale.
La rassegna è curata da Stefano Galli, promossa da Comune di Milano – Cultura, Direzione Musei Storici, organizzata dall’Associazione Spirale d’Idee con la Polizia di Stato che ha collaborato per la ricerca e la scelta della documentazione e delle fotografie e nella selezione delle strumentazioni tecniche e degli arredi di ufficio originali, in uso alla Questura di Milano e custoditi presso gli archivi ed il Museo Storico della Polizia di Stato, e per la scelta delle armi in uso a quell’epoca e messe a disposizione dalla Fabbrica d’armi Pietro Beretta S.P.A. L’iniziativa ha il patrocinio della Polizia di Stato, della Regione Lombardia e della Città metropolitana di Milano è inserita nel palinsesto di Novecento italiano. Niente fotocamera da infiniti mega pixel: quelle affisse sono fotografie in bianco e nero, raccolte dagli anni Quaranta alla metà degli anni Ottanta e divenute testimonianza di atti di antica memoria, ora scomparsa e relegata agli annali della Corte d’Appello. 170 immagini d’epoca, documenti e “strumenti del mestiere” che testimoniano gli “anni di piombo”, attraverso un percorso espositivo che parte cronologicamente dal 1958 con la famosa rapina di via Osoppo. L’assalto al portavalori che trasportava seicentoquattordici milioni di Lire fu definito “il colpo del secolo”, realizzato senza sparare un solo colpo. Purtroppo, nel ventennio successivo, Milano cominciò ad assomiglia più al Far West che al polo industriale del Nord Italia: in città e nell’hinterland nascono gruppi dediti a gioco d’azzardo, prostituzione e rapine milionarie. Inutile dire che i volti dei protagonisti di una stagione di sangue e banconote sono ancora ben impressi nella memoria collettiva. Renato Vallanzasca – detto “Il bel Renè” -, Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Ezio Barbieri e molti altri erano i signori di una metropoli in continuo mutamento, che di giorno lavorava senza tregua mentre di notte si popolava di bische e night club. La mostra rievoca le atmosfere dei quartieri della mala, proponendo un focus in grado di fare luce su un mondo che vive nell’ombra per definizione. Palazzo Morando dà spazio anche alla controparte legale, con approfondimenti sulle forze dell’ordine il cui compito era cercare di arginare la dilagante criminalità. Il Commissario Mario Nardone e il futuro Questore Achille Serra rappresentano l’altra faccia della città. Si allontanino per un attimo occhi e orecchie, sospetti e inganni, da quartierini e furbetti più o meno noti, per puntare lo sguardo verso l’epicentro lombardo della malavita. Dei capitoli più crudi della storia recente, Milano crea una mostra in cui il ricordo è la vera chiave interpretativa. Nessuna complessa cifra stilistica, nessua interpretazione astratta, nessun concettualismo latente – e forse inesistente. Ciò che conta è quel misto di paura e inconsapevolezza, vissuto per decenni in strade che ancora puzzano di polvere da sparo.
da bsupmag | Feb 10, 2020 | Magazine
Con lo sguardo già al 2018 il CUS Brescia ha voluto raccogliere tutti i propri atleti e sponsor per celebrare la stagione agonistica 2017 appena conclusasi.
