MARCO GANDINI, REGISTA D’OPERA LIRICA A NOME DELLA COMMISSIONE ARTISTICA DELLA FONDAZIONE EMILIANO FACCHINETTI RISPONDE AL “DOSSIER DE CARLI”

Il regista d’opera, erede di Franco Zeffirelli, da Tokyo, durante i lavori dell’opera Mozartiana “Le nozze di Figaro” smonta punto per punto tutte le pagine del Dossier: «osservazioni tese a denigrare un progetto artistico ad esclusivo valore culturale come FCH» e «attacco puntualizzato solo su alcune persone del territorio per una rivalsa e competizione di carattere locale».

 

” […] Sono un membro della commissione artistica di FCH e mi trovo attualmente a Tokyo per la realizzazione di uno spettacolo lirico, Nozze di Figaro di Mozart: un vertice della letteratura musicale di stile italiano. In questa stessa città ho inaugurato qualche anno fa il New National Theatre, un teatro nuovo considerato fra i più avanguardistici e meglio concepiti al mondo, con l’allestimento di un caposaldo della opera lirica italiana, Aida, ammirato e rimasto per lungo tempo in repertorio.

La prego di prendere questa lettera come risposta pubblica alle osservazioni avanzate dal maestro De Carli tese a denigrare un progetto artistico di esclusivo valore culturale quale rappresenta FCH e la Fondazione Facchinetti.

Il maestro liquida il progetto come “culturalmente ingiustificato”.
Come può una entità musicale, che produce musica e teatro, essere considerata culturalmente ingiustificata? Questa affermazione è paradossale e ancor più se pronunciata da una persona che si distingue nell’esercizio della musica come De Carli, perché equivarrebbe a dire che le stesse associazioni musicali, che lui sovrintende e promuove, sono ugualmente ingiustificate.

La musica è un bene umano, necessario allo spirito e alla buona formazione dell’individuo. Io collaboro con la Hilti Foundation che è fortemente impegnata con ingenti somme sul fronte umanitario e culturale, in vari paesi del mondo e principalmente in Venezuela, dove tutti i più grandi musicisti hanno risposto con la loro presenza alla esigenza di formazione ed esercizio musicale (su tutti il maestro Claudio Abbado) per il miglioramento del tessuto sociale e welfare, accompagnati dal plauso di tutte le agenzie internazionali, Nazione Unite in primis.

L’opportunità di creare un hub tecnologicamente dotato e architettonicamente all’avanguardia nel rispetto delle norme ambientali, quale è FCH, che possa creare e ospitare un’ampia scelta di spettacoli musicali e di balletto, è una proposta culturalmente valida e necessaria, così come anche avvallato in questi tempi di emergenza da tutti i più alti rappresentanti dell’arte e della musica italiani e mondiali, nonché dalle amministrazioni politiche e di governo. Questo attacco del maestro De Carli, di un musicista quindi, contro la possibilità di esercitare la musica e di offrirla a una larga comunità è sbalorditivo e non ha giustificazione.

Il maestro Muti è una voce importante di questo stesso coro che promuove il valore sociale ed umano della musica e del teatro, e proprio pochi giorni fa ha rilasciato una sentita e lunga video-intervista su Repubblica con il direttore Maurizio Molinari per sottolineare come la mancanza di orchestre e l’insufficienza di studio e fruizione della musica e del teatro siano elementi di grandissima preoccupazione rispetto ai quali bisogna assolutamente intervenire, con “teatri che devono essere affidati a giovani con l’aiuto degli enti locali, degli imprenditori, delle persone abbienti (sponsors), perché l’Italia ha bisogno di idee e linfa nuova”, indicando l’Italia come “il paese che ha dato nome alle note, inventato il teatro in musica….un paese straordinario che ha abdicato il suo compito di guida in Europa”. Una dichiarazione inequivocabile che proviene dalla massima autorità italiana della musica, ammirata in tutto il mondo, orgoglio della nostra identità artistica di italiani.

Una altra principale obiezione del maestro De Carli riportata nell’articolo è il problema dell’affluenza e riempimento di pubblico di una grande sala come FCH. Su questo punto ho l’impressione che De Carli si limiti a una sua visione “comunale” e limitata a piccoli eventi.

