LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2021 LA VITTORIA ALATA DI BRESCIA VI ASPETTA SU SKY ARTE

LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2021 LA VITTORIA ALATA DI BRESCIA VI ASPETTA SU SKY ARTE

Lunedì 15 febbraio 2021, alle ore 20.45, Sky Arte (canali 120 e 400 di Sky) trasmetterà in anteprima lo speciale sulla Vittoria Alata di Brescia, una delle più straordinarie statue di epoca romana, che ritorna in città dopo due anni di restauro.

 

“Vittoria alata – Il ritorno di un simbolo” sarà disponibile anche On Demand e in streaming su Now TV.

 

Il documentario, promosso dal Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, curato daFrancesca Priori, prodotto da Roundabout, vedrà la partecipazione di Sonia Bergamasco come guida d’eccezione. Sarà lei, una delle attrici italiane più apprezzate del panorama cinematografico e teatrale, ad accompagnare lo spettatore alla scoperta della Vittoria Alata nel nuovo allestimento progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg e della sua storia millenaria, dalla sua creazione nel primo secolo d.C., alla sua scoperta nel 1826, alla sua vicenda odierna in dialogo anche con l’arte contemporanea.

Sarà anche l’occasione per riscoprire il Foro romano, e il suo complesso impianto urbano composto da santuari, templi, teatro e domus.

Il filmato, che rispetta il continuo rimando tra passato, presente e futuro, è composto da tre parti e si apre con Sonia Bergamasco che dialoga con la Vittoria Alata e le rivolge le medesime domande che ogni visitatore, dalle grandi personalità della cultura quali Giosuè Carducci o Gabriele d’Annunzio ai semplici amanti dell’arte, si è posto trovandosi alla presenza di questo personaggio potentissimo e immortale.

A questi interrogativi risponderanno esperti in gestione culturale – Francesca Bazoli e Stefano Karadjov, presidente e direttore di Fondazione Brescia Musei – archeologi – Francesca Morandini, curatrice delle Collezioni Archeologiche dei Musei Civici di Brescia, Anna Patera, direttore servizio trasversale materiali archeologici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e Marcello Barbanera, professore di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’Università La Sapienza di Roma – artisti – Maurizio Galimberti, Emilio Isgrò.

La seconda parte ruoterà attorno all’intervento di restauro e al nuovo allestimento che accoglie il capolavoro bronzeo. Si ripercorrerà il viaggio nel tempo della Vittoria Alata grazie a immagini di repertorio, fino al rientro a Brescia nel nuovo sito creato da Juan Navarro Baldeweg.

La terza parte si rivolge al futuro e ai messaggi che la Vittoria Alata saprà inviare, come simbolo dell’identità e rinascita che parte da Brescia e raggiunge l’Italia intera e che l’artista concettuale Emilio Isgrò ha già saputo interpretare con la sua l’installazione monumentale “Incancellabile Vittoria”, allestita nella fermata Stazione FS della Metropolitana di Brescia.

Il restauro è stato condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, promosso dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, con il sostegno della Regione Lombardia e con il patrocinio dell’Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed Arti e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.

 

 

 

Note biografiche

Sonia Bergamasco. Attrice e regista, musicista e poetessa, è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. A teatro lavora con Thomas Ostermeier, Thodoros Terzopoulos, Carmelo Bene, Giorgio Strehler ed è regista e interprete di spettacoli in cui l‘esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Al cinema e in televisione ha lavorato con Liliana Cavani, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Riccardo Milani e Roberta Torre.

 

Francesca Priori. Libera professionista, giornalista dal 1995, è autrice, ideatrice e curatrice di programmi culturali e di intrattenimento.

Letteratura, arte, design, scienza e ambiente sono i temi che più ha esplorato nel corso degli anni, mantenendo sempre in primo piano l’uomo e la sua ricerca personale e professionale.

Il suo sguardo si rivolge ai dettagli e alle cose più minute, alla ricerca della semplicità capace di raccontare l’essere umano.

 

Roundabout è una casa di produzione e post-produzione di Milano che negli ultimi anni si è occupata di film e documentari italiani e internazionali per conto di Sky Arte e Sky Arts Hub, Nexo Digital, Ballandi Arts. Ha curato la post produzione del film Botticelli – la nascita della bellezza, destinato alla proiezione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo nel 2021, e della serie Italian Season; il documentario Dante e l’invenzione dell’inferno, del quale abbiamo seguito la produzione, è arrivato finalista al premio EBU Rose d’Or. Recentemente ha collaborato anche alla post produzione della serie Why Do We Dance, vincitrice del premio Prix 2019 e nominata agli International Emmy Awards 2020.

DAVID M Dall’8 febbraio su YouTube la première del  suo nuovo singolo “Sognare la felicità”,  una ballad romantica perché “Sognare è ancora permesso oggi?”

DAVID M Dall’8 febbraio su YouTube la première del suo nuovo singolo “Sognare la felicità”, una ballad romantica perché “Sognare è ancora permesso oggi?”

Sognare è ancora permesso oggi?” si domanda David M in “Sognare la felicità”, che sarà lanciato l’8 febbraio alle ore 18 sulla piattaforma YouTube, un nuovo singolo che farà scoprire l’artista salodiano in una veste totalmente inedita.

David M metterà in risalto le sue emozioni attraverso questa nuova ballad romantica dal sapore sanremese, nella quale si chiede se è ancora possibile “Sognare la felicità”, enfatizzando così il nostro quotidiano visto come un pianoforte fatto di “tasti neri e tasti bianchi”, fatto di un mix di speranza e consapevole amarezza.

