da bsupmag | Giu 25, 2020 | Economia, Food
Verona, 25 giugno 2020 – Crescono in Italia i consumi di bio anche durante il lockdown (+11%), con una forte accelerazione nel periodo compreso fra il 9 di marzo e Pasqua (+20%, trascinato prevalentemente dal Nord Italia) a conferma di un appeal molto forte sul consumatore. Anche il numero di operatori nei primi cinque mesi del 2020 aumenta, seppure manifestando una sostanziale stabilità su base tendenziale (+0,15%), probabilmente per le difficoltà legate al Covid-19.
È quanto emerso questa mattina nel corso del webinar di B/Open – la nuova rassegna del Bio foods & Natural self-care in programma a Verona il 23 e 24 novembre 2020 – al quale ha preso parte tutto il settore, dal Ministero delle Politiche agricole ad Assocertbio alle associazioni di categoria, con gli stakeholder moderati da Angelo Frigerio, ceo di Edizioni Turbo by Tespi Mediagroup.
I primi cinque mesi del 2020 evidenziano dati dunque positivi per un settore in salute e con grandi opportunità, alle prese con il problema della burocrazia, di percorsi certificativi talvolta tortuosi e la necessità di migliorare la redditività.
In attesa dell’approvazione a livello nazionale della nuova legge di settore, al centro delle politiche del Green Deal della Commissione Ue con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità”, nel 2019 in Italia – secondo i dati presentati oggi in anteprima dall’Osservatorio di Assocertbio – il numero di operatori certificati, che tiene in considerazione produttori, preparatori e importatori, si mantiene stabile (con una percentuale di crescita che oscilla da +1,34% a +1,5%) arrivando a 80.105 unità, contro i 79.046 del 2018.
“Sembra confermata una continua crescita, seppure più rallentata, un po’ come era avvenuto anche nel 2018”, ha esordito Riccardo Cozzo, presidente di Assocertbio, l’associazione che certifica attraverso i propri soci certificano circa il 95% degli operatori del biologico.
Su un terreno positivo il trend nei primi cinque mesi del 2020 (+117 unità, pari al +0,15%), “meno frizzante con ogni probabilità per l’effetto delle difficoltà nella trasmissione delle notifiche da parte dei Centri di assistenza agricola nella fase di confinamento, anche se la ripresa delle attività a giugno lasciano ipotizzare che nel secondo semestre gli operatori certificati possano aumentare”, ha proseguito Cozzo.
Per quanto riguarda le superfici bio, i primi 5 mesi del 2020 evidenziano una sostanziale tenuta della Sau (Superficie agricola utilizzata) con circa 10.000 ettari certificati in più (+0,57%), che potrebbero essere confermati anche nelle proiezioni di fine anno.
Dall’indagine emerge anche l’identikit delle imprese agricole bio, confermate nei primi mesi del 2020: il 45% ha una superficie inferiore ai 15 ettari, il 25% si estende tra 15 e 50 ettari e il 30% occupa una Sau superiore ai 50 ettari. Calabria, Sicilia e Puglia si confermano anche nei primi mesi del 2020 le regioni dove è presente il maggior numero di operatori biologici.
Al centro delle politiche ministeriali, con risorse stanziate annualmente per le mense scolastiche (10 milioni di euro) e per ricerca e sviluppo (5 milioni), il biologico, ha affermato Roberta Cafiero del Mipaaf, “rientra nelle strategie comunitarie del Green Deal e trova l’Italia in una posizione di vantaggio, dal momento che rispetto a una media di superficie agricola bio che in Europa è intorno all’8%, l’Italia si colloca oltre il 15 per cento”.
Il settore ha grandi potenzialità e deve poter cogliere, secondo i protagonisti del dibattito che si è aperto in seguito alla presentazione dei dati, tutte “le opportunità della Politica agricola, per sostenere le produzioni grazie ai Programmi di sviluppo rurale e favorire le produzioni bio nazionali”, ha raccomandato Vincenzo Vizioli, vicepresidente Aiab.
“Dalla legge di riforma del settore, attualmente ferma al Senato, potrebbe arrivare un aiuto agli operatori biologici, che necessitano di un riconoscimento sul ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura biologica e di maggiori certezze per pianificare il futuro dei distretti produttivi e dell’attività di ricerca e sviluppo”, ha affermato Roberto Zanoni, presidente di Assobio, che ha spinto per una “piattaforma comune per la tracciabilità validata dal Mipaaf”.
Il settore, secondo Francesco Giardina, responsabile dell’Associazione produttori biologici di Coldiretti, “deve rimettere al centro l’impresa agricola, monitorando le produzioni per evitare bolle pericolose, che potrebbero travolgere un comparto. I dati delle non conformità legati alle importazioni di biologico, sono allarmanti, e proprio per questo bisogna sostenere il Made in Italy per rispondere alle esigenze di trasparenza e alla domanda crescente dei consumi”. Strategici, in tal senso, “i mercati di Campagna Amica, dove il valore aggiunto dell’acquisto direttamente dal produttore rappresentano una garanzia per gli agricoltori e i consumatori”.