Un’altra stagione da a r c h i v i a r e come storica, u l t e r i o r e pietra miliare nel cammino di consolidamento del progetto del CUS Brescia per lo sviluppo e la divulgazione del Tiro a Volo in ambito Universitario. E’ stato Roberto Zarrillo, Segretario della Sezione, ha tracciarne il bilancio: “La stagione 2017 è stata una delle più entusiasmanti vissuta fino a qui, da quel non lontanissimo Dicembre 2009 quando con Mauro (Lodrini ndr) ed un gruppo di amici ci siamo trovati per dare vita a questo entusiasmante progetto. Allora nemmeno osavamo immaginare che una nostra squadra, si sarebbe qualificata ad una finale Nazionale e lì tra i big del Tiro a Volo, ben figurare senza timori riverenziali. Oggi è realtà, di questo siamo davvero orgogliosi, e con fiducia programmiamo il nostro futuro.” Anche Mauro Lodrini, della CBS Group, consigliere e sponsor della sezione commenta: “Oltre il risultato agonistico, anche il nostro progetto di divulgazione continua a trovare riscontri confortanti. Quest’anno il Progetto Paralimpico, culminato con la chiamata in Nazionale di Emilio Poli e l’inclusione di Marco Giugno nel Team Beretta, è fonte di orgoglio e prestigio. A questo si aggiungono i 50 atleti che hanno partecipato all’Open Day, molti dei quali già intenzionati a proseguire il cammino in questo fantastico sport. Siamo sulla strada giusta.” Ezio Luterotti, consigliere del CUS, porta i saluti del Presidente Artemio Carra: “Partecipo sempre con piacere a tutte le attività di questa giovane ma frizzante sezione. Ho conosciuto con voi questo sport ed anche io mi ci sono appassionato. Il lavoro della sezione è ben apprezzato dal Consiglio del CUS Brescia e dal Presidente. Il mio augurio e quello del Presidente è di continuare a crescere nei valori più alti dello sport universitario.” Ottorino Agnelli, Vice-Presidente del CUS e della Pulitori Affini, partner del CUS Brescia, ha concluso: “Non potevamo non premiare gli atleti che ci hanno rappresentato nella gare Nazionali. Un plauso particolare va ai Campioni del Campionato Sociale Paghera, Scotellaro e l’inossidabile Ivan Cucchi. Quest’anno infine deciso di conferire a Paolo Civettini il premio di Atleta dell’Anno, per essersi contraddistinto dentro e fuori dal campo in un cammino di avvicinamento al Tiro a Volo che ha bruciato tutte le tappe. I suoi risultati parlano più di ogni qualsiasi elogio. Grazie a Paolo ed a tutti gli atleti che portano alta la bandiera del CUS e chi staff, allenatori e dirigenti permette di vivere, anche oggi, una bella giornata di festa!”
da bsupmag | Feb 10, 2020 | Magazine
Un mondo da favola, abiti sfavillanti, mare cristallino, cene eleganti. Sembrerebbe un sogno, se non fosse la versione social di una vita normale. Sì, perché tutti o quasi cedono almeno una volta alla tentazione di ostentare sui social network uno status invidiabile.
Attenzione però a pubblicizzare troppo il proprio tenore di vita ed il proprio status stellato su Facebook e su Instagram. Ciò non è solo una regola di prudenza dettata dal buon senso, ma costituisce quando di più recente affermato dai tribunali italiani, che si sono trovati a giudicare (negativamente) i casi più disparati. Al riguardo infatti, gli esempi di cui si compone la giurisprudenza sono moltissimi ed eclatanti, soprattutto negli ultimi tempi. Oltre all’invidia di chi non può permettersi tanto sfarzo, coloro che ostentano troppo sui social attireranno anche e immancabilmente i controlli del fisco. Circa un anno fa infatti l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare in cui ha spiegato che ai controlli sulle banche dati tradizionali verranno affiancati sempre più spesso altri tipi di indagine, che potranno essere condotti usando strumenti diversi. Compresi quelli digitali. Nulla vieta ai contribuenti di continuare a postare la propria vita da sogno sui social e ad immortalare la propria vanità. L’importante è sapere che verosimilmente tutto ciò farà scattare, prima o poi, il temutissimo accertamento fiscale. L’accertamento fiscale nei confronti dei contribuenti deriva da un sistema che l’Agenzia delle Entrate usa per valutare la congruenza degli acquisti e del tenore di vita con il reddito dichiarato annualmente dal contribuente: si chiama accertamento sintetico e si avvale del cosiddetto redditometro. Il Fisco, tramite le entrate e le uscite, tiene sotto controllo il tenore di vita di tutti noi e quando le uscite diventano troppe rispetto alle entrate scattano gli accertamenti fiscali. Il ragionamento alla base di tutto è il seguente: ognuno di noi può spendere quanto guadagna. Dal punto di vista del Fisco, se gli acquisti sono superiori alle entrate di almeno il 20% o si ricevono pagamenti in nero, o si ha vinto al gioco, o si sono ricevute donazioni. In questi due ultimi casi è necessaria però una dimostrazione rigorosamente contabile. La vanità sui social può quindi costare molto cara così come l’ostentazione di vite invidiabili, anche se forse non reali. Tutto ciò che viene pubblicato on line dal contribuente costituisce, da un punto di vista giuridico, una vera e propria confessione che consente di avviare l’accertamento fiscale. Le pagine dei social network sono producibili in giudizio e, salvo prova contraria, il semplice log-in può attribuire paternità certa ai contenuti pubblicati da quel profilo utente. È vero che uno screenshot da solo non basta e occorre dare data certa al contenuto postato ma unito ad altri elementi può essere valutato dal giudice ed avere serie conseguenze fiscali, civili e anche penali per l’utente in cerca di visibilità.