Nota per nota si crea la melodia, così è la vita” canta David M all’interno del brano, che potrete ascoltare e assaporare lunedì 8 febbraio 2021 alle ore 18 grazie alla première sul suo canale ufficiale YouTube.

Sono consapevole che questo nuovo singolo è una nota che si aggiunge al mio percorso arricchendolo” – asserisce David M – “e ho voluto imprimere sulla carta e in musica l’emotività e le fragilità dell’essere Artista e Persona in questo momento. Grazie inoltre alla produzione musicale di Raf Briganti e MykeBeat, che stimo, si è creato quel connubio magico che permette alla nostra vita di farsi canzone”.

D’ispirazione orchestrale con sonorità sanremesi, fatta di dolci note del pianoforte e enfatici levare di timpani e archi, il concept video, che accompagna il brano, è una sperimentazione visiva ed estetica, che cerca di valorizzare la lirica e la melodia.

Come per la stesura dell’ultima uscita di Work in love, questa canzone è il risultato di quella consapevolezza amorosa mista alla fattibilità di emergere nel mondo musicale, perché ogni azione può scatenare qualsiasi cosa o il nulla e sta sempre a noi decidere se sognare o meno la nostra felicità.

Ora non vi resta altro che attendere lunedì 8 febbraio per scoprirla insieme a noi.

 

Chi è David M?

David M, al secolo Davide Fusco, è nato a Napoli l’1 ottobre 1992 e vive a Salò (BS) con la madre sicula e il padre partenopeo e, per un assurdo gioco di migrazioni familiari passate, si ritrova ad avere una famiglia di composizione cosmopolita. Sono state queste parentele a sviluppare in lui un senso camaleontico di attitudine e comprensione dei pregi delle diverse culture mondiali.

Nel 2002 David M è rimasto folgorato dall’unione di teatro e musica, vedendo il musical “Notre Dame de Paris”, che ha alimentato il suo fuoco artistico e che circa una decina di anni dopo l’ha portato a intraprendere corsi di dizione e canto con un amore verso la musica Pop mondiale. David M è laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e Spettacolo con indirizzo Ideazione e Produzione per i Media e lo Spettacolo all’Università di Brescia e all’Accademia di canto moderno, supervisionata dal maestro Stefano Gelmini ed è stato seguito dalla docente Anna Gotti, che gli ha fatto esaminare le potenzialità della sua voce calda e dinamica.

Ha già registrato e prodotto il suo primo album omonimo nel 2018, lanciato da Love Pop il primo singolo di traino in stile dancepop e seguito dalla emozionante ballad Run Away. L’album ha riscosso un buon successo, entrando nella Indie Music Like e arrivando anche all’attenzione dei media nazionali in Messico.

A inizio 2020 incomincia il lavoro in produzione del secondo album, dal titolo ancora top secret, sempre insieme ai produttori MykeBeat e Raf Briganti, che lo porterà a produrre anche il singolo con rainbow beats della canzone Mantra. A fine novembre invece dello stesso anno è uscito il lyric video per la canzone Work In Love, una potente ballad sull’amore incondizionato.

Si veste spesso di nero, non sopporta il caldo, i luoghi comuni, l’appiattimento delle forme d’arte e gli piace essere camaleontico nella sua arte, alternando momenti dance a momenti più intimi e introspettivi. Il suo sogno rimane quello di costruire la sua vita intorno alla musica.

 

crediti fotografici: Ilaria Bravo

RIAPRONO I MUSEI STATALI LOMBARDI

Ufficializzato il giallo per la Lombardia, in Palazzo Litta – sede della Direzione regionale Musei della Lombardia – si è lavorato anche di sabato e domenica per poter riaprire quante più sedi possibile già a partire da martedì 2 febbraio.

“Grazie alla volontà corale del personale apriranno già martedì mattina – annuncia il Direttore Emanuela Daffra – il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo a Sirmione (tra le sedi più visitate in Lombardia), la Cappella Reale Espiatoria, a Monza, Palazzo Besta, a Teglio”.

Mercoledì 3 sarà la volta del Museo della Certosa di Pavia e della Villa Romana di Desenzano del Garda mentre il giorno successivo toccherà al Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, a Vigevano. In questo caso il leggero ritardo è dovuto ai lavori in corso al secondo piano che hanno avuto ripercussioni sugli spazi espositivi, ora da sistemare per accogliere i visitatori al meglio.

La chiusura di questi mesi ha consentito infatti di mettere in cantiere diversi interventi di adeguamento delle sedi museali. La gran parte si sono conclusi, ma altri sono ancora in corso. Come è il caso del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane a Capo di Ponte. Qui, maltempo consentendo, si conta di completare messa in sicurezza dei parapetti, potatura e sistemazioni delle piante entro la settimana. In attesa delle novità primaverili che saranno annunciate a breve, Naquane ed il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo riapriranno le porte da martedì 9 febbraio.

Resterà invece chiuso il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica, a Cividate Camuno, di cui si sta completando il trasferimento nella nuova sede che sarà inaugurata ad aprile: intervento complesso, importante e molto atteso, che vogliamo divenga segno concreto della presenza attiva dei musei sul territorio.