Luigi Tozzi, responsabile Ufficio Qualità e sicurezza alimentare di Confagricoltura, ha posto l’accento sul tema della burocrazia eccessiva. “Serve un cambio di mentalità, perché non basta aumentare le superfici bio, se poi manca il prodotto e se l’iter burocratico è troppo complesso, tanto che gli ettari in conversione diminuiscono – ha specificato –. Inoltre, dobbiamo ottenere la reciprocità fra le regole di produzione e certificazione bio comunitarie ed extra Ue”.
Accanto alla burocrazia resta da risolvere il nodo della redditività. Lo ha ricordato Andrea Bertoldi, vicepresidente di Federbio, che ha lanciato l’iniziativa per il giusto prezzo dei prodotti biologici. “Dobbiamo sostenere i giovani e le imprese agricole a fare redditività, altrimenti non si verificherà il ricambio generazionale che è necessario per il settore”, ha detto Bertoldi.
Ismea e la filiera olivicola. Nel corso del webinar, Riccardo Meo di Ismea e Roberta Callieris del Mediterranean Agronomic Institute of Bari hanno presentato il focus sulla filiera olivicola biologica italiana (disponibile sul sito di Ismea), che vede l’Italia al secondo posto fra le superfici bio al mondo con 235.741 ettari (26,70% della superficie mondiale a olivo bio), alle spalle della Tunisia (254.411 ettari) e davanti a Spagna (195.114 ha) e Turchia (81.586 ha).
“Con un valore al consumo di 7,1 milioni di euro – ha detto Meo – 40.099 tonnellate di olio bio, 44.903 operatori, 1.620 frantoi biologici, il settore ha grandi opportunità di crescita, sfruttando le politiche comunitarie, l’aggregazione in organizzazioni di produttori, la crescita delle vendite che nella grande distribuzione è aumentata del 200% negli ultimi dieci anni”.
Il 15 luglio, alle ore 11, B/Open dà appuntamento per un nuovo webinar dedicato a soluzioni per l’accesso al credito per le imprese biologiche.
da bsupmag | Giu 24, 2020 | Magazine
La seconda edizione della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia, la gara di regolarità invernale organizzata da 1000 Miglia Srl, si svolgerà dal 21 al 24 gennaio 2021.
Le quattro tappe saranno ancora una volta caratterizzate dagli spettacolari panorami montani dell’arco alpino, per una gara all’insegna della bellezza e dell’adrenalina, in cui non mancheranno sfide di precisione cronometrica.
da bsupmag | Giu 24, 2020 | Attualità, Economia
Alla determinazione delle nostre imprese per alimentare la crescita, fanno da contraltare ostacoli burocratici che scoraggiano lo sviluppo di un comparto che offre opportunità occupazionali. Nella tempesta Covid-19 molte imprese sono provate da mesi di inattività, prospettive di lavoro incerte, timore di contagio in azienda, con la potenziale beffa, insieme al danno, di vedersi imputare colpe penali; iper-burocrazia e mancanza di liquidità. Nessuna parte politica sembra curarsene a dovere, proponendo azioni risolutive e tempestive. Se non si agisce subito a pagarne il prezzo maggiore saranno le Pmi.
Talune decisioni dell’esecutivo non aiutano. Un esempio: il Governo ha definito il blocco dei licenziamenti sino al 31 dicembre 2020, trenta settimane e accompagna la misura con l’allargamento della Cassa integrazione ordinaria di sole 18 settimane, scaricando sulle imprese il costo e la gestione delle settimane mancanti. Scelta che stride. Non tutte le imprese sono uguali, come diversi sono i casi dei dipendenti. Non permettendo un ricollocamento delle risorse si limita l’attività imprenditoriale, mentre solo togliendo impedimenti alle imprese si rilancia il settore. A peggiorarne il quadro si aggiungono gli interventi del Governo che tutela una parte della collettività con provvedimenti non equilibrati. Non chiediamo liberalizzazioni selvagge ma interventi statali più sensati e meno assistenzialistici. In questa situazione drammatica è necessario comprendere che se vogliamo parlare di futuro, dobbiamo salvaguardare le imprese: se crollano loro perdono il lavoro migliaia di lavoratori.