Noi abbiamo preparato un piano triennale di programmazione artistica assolutamente equilibrato tra concerti sinfonici, opera lirica, balletto classico e contemporaneo, concerti pop e musical, rispetto al quale sono già stati individuati i principali artisti che fanno parte del grande circuito a cui noi abbiamo la possibilità e capacità di accedere e che hanno già espresso la loro volontà di partecipare a questo grande polo artistico in Franciacorta.

Non si tratta di una “routine di concerti” mensili come ha divulgato il maestro De Carli, ma di una cospicua proposta artistica di convalidato valore, che è da sostenere e favorire perché di pubblico interesse e di pregio indiscutibile.
Ora non siamo nella fase e tempo di conferenze stampa per la presentazione delle stagioni, che ovviamente avverranno nei tempi normalmente prescritti, ma la linee generali possono essere certamente prese in anticipata e riservata visione dagli amministratori in capo del territorio.

Franciacorta Concert Hall è rivolta a una bacino territoriale ampio, non solo comunale come desumo intende il maestro De Carli, ma interregionale e internazionale: ognuna delle tre stagioni configura delle proposte artisticamente valide e produzioni ammiraglie che sono di indubitabile e straordinario richiamo di grande pubblico. Il programma triennale è stato oggetto di uno studio attento che ha coinvolto più parti della commissione artistica, nella filosofia e mission di creare una larga condivisione artistica per l’ottenimento di massimi risultati.

Riguardo alla inopportunità rappresentata dalla “commistione” dei generi proposti (lirica, pop, danza, eventi speciali), che secondo De Carli è evidenza di “una mancanza di progetti concreti”, vorrei sottoporre alla vostra attenzione che la grande produzione mondiale, attuale e all’avanguardia, va esattamente in questa direzione, cioè nella proposta di molteplici eventi di natura diversa, affinché ogni genere tragga forza e interesse dalla vicinanza dell’altro nel disegno di attrarre e aumentare progressivamente un pubblico nuovo per ogni categoria di genere anno per anno.

Il Kennedy Centre di Washington lavora già da tempo in questa direzione: io vi ho partecipato con due spettacoli operistici e ho potuto verificare il successo di questa offerta ad ampio raggio di eventi differenti tra loro. Ma riguardo all’affluenza di pubblico sottopongo all’attenzione anche quegli spettacoli che furono programmati allo Stadio Olimpico di Roma con l’amministrazione del sovrintendente Escobar del Teatro dell’Opera negli anni 90, che fecero da subito dei numeri di affluenza sbalorditivi, raggiungendo cifre attorno ai dieci mila spettatori, per tutti gli anni di programmazione: io ero alla regia di uno di quegli spettacoli e posso testimoniare che l’attrazione e il successo di pubblico non era dato dalla presenza di una qualsivoglia star (che non c’era), ma dalla compiutezza dello spettacolo in tutte le sue parti, per intenderci, dalla spettacolarità stessa dell’insieme. Con Franciacorta Concert Hall abbiamo una struttura che ha la capacità e possibilità di offrire una spettacolarità dieci volte tanto, per un pubblico vasto come le nostre proiezioni e studi ci indicano potenzialmente possibile.

Il bacino territoriale lombardo è equiparabile a una grande città, come Roma, o meglio ancora come Washington, Los Angeles e Tokyo. Io sono Lombardo-Veneto e vivo a Vicenza: certamente la mia zona (come anche quella che coinvolge Franciacorta) è da considerarsi in una visione più ampia rispetto a una singola città, un territorio costituito da un grande

insediamento urbanistico, un asse che va da Venezia a Sirmione, come una grande metropoli interconnessa perfettamente nei suoi segmenti abitativi, aziendali e turistici.