Caso a parte è quello del Cenacolo di Leonardo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. “È un bene statale di importanza strategica per Milano e non solo – ribadisce Emanuela Daffra – ed è quindi nostra volontà, oltre che nostro interesse, renderlo visitabile in tempi il più veloci possibile, tenendo tuttavia conto della particolare delicatezza di quel monumento e dei meccanismi articolati che sovrintendono alla sua fruizione. L’obiettivo a cui stiamo lavorando con il personale e con il concessionario è di accogliere i visitatori da martedì 9”.

Infine il tema degli orari di apertura. Tenendo conto della situazione ancora fluida e incerta sotto il profilo della risposta del pubblico si parte in via sperimentale con un orario transitorio che, nella maggior parte dei siti, privilegia le mattine e che sarà in vigore per le prossime 3 settimane.

MARCO GANDINI, REGISTA D’OPERA LIRICA A NOME DELLA COMMISSIONE ARTISTICA DELLA FONDAZIONE EMILIANO FACCHINETTI RISPONDE AL “DOSSIER DE CARLI”

Il regista d’opera, erede di Franco Zeffirelli, da Tokyo, durante i lavori dell’opera Mozartiana “Le nozze di Figaro” smonta punto per punto tutte le pagine del Dossier: «osservazioni tese a denigrare un progetto artistico ad esclusivo valore culturale come FCH» e «attacco puntualizzato solo su alcune persone del territorio per una rivalsa e competizione di carattere locale».

 

” […] Sono un membro della commissione artistica di FCH e mi trovo attualmente a Tokyo per la realizzazione di uno spettacolo lirico, Nozze di Figaro di Mozart: un vertice della letteratura musicale di stile italiano. In questa stessa città ho inaugurato qualche anno fa il New National Theatre, un teatro nuovo considerato fra i più avanguardistici e meglio concepiti al mondo, con l’allestimento di un caposaldo della opera lirica italiana, Aida, ammirato e rimasto per lungo tempo in repertorio.

La prego di prendere questa lettera come risposta pubblica alle osservazioni avanzate dal maestro De Carli tese a denigrare un progetto artistico di esclusivo valore culturale quale rappresenta FCH e la Fondazione Facchinetti.

Il maestro liquida il progetto come “culturalmente ingiustificato”.
Come può una entità musicale, che produce musica e teatro, essere considerata culturalmente ingiustificata? Questa affermazione è paradossale e ancor più se pronunciata da una persona che si distingue nell’esercizio della musica come De Carli, perché equivarrebbe a dire che le stesse associazioni musicali, che lui sovrintende e promuove, sono ugualmente ingiustificate.

La musica è un bene umano, necessario allo spirito e alla buona formazione dell’individuo. Io collaboro con la Hilti Foundation che è fortemente impegnata con ingenti somme sul fronte umanitario e culturale, in vari paesi del mondo e principalmente in Venezuela, dove tutti i più grandi musicisti hanno risposto con la loro presenza alla esigenza di formazione ed esercizio musicale (su tutti il maestro Claudio Abbado) per il miglioramento del tessuto sociale e welfare, accompagnati dal plauso di tutte le agenzie internazionali, Nazione Unite in primis.

L’opportunità di creare un hub tecnologicamente dotato e architettonicamente all’avanguardia nel rispetto delle norme ambientali, quale è FCH, che possa creare e ospitare un’ampia scelta di spettacoli musicali e di balletto, è una proposta culturalmente valida e necessaria, così come anche avvallato in questi tempi di emergenza da tutti i più alti rappresentanti dell’arte e della musica italiani e mondiali, nonché dalle amministrazioni politiche e di governo. Questo attacco del maestro De Carli, di un musicista quindi, contro la possibilità di esercitare la musica e di offrirla a una larga comunità è sbalorditivo e non ha giustificazione.

Il maestro Muti è una voce importante di questo stesso coro che promuove il valore sociale ed umano della musica e del teatro, e proprio pochi giorni fa ha rilasciato una sentita e lunga video-intervista su Repubblica con il direttore Maurizio Molinari per sottolineare come la mancanza di orchestre e l’insufficienza di studio e fruizione della musica e del teatro siano elementi di grandissima preoccupazione rispetto ai quali bisogna assolutamente intervenire, con “teatri che devono essere affidati a giovani con l’aiuto degli enti locali, degli imprenditori, delle persone abbienti (sponsors), perché l’Italia ha bisogno di idee e linfa nuova”, indicando l’Italia come “il paese che ha dato nome alle note, inventato il teatro in musica….un paese straordinario che ha abdicato il suo compito di guida in Europa”. Una dichiarazione inequivocabile che proviene dalla massima autorità italiana della musica, ammirata in tutto il mondo, orgoglio della nostra identità artistica di italiani.

Una altra principale obiezione del maestro De Carli riportata nell’articolo è il problema dell’affluenza e riempimento di pubblico di una grande sala come FCH. Su questo punto ho l’impressione che De Carli si limiti a una sua visione “comunale” e limitata a piccoli eventi.

Noi abbiamo preparato un piano triennale di programmazione artistica assolutamente equilibrato tra concerti sinfonici, opera lirica, balletto classico e contemporaneo, concerti pop e musical, rispetto al quale sono già stati individuati i principali artisti che fanno parte del grande circuito a cui noi abbiamo la possibilità e capacità di accedere e che hanno già espresso la loro volontà di partecipare a questo grande polo artistico in Franciacorta.