Soluzioni ne sono state presentate tante. Ance sin dall’inizio del lockdown è stata propositiva, ai primi di aprile presentò un pacchetto di proposte per la ripartenza basato sugli investimenti pubblici e sul sostegno di quelli privati e il 26 maggio espose in Senato il suo Piano strategico, con misure riguardanti diversi cruciali ambiti: investimenti, opere pubbliche, liquidità alle imprese, fisco, lavoro, edilizia privata, per affrontare la ripartenza. Ma di oltre trenta proposte messe sul tavolo poche si sono tradotte in norme, anzi la situazione pare peggiorata. Ne è un esempio la proroga dello split payment che il Governo avrebbe presentato a Bruxelles. In un momento in cui almeno metà delle imprese italiane soffre a causa di mancanza di liquidità, il prolungamento della misura, che peraltro doveva da tempo essere cancellata, è un atto scellerato. Il meccanismo dello split payment prevede che le pubbliche amministrazioni e altri soggetti obbligati versino direttamente all’Erario l’Iva dovuta per i lavori effettuati, mentre l’impresa continua a pagare l’imposta per l’acquisto di beni e servizi. Ciò comporta un drenaggio annuo di liquidità a danno delle imprese di costruzioni di 2,5 miliardi di euro e la loro continua situazione di credito Iva nei confronti dello Stato. Serve una diversa attenzione alle imprese se davvero vogliamo che l’enorme potenzialità dell’edilizia possa concretamente aiutare la crescita sociale ed economica del Paese.
a cura di Massimo Angelo Deldossi *Presidente Ance Brescia
Brescia, 24 giugno 2020
da bsupmag | Giu 24, 2020 | Food
B/Open, la rassegna del Bio foods & Natural self-care, in programma a Verona il 23 e 24 novembre 2020
Verona, 23 giugno 2020 – B/Open, la rassegna dedicata al Bio foods & Natural self-care, in programma a Veronafiere il 23 e 24 novembre 2020, accende i riflettori sul mondo del biologico in Italia, con i dati del 2019 e i trend in fase Covid-19, grazie alle prime stime per il periodo gennaio-maggio 2020.
Giovedì 25 giugno, alle ore 11, nel corso del webinar organizzato da B/Open verranno presentate in anteprima, infatti, le analisi elaborate dell’Osservatorio Dati istituito da Assocertbio, l’Associazione degli organismi di certificazione del biologico che raggruppa nove dei principali enti presenti in Italia.
Il modello di agricoltura biologica è uno dei pilastri della strategia Farm to Fork inserita nel più ampio progetto del New Green Deal, promosso dalla Commissione von der Leyen per un’Europa più verde e sostenibile.
Il seminario, che rappresenta la prima tappa online di B/Open verso la manifestazione fieristica, è intitolato “Il bio in Italia nell’era Covid: superfici, operatori e aziende (e un focus sulla filiera olivicola)” e vedrà la partecipazione di Riccardo Cozzo, presidente di Assocertbio (L’Osservatorio Dati di Assocertbio: il trend dei primi cinque mesi del 2020); Roberta Cafiero, dirigente del ministero delle Politiche agricole – Agricoltura biologica e Sistemi di qualità alimentare nazionale e affari generali; Riccardo Meo, Direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea e Roberta Callieris, Mediterranean Agronomic Institute of Bari (La filiera olivicola biologica italiana).
Seguiranno gli interventi degli operatori: Vincenzo Vizioli, Vicepresidente del Consiglio Direttivo Federale AIAB; Roberto Zanoni, presidente di Assobio; Francesco Giardina, responsabile Associazione produttori biologici Coldiretti; Luigi Tozzi, responsabile Ufficio Qualità e sicurezza alimentare di Confagricoltura; Andrea Bertoldi, vicepresidente di Federbio. Modera Angelo Frigerio, CEO Edizioni Turbo by Tespi Mediagroup.
da bsupmag | Giu 24, 2020 | Attualità, Economia
- Alle ore 17.00 il Presidente di AIB Giuseppe Pasini dialogherà con il giornalista Ferruccio De Bortoli, ex direttore di Corriere della Sera e Sole 24 Ore.
- Gli incontri metteranno a confronto gli imprenditori bresciani con importanti ospiti dell’economia e del giornalismo italiano.
Brescia, 24 giugno 2020 – Prenderà il via domani un ciclo di webinar realizzati da AIB per discutere sui temi di attualità dell’economia bresciana. L’iniziativa prevede il coinvolgimento di importanti figure manageriali, economiche e giornalistiche italiane, in dialogo con gli imprenditori bresciani.
Il primo appuntamento è fissato per giovedì 25 giugno 2020 alle ore 17.00, quando il Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini dialogherà con il giornalista Ferruccio De Bortoli. In particolare, l’incontro si concentrerà sulla tematica del Capitale Umano, oltre che sul futuro dell’imprenditoria e della classe dirigente italiana, con particolare attenzione al rapporto con lo Stato.
Ferruccio De Bortoli è stato due volte direttore del Corriere della Sera, nonché direttore del Sole 24 Ore. Dal 2015 è presidente dell’Associazione Vidas di Milano. Attualmente è presidente della casa editrice Longanesi, editorialista del Corriere della Sera e del Corriere del Ticino e ha una rubrica nell’edizione serale di TG2000. È inoltre autore di alcuni libri, tra cui i più recenti “Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo” (La Nave di Teseo, 2017) e “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica” (Garzanti, 2019).
I webinar sono aperti al pubblico: per iscriversi è necessario effettuare la registrazione sul nuovo sito dell’Associazione Industriale Bresciana www.aib.bs.it, nella sezione “Prossimi appuntamenti”.