Riguardo alla concomitanza di generi diversi, oggi sono acclamate le orchestre sinfoniche che programmano brani tratti dalle colonne sonore dei film: non solo la Los Angeles Symphony Orchestra per motivi di vicinanza con Hollywood, ma anche per i Wiener Philamoniker è ormai normale eseguire la partitura di Star Wars di Williams, come anche la musica di Hans Zimmer è entrata nel repertorio classico. Lo stesso Hans Zimmer ha costruito degli spettacoli sinfonici di straordinario successo ed acclamazione proprio nella linea di commistione che non è detrimento, ma arricchimento! Non c’è alcun male o danno nel presentare una programmazione ad ampio spettro ed eterogenea, che è nello stile e proposta artistica delle moderne concert hall del mondo a cui Franciacorta Concert Hall deve essere idealmente associata.

L’ attrattiva del luogo è sicuramente importante per determinare l’interesse e l’affluenza del pubblico come sostiene il maestro De Carli, e la terra di Franciacorta con il fascino del suo territorio rientra in questa categoria. Io posso assolutamente testimoniare per esperienza personale esercitata in tutto il mondo che l’affluenza del pubblico non dipende dalla presenza di una star o più stars: in Arena di Verona ho partecipato a spettacoli non esauriti seppur avessero star del calibro di Domingo e Carreras, e voglio anche riportare le produzioni al Met di New York con cast stellari che non riuscivano a vendere biglietti neppur a un costo ridotto appositamente a 10 USD e una promozione gigantesca, casi avvenuti più volte negli ultimi anni. Il pubblico ha sempre invece risposto copiosamente alle chiamate degli spettacoli quando questi avevano una visione di insieme e completezza, quando vi era una distinta proporzione nella esecuzione musicale, una spettacolarità concordante con l’insieme in un equilibrio delle parti con il tutto.

Dal punto di vista della programmazione artistica FCH rappresenta quella “linfa nuova” auspicata anche dal maestro Muti, ove la Fondazione Facchinetti ha avuto la lungimirante e innovativa idea di creare da tempo una commissione artistica, una tavola rotonda per il concepimento della proposta e offera di spettacoli, formata da membri di differente storia e curricula artistici affinché queste proposte siano le più interessanti e attraenti possibile, fuori da schemi consueti e consunti, se nonché prevedibili. Questo è un atto esclusivo e intelligente che denota una grande capacità direttiva e una visione importante della sovrintendenza della Fondazione Facchinetti, che diventa così capace di raggiungere e di interfacciassi con una grandissima rete di personalità artistiche mondiali, ospiti delle nostre stagioni.

Il maestro De Carli stigmatizza anche l’aspetto o piano economico, trattato “con una superficialità che ha dell’incredibile, presentando frettolosamente delle cifre”. Riguardo a questo punto, sul progetto FCH sono state condotte approfonditissime indagini di mercato e analisi finanziarie da parte di più uffici economici nell’arco di due anni. Proprio perché il finanziamento è a carattere privato, questo ha reso necessario un asset economico preciso e una previsione di spesa senza errori.

Dal dossier viene anche riportato che il maestro De Carli imputa a FCH la intenzione di “confidare in ingenui amministratori che accettano acriticamente” qualsiasi cosa. De Carli opera artisticamente nel territorio, e forse trasferisce una sua personale proiezione e idea dell’amministrazione locale, assolutamente non condivisa.

Come membro della commissione artistica di FCH parlo a nome dell’intera commissione di cui fanno parte le persone citate nell’articolo da De Carli, e anche a nome di altri membri della stessa commissione non citati. Noi assolutamente non giudichiamo le amministrazioni ingenue, riteniamo anzi la loro analisi di grande e necessario valore.

Vengono citati i nomi di alcuni componenti della commissione artistica, e solo su alcuni De Carli si scaglia con giudizi molto severi e offensivi, ingiusti e non corrispondenti, riguardo la loro professionalità. Io voglio con questa mia lettera testimoniare e confermare l’altissima professionalità di tutte le persone coinvolte nella commissione artistica, quelle citate e quelle non, nonché la dirigenza della Fondazione Facchinetti e avanzare il sospetto che in questo attacco, puntualizzato solo su alcune persone del territorio, si nasconda una specie di rivalsa e competizione a carattere locale.

La attività di Franciacorta Concert Hall non ha intenzione di competere con altre entità locali. Le altre istituzioni comunali o intercomunali possono trarre soltanto beneficio da un indotto artistico e di pubblico creato da un polo come FCH.