Non si tratta di una “routine di concerti” mensili come ha divulgato il maestro De Carli, ma di una cospicua proposta artistica di convalidato valore, che è da sostenere e favorire perché di pubblico interesse e di pregio indiscutibile.
Ora non siamo nella fase e tempo di conferenze stampa per la presentazione delle stagioni, che ovviamente avverranno nei tempi normalmente prescritti, ma la linee generali possono essere certamente prese in anticipata e riservata visione dagli amministratori in capo del territorio.

Franciacorta Concert Hall è rivolta a una bacino territoriale ampio, non solo comunale come desumo intende il maestro De Carli, ma interregionale e internazionale: ognuna delle tre stagioni configura delle proposte artisticamente valide e produzioni ammiraglie che sono di indubitabile e straordinario richiamo di grande pubblico. Il programma triennale è stato oggetto di uno studio attento che ha coinvolto più parti della commissione artistica, nella filosofia e mission di creare una larga condivisione artistica per l’ottenimento di massimi risultati.

Riguardo alla inopportunità rappresentata dalla “commistione” dei generi proposti (lirica, pop, danza, eventi speciali), che secondo De Carli è evidenza di “una mancanza di progetti concreti”, vorrei sottoporre alla vostra attenzione che la grande produzione mondiale, attuale e all’avanguardia, va esattamente in questa direzione, cioè nella proposta di molteplici eventi di natura diversa, affinché ogni genere tragga forza e interesse dalla vicinanza dell’altro nel disegno di attrarre e aumentare progressivamente un pubblico nuovo per ogni categoria di genere anno per anno.

Il Kennedy Centre di Washington lavora già da tempo in questa direzione: io vi ho partecipato con due spettacoli operistici e ho potuto verificare il successo di questa offerta ad ampio raggio di eventi differenti tra loro. Ma riguardo all’affluenza di pubblico sottopongo all’attenzione anche quegli spettacoli che furono programmati allo Stadio Olimpico di Roma con l’amministrazione del sovrintendente Escobar del Teatro dell’Opera negli anni 90, che fecero da subito dei numeri di affluenza sbalorditivi, raggiungendo cifre attorno ai dieci mila spettatori, per tutti gli anni di programmazione: io ero alla regia di uno di quegli spettacoli e posso testimoniare che l’attrazione e il successo di pubblico non era dato dalla presenza di una qualsivoglia star (che non c’era), ma dalla compiutezza dello spettacolo in tutte le sue parti, per intenderci, dalla spettacolarità stessa dell’insieme. Con Franciacorta Concert Hall abbiamo una struttura che ha la capacità e possibilità di offrire una spettacolarità dieci volte tanto, per un pubblico vasto come le nostre proiezioni e studi ci indicano potenzialmente possibile.

Il bacino territoriale lombardo è equiparabile a una grande città, come Roma, o meglio ancora come Washington, Los Angeles e Tokyo. Io sono Lombardo-Veneto e vivo a Vicenza: certamente la mia zona (come anche quella che coinvolge Franciacorta) è da considerarsi in una visione più ampia rispetto a una singola città, un territorio costituito da un grande

insediamento urbanistico, un asse che va da Venezia a Sirmione, come una grande metropoli interconnessa perfettamente nei suoi segmenti abitativi, aziendali e turistici.

Riguardo alla concomitanza di generi diversi, oggi sono acclamate le orchestre sinfoniche che programmano brani tratti dalle colonne sonore dei film: non solo la Los Angeles Symphony Orchestra per motivi di vicinanza con Hollywood, ma anche per i Wiener Philamoniker è ormai normale eseguire la partitura di Star Wars di Williams, come anche la musica di Hans Zimmer è entrata nel repertorio classico. Lo stesso Hans Zimmer ha costruito degli spettacoli sinfonici di straordinario successo ed acclamazione proprio nella linea di commistione che non è detrimento, ma arricchimento! Non c’è alcun male o danno nel presentare una programmazione ad ampio spettro ed eterogenea, che è nello stile e proposta artistica delle moderne concert hall del mondo a cui Franciacorta Concert Hall deve essere idealmente associata.

L’ attrattiva del luogo è sicuramente importante per determinare l’interesse e l’affluenza del pubblico come sostiene il maestro De Carli, e la terra di Franciacorta con il fascino del suo territorio rientra in questa categoria. Io posso assolutamente testimoniare per esperienza personale esercitata in tutto il mondo che l’affluenza del pubblico non dipende dalla presenza di una star o più stars: in Arena di Verona ho partecipato a spettacoli non esauriti seppur avessero star del calibro di Domingo e Carreras, e voglio anche riportare le produzioni al Met di New York con cast stellari che non riuscivano a vendere biglietti neppur a un costo ridotto appositamente a 10 USD e una promozione gigantesca, casi avvenuti più volte negli ultimi anni. Il pubblico ha sempre invece risposto copiosamente alle chiamate degli spettacoli quando questi avevano una visione di insieme e completezza, quando vi era una distinta proporzione nella esecuzione musicale, una spettacolarità concordante con l’insieme in un equilibrio delle parti con il tutto.

Dal punto di vista della programmazione artistica FCH rappresenta quella “linfa nuova” auspicata anche dal maestro Muti, ove la Fondazione Facchinetti ha avuto la lungimirante e innovativa idea di creare da tempo una commissione artistica, una tavola rotonda per il concepimento della proposta e offera di spettacoli, formata da membri di differente storia e curricula artistici affinché queste proposte siano le più interessanti e attraenti possibile, fuori da schemi consueti e consunti, se nonché prevedibili. Questo è un atto esclusivo e intelligente che denota una grande capacità direttiva e una visione importante della sovrintendenza della Fondazione Facchinetti, che diventa così capace di raggiungere e di interfacciassi con una grandissima rete di personalità artistiche mondiali, ospiti delle nostre stagioni.

Il maestro De Carli stigmatizza anche l’aspetto o piano economico, trattato “con una superficialità che ha dell’incredibile, presentando frettolosamente delle cifre”. Riguardo a questo punto, sul progetto FCH sono state condotte approfonditissime indagini di mercato e analisi finanziarie da parte di più uffici economici nell’arco di due anni. Proprio perché il finanziamento è a carattere privato, questo ha reso necessario un asset economico preciso e una previsione di spesa senza errori.

Dal dossier viene anche riportato che il maestro De Carli imputa a FCH la intenzione di “confidare in ingenui amministratori che accettano acriticamente” qualsiasi cosa. De Carli opera artisticamente nel territorio, e forse trasferisce una sua personale proiezione e idea dell’amministrazione locale, assolutamente non condivisa.

Come membro della commissione artistica di FCH parlo a nome dell’intera commissione di cui fanno parte le persone citate nell’articolo da De Carli, e anche a nome di altri membri della stessa commissione non citati. Noi assolutamente non giudichiamo le amministrazioni ingenue, riteniamo anzi la loro analisi di grande e necessario valore.

Vengono citati i nomi di alcuni componenti della commissione artistica, e solo su alcuni De Carli si scaglia con giudizi molto severi e offensivi, ingiusti e non corrispondenti, riguardo la loro professionalità. Io voglio con questa mia lettera testimoniare e confermare l’altissima professionalità di tutte le persone coinvolte nella commissione artistica, quelle citate e quelle non, nonché la dirigenza della Fondazione Facchinetti e avanzare il sospetto che in questo attacco, puntualizzato solo su alcune persone del territorio, si nasconda una specie di rivalsa e competizione a carattere locale.

La attività di Franciacorta Concert Hall non ha intenzione di competere con altre entità locali. Le altre istituzioni comunali o intercomunali possono trarre soltanto beneficio da un indotto artistico e di pubblico creato da un polo come FCH.

Attorno a FCH c’è la costituzione di un museo della musica e degli strumenti, e parte importantissima, la costituzione di una Accademia di Formazione per i cantanti, musicisti e mestieri del teatro. Io sono stato docente principale presso l’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala per quindici anni, presso l’Università di Musica Showa di Tokyo dal 2007, che è al primo posto per la formazione operistica in tutto il Giappone con collaborazioni europee e con gli altri paesi asiatici, Cina e Corea, e dal 2017 sono direttore artistico presso la Fundación Nacional Simon Bolivar di Caracas per il programma internazionale di formazione operistica, e da due anni docente principale per l’Opera Studio presso l’Accademia Musicale e Teatrale di Tallinn, con collaborazioni con i conservatori dei paesi nordici.

La attività accademica è assolutamente principale per il ruolo e responsabilità culturale di una entità musicale importante, nonché l’indotto territoriale creato da questa stessa attività accademica è gigantesco e di importanza massima. La struttura della accademica è già dettagliata e precisamente articolata in tutte le sue parti, ed è il frutto della collaborazione intensa di alcuni membri della commissione artistica incluso me stesso.

In conclusione, non sta a noi sottolineare il grandissimo interesse pubblico rappresentato da un hub musicale, teatrale, museale ed accademico nella forma e stile di FCH perché questo si evidenzia da sé. Anche in termini occupazionali è chiarissima la offerta rappresentata da centinaia di possibilità di lavoro. L’indotto sul territorio di un polo culturale di grande livello è gigantesco e questo è altrettanto un aspetto conosciuto da tutti e ben visibile anche in festival estivi ove la presenza del festival rappresenta la sussistenza stessa per l’intero anno del comune o città ospitante.

Ricordo come nella mia città di Vicenza, che accoglie il teatro al chiuso più antico e suggestivo al mondo, il Teatro Olimpico del 1580 di Andrea Palladio, si fosse creata una dialettica accesissima sulla necessità o meno di costruire un nuovo teatro, giudicato inutile, inopportuno, un ennesimo spreco dell’amministrazione, una offesa alla presenza del grandissimo e unico Teatro Olimpico e delle sue rappresentazioni. Il sindaco volle a tutti i costi la costruzione di quel teatro nuovo perché era assolutamente certo della necessità di una offerta culturale alla cittadinanza, voleva creare un luogo per giovani, adulti, per chi ama il balletto, il musical, il pop. Il teatro è stato costruito ed è ritenuto ora dall’intera cittadinanza, in modo assolutamente trasversale, la grande opera di quel sindaco, la sua eccellenza come amministratore. Gli spettacoli sono molteplici e di diversa natura sempre tutti esauriti, mentre al Teatro Olimpico due anni fa si è inaugurata una altra nuova stagione lirica di richiamo internazionale.