Attorno a FCH c’è la costituzione di un museo della musica e degli strumenti, e parte importantissima, la costituzione di una Accademia di Formazione per i cantanti, musicisti e mestieri del teatro. Io sono stato docente principale presso l’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala per quindici anni, presso l’Università di Musica Showa di Tokyo dal 2007, che è al primo posto per la formazione operistica in tutto il Giappone con collaborazioni europee e con gli altri paesi asiatici, Cina e Corea, e dal 2017 sono direttore artistico presso la Fundación Nacional Simon Bolivar di Caracas per il programma internazionale di formazione operistica, e da due anni docente principale per l’Opera Studio presso l’Accademia Musicale e Teatrale di Tallinn, con collaborazioni con i conservatori dei paesi nordici.

La attività accademica è assolutamente principale per il ruolo e responsabilità culturale di una entità musicale importante, nonché l’indotto territoriale creato da questa stessa attività accademica è gigantesco e di importanza massima. La struttura della accademica è già dettagliata e precisamente articolata in tutte le sue parti, ed è il frutto della collaborazione intensa di alcuni membri della commissione artistica incluso me stesso.

In conclusione, non sta a noi sottolineare il grandissimo interesse pubblico rappresentato da un hub musicale, teatrale, museale ed accademico nella forma e stile di FCH perché questo si evidenzia da sé. Anche in termini occupazionali è chiarissima la offerta rappresentata da centinaia di possibilità di lavoro. L’indotto sul territorio di un polo culturale di grande livello è gigantesco e questo è altrettanto un aspetto conosciuto da tutti e ben visibile anche in festival estivi ove la presenza del festival rappresenta la sussistenza stessa per l’intero anno del comune o città ospitante.

Ricordo come nella mia città di Vicenza, che accoglie il teatro al chiuso più antico e suggestivo al mondo, il Teatro Olimpico del 1580 di Andrea Palladio, si fosse creata una dialettica accesissima sulla necessità o meno di costruire un nuovo teatro, giudicato inutile, inopportuno, un ennesimo spreco dell’amministrazione, una offesa alla presenza del grandissimo e unico Teatro Olimpico e delle sue rappresentazioni. Il sindaco volle a tutti i costi la costruzione di quel teatro nuovo perché era assolutamente certo della necessità di una offerta culturale alla cittadinanza, voleva creare un luogo per giovani, adulti, per chi ama il balletto, il musical, il pop. Il teatro è stato costruito ed è ritenuto ora dall’intera cittadinanza, in modo assolutamente trasversale, la grande opera di quel sindaco, la sua eccellenza come amministratore. Gli spettacoli sono molteplici e di diversa natura sempre tutti esauriti, mentre al Teatro Olimpico due anni fa si è inaugurata una altra nuova stagione lirica di richiamo internazionale.

Il mio desiderio è che il territorio e le sue parti buone vogliano vedere il valore di una grandissima ed esclusiva opera, unica in Italia, che non può che dar lustro al territorio e alle amministrazioni che l’hanno favorita. Come nella scienza e astrofisica si uniscono i grandi telescopi di tutto il mondo per avere una unica e sola grande visione del cosmo e vedere oltre l’inimmaginabile, galassie lontane all’origine del tempo, anche l’unione e il favore di tutti darà luce a questa grande visione culturale, dove le cittadinanze locali avranno l’opportunità di avere spettacoli esclusivi in un luogo esclusivo, ed unirsi a un altro grande pubblico che ammirerà non solo quegli spettacoli, ma la grandezza del territorio e dei comuni di Franciacorta. […]”

 

LA VITTORIA ALATA PER IL NUOVO CAPITOLIUM

LA VITTORIA ALATA PER IL NUOVO CAPITOLIUM

TORNA A BRESCIA LA VITTORIA ALATA RESTAURATA
E RIAPRE BRIXIA – PARCO ARCHEOLOGICO DI BRESCIA ROMANA CON UN NUOVO ALLESTIMENTO MUSEALE FIRMATO DAL GRANDE ARCHITETTO SPAGNOLO JUAN NAVARRO BALDEWEG

Una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana nel rinnovato Capitolium di Brescia; un ricco palinsesto di iniziative espositive per il ritorno del capolavoro, icona della città.

La Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana, ritorna a Brescia dopo due anni di restauro, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, promosso dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, con il sostegno della Regione Lombardia e con il patrocinio dell’Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed Arti e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.

La grande statua in bronzo, simbolo della città di Brescia, amata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia, è una delle opere più importanti della romanità per composizione, materiale e conservazione,e uno dei pochi bronzi romani proveniente da scavo giunti fino a noi.

Un evento destinato a valorizzare l’area archeologica Brixia – Parco Archeologico di Brescia Romanacon la collocazione del capolavoro bronzeo nel Capitolium in un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg (Santander, 1939) e concepito per esaltare le caratteristiche materiche e formali valorizzate dalla complessa operazione di restauro.

Il delicato impegno di garantire alla Vittoria Alata le migliori condizioni di conservazione è stato assolto dal Gruppo A2A, che grazie alla esperienza pluriennale nell’ambito dell’impiantistica speciale e del patrimonio storico monumentale ha saputo individuare le migliori soluzioni, affidandosi a professionisti e fornitori di comprovata competenza. Da questo momento inoltre, grazie allo straordinario impegno di A2A e Comune di Brescia il Tempio Capitolino è esaltato da una nuova illuminazione che ne valorizza le architetture nel pieno rispetto dei valori archeologici che esprime.

 

IL RESTAURO DELLA VITTORIA ALATA

La Vittoria Alata venne ritrovata insieme a sei teste di età imperiale e a centinaia di altri reperti in bronzo nel 1826, durante gli scavi archeologici condotti nell’area dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, in un’intercapedine dell’antico tempio, dove forse era stata occultata per preservarla da eventuali distruzioni. La scultura, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa indiretta, è databile intorno alla metà del I secolo dopo Cristo, forse ispirata a modelli più antichi.

L’operazione di restauro e di ricerca ha coinvolto circa trenta professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna di epoca ottocentesca a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria, e infine sulla stesura di un materiale protettivo. Durante questo processo, sono state condotte indagini scientifiche ed esami volti a una conoscenza più approfondita della tecnologia di costruzione, oltre alla cronologia e origine della statua stessa.

Le équipe dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di Fondazione Brescia Musei, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza Università di Roma e dell’azienda Capoferri hanno dedicato grande cura alla progettazione e realizzazione di un nuovo supporto interno alla statua altamente tecnologico per sorreggere le ali e le braccia, che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute dal dispositivo ideato nell’Ottocento.

 

LA NUOVA INSTALLAZIONE MUSEALE DELLA VITTORIA ALATA A CURA DI  JUAN NAVARRO BALDEWEG

L’inedito allestimento, curato da Juan Navarro Baldeweg, si pone all’avanguardia nella museografia internazionale; un progetto complesso, in ragione del luogo speciale nel quale viene declinato e per l’importanza delle opere da valorizzare, da leggere come un’opera totale nella quale il rispetto dei criteri conservativi, illuminotecnici e tecnologici si sposa con la cura dei materiali. Il coordinamento della direzione lavori dell’allestimento architettonico è stato garantito dalla competenza dell’architetto Camillo Botticini (Studio ARW,Botticini+Facchinelli, Architectural |Research|Workshop).

In esso, la scelta di un pavimento in terrazzo veneziano, coerente con i tradizionali pavimenti romani, convive con le ragioni della sicurezza e della stabilità della statua, collocata su un piedistallo cilindrico in pietra di Botticino, e garantita da una piattaforma antisismica progettata ad hoc insieme all’azienda THK.

Un tavolo-vetrina presenta le cornici in bronzo ritrovate insieme alla Vittoria nel 1826. Altri frammenti di cornici sono disposti sulla parete occidentale della cella, secondo uno schema pensato dall’architetto per richiamare la geometria tipica delle decorazioni di età romana.

La luce artificiale, concentrata in un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti, sospesa nello spazio e simile nell’aspetto a una luna solitaria, conferisce all’aula una dimensione fuori dal tempo ed è stata realizzata da iGuzzini Illuminazione.