Il mio desiderio è che il territorio e le sue parti buone vogliano vedere il valore di una grandissima ed esclusiva opera, unica in Italia, che non può che dar lustro al territorio e alle amministrazioni che l’hanno favorita. Come nella scienza e astrofisica si uniscono i grandi telescopi di tutto il mondo per avere una unica e sola grande visione del cosmo e vedere oltre l’inimmaginabile, galassie lontane all’origine del tempo, anche l’unione e il favore di tutti darà luce a questa grande visione culturale, dove le cittadinanze locali avranno l’opportunità di avere spettacoli esclusivi in un luogo esclusivo, ed unirsi a un altro grande pubblico che ammirerà non solo quegli spettacoli, ma la grandezza del territorio e dei comuni di Franciacorta. […]”

 

LA VITTORIA ALATA PER IL NUOVO CAPITOLIUM

LA VITTORIA ALATA PER IL NUOVO CAPITOLIUM

TORNA A BRESCIA LA VITTORIA ALATA RESTAURATA
E RIAPRE BRIXIA – PARCO ARCHEOLOGICO DI BRESCIA ROMANA CON UN NUOVO ALLESTIMENTO MUSEALE FIRMATO DAL GRANDE ARCHITETTO SPAGNOLO JUAN NAVARRO BALDEWEG

Una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana nel rinnovato Capitolium di Brescia; un ricco palinsesto di iniziative espositive per il ritorno del capolavoro, icona della città.

La Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana, ritorna a Brescia dopo due anni di restauro, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, promosso dal Comune di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, con il sostegno della Regione Lombardia e con il patrocinio dell’Ateneo di Brescia, Accademia di scienze lettere ed Arti e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.

La grande statua in bronzo, simbolo della città di Brescia, amata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia, è una delle opere più importanti della romanità per composizione, materiale e conservazione,e uno dei pochi bronzi romani proveniente da scavo giunti fino a noi.

Un evento destinato a valorizzare l’area archeologica Brixia – Parco Archeologico di Brescia Romanacon la collocazione del capolavoro bronzeo nel Capitolium in un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg (Santander, 1939) e concepito per esaltare le caratteristiche materiche e formali valorizzate dalla complessa operazione di restauro.

Il delicato impegno di garantire alla Vittoria Alata le migliori condizioni di conservazione è stato assolto dal Gruppo A2A, che grazie alla esperienza pluriennale nell’ambito dell’impiantistica speciale e del patrimonio storico monumentale ha saputo individuare le migliori soluzioni, affidandosi a professionisti e fornitori di comprovata competenza. Da questo momento inoltre, grazie allo straordinario impegno di A2A e Comune di Brescia il Tempio Capitolino è esaltato da una nuova illuminazione che ne valorizza le architetture nel pieno rispetto dei valori archeologici che esprime.

 

IL RESTAURO DELLA VITTORIA ALATA

La Vittoria Alata venne ritrovata insieme a sei teste di età imperiale e a centinaia di altri reperti in bronzo nel 1826, durante gli scavi archeologici condotti nell’area dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, in un’intercapedine dell’antico tempio, dove forse era stata occultata per preservarla da eventuali distruzioni. La scultura, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa indiretta, è databile intorno alla metà del I secolo dopo Cristo, forse ispirata a modelli più antichi.

L’operazione di restauro e di ricerca ha coinvolto circa trenta professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna di epoca ottocentesca a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria, e infine sulla stesura di un materiale protettivo. Durante questo processo, sono state condotte indagini scientifiche ed esami volti a una conoscenza più approfondita della tecnologia di costruzione, oltre alla cronologia e origine della statua stessa.

Le équipe dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di Fondazione Brescia Musei, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza Università di Roma e dell’azienda Capoferri hanno dedicato grande cura alla progettazione e realizzazione di un nuovo supporto interno alla statua altamente tecnologico per sorreggere le ali e le braccia, che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute dal dispositivo ideato nell’Ottocento.

 

LA NUOVA INSTALLAZIONE MUSEALE DELLA VITTORIA ALATA A CURA DI  JUAN NAVARRO BALDEWEG

L’inedito allestimento, curato da Juan Navarro Baldeweg, si pone all’avanguardia nella museografia internazionale; un progetto complesso, in ragione del luogo speciale nel quale viene declinato e per l’importanza delle opere da valorizzare, da leggere come un’opera totale nella quale il rispetto dei criteri conservativi, illuminotecnici e tecnologici si sposa con la cura dei materiali. Il coordinamento della direzione lavori dell’allestimento architettonico è stato garantito dalla competenza dell’architetto Camillo Botticini (Studio ARW,Botticini+Facchinelli, Architectural |Research|Workshop).

In esso, la scelta di un pavimento in terrazzo veneziano, coerente con i tradizionali pavimenti romani, convive con le ragioni della sicurezza e della stabilità della statua, collocata su un piedistallo cilindrico in pietra di Botticino, e garantita da una piattaforma antisismica progettata ad hoc insieme all’azienda THK.

Un tavolo-vetrina presenta le cornici in bronzo ritrovate insieme alla Vittoria nel 1826. Altri frammenti di cornici sono disposti sulla parete occidentale della cella, secondo uno schema pensato dall’architetto per richiamare la geometria tipica delle decorazioni di età romana.

La luce artificiale, concentrata in un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti, sospesa nello spazio e simile nell’aspetto a una luna solitaria, conferisce all’aula una dimensione fuori dal tempo ed è stata realizzata da iGuzzini Illuminazione.

Il progetto sulla Vittoria Alata ha dato vita a un ricco apparato editoriale che comprende la monografia Non ho visto nulla di più bello dedicata alla statua e al nuovo allestimento, corredato da un racconto fotografico firmato da Alessandra Chemollo, la guida aggiornata dell’area archeologica, il volume Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata a cura di Marco Roncalli che ripercorre la fortuna della scultura bronzea negli ultimi due secoli, così come l’hanno celebrata alcuni dei più importanti scrittori e uomini di cultura e il volume Il restauro dei grandi bronzi archeologici. Laboratorio aperto per la Vittoria Alata di Brescia, a cura di Francesca Morandini e Anna Patera, che contiene gli atti del convegno internazionale sul restauro dei grandi bronzi tenuto a Firenze a maggio 2019.

L’identità visiva studiata per la comunicazione del progetto culturale è stata realizzata dallo Studio Tassinari/Vetta cui va anche il merito di aver progettato, su disegno di Paolo Tassinari, la vignetta del francobollo celebrativo emesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che raffigura la Vittoria Alata in grafica stilizzata.

IL PALINSESTO

Per festeggiare la Vittoria Alata, la Fondazione Brescia Musei ha studiato un ricco palinsesto di eventi espositivi al Museo di Santa Giulia e al Capitolium, inaugurato già nell’estate del 2019, nell’ambito del Brescia Photo Festival, con la mostra Dea. La Vittoria alata dalle immagini d’archivio a Galimberti, che ne ripercorreva la storia fotografica. Seguono poi i progetti espositivi:

Juan Navarro Baldeweg. Architettura, pittura, scultura, a cura di Pierre-Alain Croset (fino al 5 aprile 2021);

Emilio Isgrò. Incancellabile Vittoria; Fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia, a cura di Marco Bazzini (dal 27 ottobre 2020)

Alfred Seiland. Imperium Romanum. Fotografie 2005–2020, a cura di Filippo Maggia e Francesca Morandini (5 marzo – 18 luglio 2021);

Palcoscenici archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli per la Vittoria Alata di Brescia (23 aprile 2021 – 9 gennaio 2022);

Il lungo viaggio di un mito, a cura di Marcello Barbanera, Francesca Morandini e Valerio Terraroli (24 settembre 2021 – 30 gennaio 2022);

Emilio Isgrò, una retrospettiva per Santa Giulia e il Parco Archeologico di Brescia Romana (primavera – estate 2022).

 

Il calendario delle mostre testimonia il continuo dialogo tra il patrimonio storico e la contemporaneità in un intrecciarsi di riflessioni e contaminazioni di linguaggi di cui sono esempio gli interventi di Emilio Isgrò e Francesco Vezzoli, la storia a fumetti Topolino e l’avventura della Minni Alata, pubblicata in Topolino numero 3391, il progetto teatrale Calma musa immortale. Albe di Vittorie a cura del Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, i due video mapping show con animazioni in 3D, prodotti da Scena Urbana per due luoghi significativi della città di Brescia come la facciata del cortile interno di Palazzo Broletto e il Chiostro di San Salvatore.

Il progetto ha beneficiato del coinvolgimento delle eccellenze cittadine e nazionali, come la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Unità di Progetto completamento Pinacoteca, riqualificazione Castello e patrimonio monumentale del Comune di Brescia, il Gruppo A2A; ed è stato possibile grazie al contributo di aziende di eccellenza nei rispettivi settori: Apice e Agliardi per movimentazione e trasporti, iGuzzini spa per l’illuminazione, THK per la base antisismica, Capoferriper il supporto interno della statua e parte dell’allestimento, il Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico per il basamento della statua, SIAT per la copertura assicurativa, Milan Ingegneria per i calcoli strutturali, Visit Brescia-Bresciatourism per il supporto alla comunicazione.

Il progetto è reso possibile grazie alla sensibilità e alla generosa partecipazione di alcune aziende che, tramite il sistema dell’Art Bonus, hanno donato i fondi per il restauro della statua: Antares Vision, Camozzi Group, Gruppo Saottini, Ori Martin, Tamburini, Ubi Banca che fa parte del Gruppo IntesaSanpaolo, Ubi-Fondazione CAB, Lions Club Brescia Host e la Signora Valentina Cantoni.

L’iniziativa è sostenuta dall’innovativo patto pubblico-privato Alleanza per la Cultura di Fondazione Brescia Musei, a sostegno della valorizzazione e promozione del patrimonio artistico cittadino e dei grandi eventi culturali di Fondazione Brescia Musei.

Un ringraziamento particolare al Comitato Scientifico di Fondazione Brescia Musei per l’appassionato e continuo apporto di competenze e al personale del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Musei che negli ultimi due anni ha consentito con uno straordinario lavoro di squadra il raggiungimento degli ambiziosi traguardi che oggi sono presentati.

 

                               

NUOVA VESTE PER CORSIA DEL GAMBERO, GRAZIE A GRUPPO BRIXIA

NUOVA VESTE PER CORSIA DEL GAMBERO, GRAZIE A GRUPPO BRIXIA

 

Storia, arte e cultura si intrecciano nel cuore celato di Brescia, per Natale arriva #brixi

Brescia, 27 novembre 2020 – Brescia riscopre un gioiello prezioso: Corsia del Gambero, via del centro storico che collega in direzione nord-sud corso Giuseppe Zanardelli e via Moretto passando per piazza Bruno Boni, torna a risplendere e a raccontare storie meravigliose fatte di arte, cultura, incontri e bellezza.

Un inatteso e apprezzato regalo alla città da parte di Gruppo Brixia, ideatore e promotore del riposizionamento della zona, che ha deciso di rendere il porticato, la piazza centrale e tutte le attività dell’area nuovamente protagonisti del Centro Storico cittadino.