Il progetto sulla Vittoria Alata ha dato vita a un ricco apparato editoriale che comprende la monografia Non ho visto nulla di più bello dedicata alla statua e al nuovo allestimento, corredato da un racconto fotografico firmato da Alessandra Chemollo, la guida aggiornata dell’area archeologica, il volume Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata a cura di Marco Roncalli che ripercorre la fortuna della scultura bronzea negli ultimi due secoli, così come l’hanno celebrata alcuni dei più importanti scrittori e uomini di cultura e il volume Il restauro dei grandi bronzi archeologici. Laboratorio aperto per la Vittoria Alata di Brescia, a cura di Francesca Morandini e Anna Patera, che contiene gli atti del convegno internazionale sul restauro dei grandi bronzi tenuto a Firenze a maggio 2019.

L’identità visiva studiata per la comunicazione del progetto culturale è stata realizzata dallo Studio Tassinari/Vetta cui va anche il merito di aver progettato, su disegno di Paolo Tassinari, la vignetta del francobollo celebrativo emesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che raffigura la Vittoria Alata in grafica stilizzata.

IL PALINSESTO

Per festeggiare la Vittoria Alata, la Fondazione Brescia Musei ha studiato un ricco palinsesto di eventi espositivi al Museo di Santa Giulia e al Capitolium, inaugurato già nell’estate del 2019, nell’ambito del Brescia Photo Festival, con la mostra Dea. La Vittoria alata dalle immagini d’archivio a Galimberti, che ne ripercorreva la storia fotografica. Seguono poi i progetti espositivi:

Juan Navarro Baldeweg. Architettura, pittura, scultura, a cura di Pierre-Alain Croset (fino al 5 aprile 2021);

Emilio Isgrò. Incancellabile Vittoria; Fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia, a cura di Marco Bazzini (dal 27 ottobre 2020)

Alfred Seiland. Imperium Romanum. Fotografie 2005–2020, a cura di Filippo Maggia e Francesca Morandini (5 marzo – 18 luglio 2021);

Palcoscenici archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli per la Vittoria Alata di Brescia (23 aprile 2021 – 9 gennaio 2022);

Il lungo viaggio di un mito, a cura di Marcello Barbanera, Francesca Morandini e Valerio Terraroli (24 settembre 2021 – 30 gennaio 2022);

Emilio Isgrò, una retrospettiva per Santa Giulia e il Parco Archeologico di Brescia Romana (primavera – estate 2022).

 

Il calendario delle mostre testimonia il continuo dialogo tra il patrimonio storico e la contemporaneità in un intrecciarsi di riflessioni e contaminazioni di linguaggi di cui sono esempio gli interventi di Emilio Isgrò e Francesco Vezzoli, la storia a fumetti Topolino e l’avventura della Minni Alata, pubblicata in Topolino numero 3391, il progetto teatrale Calma musa immortale. Albe di Vittorie a cura del Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, i due video mapping show con animazioni in 3D, prodotti da Scena Urbana per due luoghi significativi della città di Brescia come la facciata del cortile interno di Palazzo Broletto e il Chiostro di San Salvatore.

Il progetto ha beneficiato del coinvolgimento delle eccellenze cittadine e nazionali, come la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Unità di Progetto completamento Pinacoteca, riqualificazione Castello e patrimonio monumentale del Comune di Brescia, il Gruppo A2A; ed è stato possibile grazie al contributo di aziende di eccellenza nei rispettivi settori: Apice e Agliardi per movimentazione e trasporti, iGuzzini spa per l’illuminazione, THK per la base antisismica, Capoferriper il supporto interno della statua e parte dell’allestimento, il Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico per il basamento della statua, SIAT per la copertura assicurativa, Milan Ingegneria per i calcoli strutturali, Visit Brescia-Bresciatourism per il supporto alla comunicazione.

Il progetto è reso possibile grazie alla sensibilità e alla generosa partecipazione di alcune aziende che, tramite il sistema dell’Art Bonus, hanno donato i fondi per il restauro della statua: Antares Vision, Camozzi Group, Gruppo Saottini, Ori Martin, Tamburini, Ubi Banca che fa parte del Gruppo IntesaSanpaolo, Ubi-Fondazione CAB, Lions Club Brescia Host e la Signora Valentina Cantoni.