COMUNE DI BRESCIA

“Sono davvero grata al Gruppo Brixia per questo progetto natalizio, che io considero un vero e proprio dono per la città” dichiara la Vicesindaco Laura Castelletti. “Le animazioni e gli allestimenti che sono stati predisposti accendono di una luce e di una atmosfera avvolgenti questa parte di centro storico, già per sua natura estremamente particolare. È una porzione di città che merita senza dubbio di essere maggiormente conosciuta e vissuta. E sono certa che in questa originale veste natalizia saprà entrare negli sfondi di parecchi selfie e nelle stories di ancor più numerosi instagrammers”.

GRUPPO BRIXIA
Dal 1960 Gruppo Brixia – presieduto da Patrizia Ondelli – si fa portavoce e promotore di solidità, crescita e valore condiviso sul territorio bresciano. Un ente storico, consapevole, con unachiara visione aziendale fondata sulla collaborazione e sul fare rete per uno sviluppo e una crescita continua e organica. L’obiettivo? Generare risorse da reinvestire in realtà e attività che siano in grado di dare valore all’intera comunità.

“Il progetto nasce con lo scopo di valorizzare il ruolo di Corsia del Gambero nell’ambito del centro cittadino con l’obiettivo di recuperare un luogo storico in una nuova dimensione caratterizzata dalla bellezza e dalla specificità dell’offerta commerciale. Per farlo è stata messa in atto una strategia di sviluppo su più fronti in sinergia con istituzioni, università e commercianti che inizia con il periodo di dicembre, ma che proseguirà con altre iniziative anche nel 2021” così Umberto Cocco, AD di Gruppo Brixia.

Non solo arte e cultura, Gruppo Brixia sostiene e promuove, tra i molti progetti, importanti iniziative a scopo benefico, su tutte la neo costituita Carolina Zani Melanoma Foundation. Racconta Patrizia Ondelli: “la Fondazione istituita in memoria di mia figlia Carolina, si occuperà di progetti di sostegno alla ricerca scientifica, al miglioramento delle cure e dei bisogni degli ammalati di melanoma e delle loro famiglie. Questo è quello che ho promesso a Carolina che avrei fatto e questo sarà il mio principale impegno a cui dedicherò le mie energie e risorse per i prossimi anni”.

NATALE IN CORSIA DEL GAMBERO

Corsia del Gambero è già realtà grazie al supporto strategico di Gruppo WISE – che ha coordinato le attività di branding, allestimento e comunicazione.

Nella piazza centrale a dare il benvenuto ecco #brixi: un omino pan di zenzero luminoso alto ben 6 metri, indiscusso protagonista della scena natalizia cittadina. Addobbi, fiori, luci e colori completano il quadro, in un’atmosfera ricca di condivisione, serenità e voglia di normalità.

ARTE E CULTURA AL CENTRO

Il marketing urbano rappresenta un approccio integrato di idee che si basa sulle esigenze dei principali gruppi di interesse della città: i cittadini da una parte, le istituzioni dall’altra. Tutti desiderano una città bella, vivibile, ricca di stimoli, porta- voce di valori e di conoscenza.

Corsia del Gambero sarà un nuovo punto d’incontro cittadino, un luogo dove arte, storia e cultura si fondono e si esaltano giorno dopo giorno, progetto dopo progetto. La cultura è un magnete per il turismo urbano, un elemento valoriale per la qualità della vita della città e un driver con cui portare a Brescia innovazione e creatività.

Non solo, con questo progetto si esalta la storicità di un contesto che nasce nel XV secolo e arriva ai giorni nostri ricco di aneddoti e particolarità, come ad esempio quella di ospitare tra le altre attività, proprio una galleria d’arte.
A completare il quadro di bellezza e inclusione, la collaborazione con l’Accademia Santa Giulia, il prestigioso istituto di belle arti cittadino. I ragazzi del corso di Ecodesign – tenuto dal prof. Alberto Mezzana – si impegneranno nello sviluppo di diversi progetti di riposizionamento dell’area Corsia del Gambero.

LA STORIA DI CORSIA DEL GAMBERO

La via nasce nel XV secolo come collegamento tra corso Zanardelli e l’albergo Gambero, dalla quale trae il nome. Configurata come un passaggio, dopo un per- corso di pochi metri, sboccava sotto un lungo portico sopra il quale si sviluppava l’albergo, affacciato su una corte stretta e lunga, della quale il portico costituiva appunto un fronte. Il resto degli ambienti affacciati sulla corte erano quasi tutti, a loro volta, di pertinenza dell’albergo.

L’area dove sarebbe sorto l’albergo attorno al 1465 fu inizialmente occupata da una casa opificio degli Umiliati, appartenente probabilmente alla comunità del vicino monastero di santa Maria Maddalena. In seguito alla sua dismessa, vi si stanziò il ghetto ebreo della città, poi sgomberato nel 1465; l’albergo venne dunque fondato e inaugurato lo stesso anno, adottando come insegna proprio l’immagine di un gambero. A sua volta, si pensa che questa insegna potesse trarre ispirazione dallo stemma dei nobili Gambara che avevano una proprietà nella zona poi venduta nel 1287 al comune o, più probabilmente, dalla presenza degli Umiliati del convento di santa Maria Maddalena che provenivano proprio da Gambara, centro della pianura bresciana.

 

www.corsiadelgambero.it
Instagram: @corsiadelgamberobrescia Facebook: @corsiadelgamberobrescia

Hashtag ufficiali: #corsiadelgambero #brixi