L’iniziativa è sostenuta dall’innovativo patto pubblico-privato Alleanza per la Cultura di Fondazione Brescia Musei, a sostegno della valorizzazione e promozione del patrimonio artistico cittadino e dei grandi eventi culturali di Fondazione Brescia Musei.

Un ringraziamento particolare al Comitato Scientifico di Fondazione Brescia Musei per l’appassionato e continuo apporto di competenze e al personale del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Musei che negli ultimi due anni ha consentito con uno straordinario lavoro di squadra il raggiungimento degli ambiziosi traguardi che oggi sono presentati.

 

                               

Associazione Cuochi Bresciani insieme alla Polizia di Stato per esserci sempre

Associazione Cuochi Bresciani insieme alla Polizia di Stato per esserci sempre

Il Santo Natale come occasione in più per essere vicini alle persone meno fortunate, per questo motivo la Polizia di Stato e l’Associazione Cuochi Bresciani, hanno preparato un pranzo solidale presso la mensa della Questura di Brescia.

La struttura, messa a disposizione dalla Questura, ha permesso di cucinare un pranzo speciale in un periodo così difficile offerto dall’Associazione Cuochi Bresciani che, con alcuni suoi membri ai fornelli della mensa, ha preparato un menù speciale per questo nobile intento.

I cuochi dell’Associazione hanno preparato oltre 300 pasti serviti al Dormitorio San Vincenzo di Contrada S.Urbano, al Dormitorio Chizzolini di V.le Duca degli Abruzzi  e agli agenti in servizio alla Questura.

All’iniziativa era presente il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Comunale del Comune di Brescia, il Presidente dell’Associazione Cuochi Bresciani, oltre al Questore della Provincia di Brescia.

SIMONA TIRONI CONFERMATA ALLA VICEPRESIDENZA

SIMONA TIRONI CONFERMATA ALLA VICEPRESIDENZA

Simona Tironi confermata alla vicepresidenza

In Regione Lombardia nelle scorse ore è stato rinnovato l’Ufficio di presidenza della Commissione Sanità e Politiche Sociali del Pirellone. Confermata alla Vicepresidenza la forzista bresciana Simona Tironi. “Ringrazio tutti i colleghi che hanno voluto rinnovarmi la loro fiducia come Vicepresidente della Commissione – ha commentato Tironi. Sono orgogliosa di essere stata rieletta. Questo dimostra che quando si lavora seriamente e con passione i risultati arrivano. Forte dell’esperienza di questi due anni e mezzo, continuerò a lavorare al massimo per la nostra sanità regionale e per i lombardi”.

Carla Bruni
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GRUPPO CARMELI: LA RIVOLUZIONE PARTE DAL CLICK&DRIVE

GRUPPO CARMELI: LA RIVOLUZIONE PARTE DAL CLICK&DRIVE

GRUPPO CARMELI: LA RIVOLUZIONE PARTE DAL CLICK&DRIVE

L’acquisto delle auto online non è mai stato così smart, green e sicuro.

Brescia, 10 Dicembre 2020 – Gruppo Carmeli rivoluziona il modo di acquistare auto: sempre più digital e a portata di click, per essere davvero ancora più vicino al cliente.

Arriva infatti l’innovativo servizio Click&Drive: un modo green, smart e sicuro che porta la concessionaria direttamente all’utente.

Gruppo Carmeli, da oltre 40 anni a Brescia e Bergamo sono al fianco del cliente in tutte le scelte del mondo automotive, ha messo la quinta e anche in un anno particolarmente difficile come il 2020 non si è mai fermato puntando tutto sull’innovazione. Tra le aziende più autorevoli, efficienti e riconosciute del panorama nazionale, presenta quest’anno il nuovo processo d’acquisto e supporto totalmente online.

«Conl’operazione Click&Driveogniclientepotràfaretuttotramitelosmartphone o il computer di casa, senza l’utilizzo di carta, proseguendo così la linea Green che stiamo percorrendo da ormai diverso tempo» spiega l’amministratore delegato, Paolo Carmeli: «Dalla consulenza dettagliata e professionale alla consegna dell’auto, verrà tutto gestito da remoto velocemente e in modo completamente sicuro.»

Click&Drive è la rivoluzione d’acquisto nel campo dell’automotive che tutti cercavano, una tecnologia innovativa, che semplifica e velocizza i passaggi, oltre ad alleggerire la burocrazia. Click&Drive pensa alle esigenze del cliente ma mette anche al centro l’ambiente, rendendo il processo di acquisto e per- muta “green” dal primo all’ultimo click.

Un processo che anche Matteo Valenti, giornalista di AutoMoto.it, recensisce come performante, a misura di utente ed affidabile, nel suo video disponibile qui (https://bit.ly/AutoMotoRecensione) dove illustra passaggio per passaggio tutto il funzionamento di Click&Drive. 

IN COSA CONSISTE CLICK&DRIVE:

 Per scoprire il nuovo sistema Click&Drive, basta visitare il sito web di Gruppo Carmeli (www.gruppocarmeli.com), qui il cliente riceve e ottiene una consulenza professionale per comprare una nuova  auto e, in pochi e semplici passaggi,   può rendere concreto l’acquisto.

A sua disposizione avrà tutti gli aspetti tecnici e accessori del veicolo scelto, oltre che a una serie di modalità di pagamento da remoto perfezionati su misura.

Questo il semplice iter da seguire:

  1. L’utente deve semplicemente inserire nella barra di ricerca la categoria, la marca, il modello, la carrozzeria e il prezzo più vicino alle proprie
  2. La ricerca riporterà diversi risultati e una volta scelto il modello si potrà iniziare una video call con un professionista del team Carmeli con il quale confrontarsi per tutti i dettagli e le possibili opzioni, tra cui permuta/finanziamento
  3. Conclusa la call l’iter proseguirà sempre online in un’area riservata con accesso tramite QR Qui l’utente potrà consultare il preventivo concordato con il consulente, inoltrare tutti i documenti richiesti e stipulare direttamente il contratto.
  4. Una volta definito il tutto, il cliente non dovrà far altro che ritirare l’auto appena acquistata e, se prevista una permuta, consegnare l’auto usata e l’eventuale documentazione prevista in originale nel Carmeli Point più

I Carmeli Point sono delle specifiche strutture presenti in tutta Italia, con dello staff professionale in grado di fornire tutte le informazioni ai clienti e periziare l’eventuale permuta.

 

 

Carmeli attraverso Click & Drive ha attuato quindi una vera e propria dematerializzazione e svolta green iniziata già da tempo e focalizzata sulle richieste cliente.

Lo staff altamente specializzato e sempre a disposizione di click, la procedura di acquisto e permuta dell’autoveicolo attuabile con passaggi semplici, sicuri e a portata di smartphone, oltre a un processo che evita sprechi di carta perché totalmente online, sono le caratteristiche che da qui in avanti differenzierà la concessionaria ancora di più dalla concorrenza.

Per la concessionaria ufficiale dei marchi Renault, Dacia, Nissan oltre che officina autorizzata anche per i brand Mercedes e Smart, il digitale non è il futuro ma il presente, così da affiancare il cliente in tutto anche a distanza e con un’anima sempre più green, sempre più rivolta ad un futuro tecnologico ed ecosostenibile.

CHI È GRUPPO CARMELI

Concessionaria ufficiale dei marchi Renault, Dacia, Nissan, oltre che officina autorizzata anche per i brand Mercedes e Smart, Gruppo Carmeli presenta sei showroom nelle province di Brescia e di Bergamo.

Con un ambiente igienizzato e organizzato secondo le misure di prevenzione previste dal Governo, da Gruppo Carmeli puoi trovare tutte le marche e i modelli che vuoi: auto nuove e usate e veicoli a km zero o con meno di 12 mesi di vita, veicoli commerciali da personalizzare secondo tutte le esigenze e soluzioni di noleggio a lungo termine.

Ma non solo: questa concessionaria con oltre 40 anni di storia, propone la migliore esperienza d’acquisto del settore, un’esperienza fatta di QUALITÀ, CONVENIENZA e CORTESIA certificata con la garanzia di “Best Digital Automotive Reputation” e più di 10.000 recensioni positive.

Per maggiori informazioni: www.gruppocarmeli.com