FILOSOFI LUNGO L’OGLIO” ANNUNCIA LA XV ediz. DAL 21 SETTEMBRE AL 30 OTTOBRE

FILOSOFI LUNGO L’OGLIO” ANNUNCIA LA XV ediz. DAL 21 SETTEMBRE AL 30 OTTOBRE

IL FESTIVAL ANNUNCIA LE DATE DELLA XV EDIZIONE CHE SI SVOLGERÀ DAL 21 SETTEMBRE AL 30 OTTOBRE SUL TEMA “ESSERE UMANI”

 La XV edizione di “Filosofi lungo l’Oglio”, ideato e diretto dalla filosofa Francesca Nodari, non si ferma e programma le date della XV edizione dal 21 settembre al 30 ottobre 2020.

Il festival, dopo un confronto con gli organi preposti e, in ottemperanza alle nuove direttive Ministeriali e Regionali in materia di salute pubblica, ha condiviso la necessità di spostare in autunno le date previste, in un primo momento, tra giugno e luglio.

Una decisione sofferta da parte degli organizzatori ma inevitabile per tutelare la salute pubblica, in accordo con il Presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, d’intesa con il Sindaco del Comune di Brescia, Emilio Del Bono, e le numerose municipalità coinvolte e condivisa, nel rispetto delle regole, da parte dell’intero Comitato scientifico, anche per assicurare la presenza di alcuni degli ospiti previsti nel fitto calendario in programma.

Mai come quest’anno è importante che la cultura si faccia sentire e che la variegata pluralità di voci che la rappresentano abbiano la possibilità di farsi ascoltare. Alla XV edizione di “Filosofi lungo l’Oglio si parlerà di «Essere umani», un tema importante e che apre, in un anno complesso quale il 2020, a una ricca serie di declinazioni sulle quali potranno nascere e fiorire i numerosi interventi di alcuni tra i più illustri filosofi e pensatori contemporanei che hanno aderito al festival.

In merito alla prossima edizione dice Francesca Nodari: «Stiamo per giungere al giro di boa dei tre lustri di questa manifestazione che, da anni, colora le estati delle svariate località che ospitano il Festival. Per la prima volta nella sua storia, quest’anno, la kermesse alzerà il sipario in autunno: procrastinazione resa necessaria dalla pandemia che ha ormai raggiunto dimensioni planetarie. In questo momento di prova e di incertezza, di stravolgimento delle nostre vite e delle nostre abitudini, dei nostri progetti e delle nostre agende cerchiamo, ispirandoci a Fichte, di trasformare l’ostacolo in slancio, nella convinzione che questa XV edizione rivesta un carattere eccezionale sia per il tempo del mondo in cui abitiamo – teso tra un presente sospeso e un responsabile distanziamento sociale – sia per il bacino territoriale in cui si svolge sia per il tema prescelto che, mai come oggi, riguarda e chiama in causa ciascuno di noi. Nessuno escluso. Umanissimo è il nostro bisogno dell’altro, indispensabile il nostro essere-in-relazione, estremamente evocativa la catena umana di leopardiana memoria».

Il Festival Filosofi lungo l’Oglio è stato insignito per cinque anni consecutivi della prestigiosa medaglia del Presidente della Repubblica ed è l’unico festival di filosofia ad aver ricevuto per tre bienni consecutivo il marchio europeo Effe Label 2019-2020, progetto sostenuto dalla Commissione Europea e realizzato da Efa, Associazione dei Festival Europei per premiare l’impegno artistico e la capacità di coinvolgere le comunità locali che guardano all’Europa.

Il Festival – promosso dalla Fondazione Filosofi lungo l’Oglio – è un soggetto di rilevanza regionale della Regione Lombardiae si pregia dell’adesione del Prefetto di Brescia e del Patrocinio della Provincia di Brescia.

AUTUNNO 2020 – IL NUOVO PROGRAMMA D’INIZIATIVE  PER LA CELEBRAZIONE DELLA VITTORIA ALATA

AUTUNNO 2020 – IL NUOVO PROGRAMMA D’INIZIATIVE PER LA CELEBRAZIONE DELLA VITTORIA ALATA

Il ritorno in città di una delle più straordinarie statue di epoca romana sarà per Brescia uno dei simboli che guiderà la rinascita dopo l‘emergenza Coronavirus

Il viaggio della Vittoria Alata verso Brescia non si è interrotto ma è solamente posticipato.

Allo stesso modo, a causa della grave situazione epidemiologica, tutte le iniziative progettate dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei per celebrare il ritorno di una delle più straordinarie statue di epoca romana, inizialmente previste da questa primavera, sono state necessariamente riprogrammate, a partire da settembre 2020.

“In attesa del ritorno della Vittoria Alata”, dichiara Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei, “i nostri musei sono pronti a riaprire per contribuire alla ripartenza della città e del suo tessuto, sociale e culturale, nella consapevolezza che il complesso momento che stiamo vivendo possa essere occasione per pensare a nuove modalità di fruizione del patrimonio artistico, in grado di portare persino ad un arricchimento della qualità dell’esperienza di una visita museale.”

“Il ritorno della Vittoria Alata”, afferma Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, “ovvero uno dei simboli più alti della città di Brescia tanto severamente colpita dalla epidemia, diventerà per la nostra città un segno tangibile della rinascita e un auspicio per la ripresa. Il lavoro sul palinsesto Vittoria Alata non si è mai interrotto e la riapertura dei Musei lascia ben sperare sulla rinascita che il ritorno della Dea alata promuoverà”.

Questa rinascita è sottolineata dalle campagne promozionali promosse in occasione della riapertura di due luoghi simbolo della città come Santa Giulia e la Pinacoteca Tosio Martinengo. Con i messaggi “Dove eravamo rimasti”, “L’avventura continua” e “Come prima, più di prima”, i musei accoglieranno i visitatori all’insegna della sicurezza e di una rinnovata proposta espositiva.

I luoghi che da giovedì 21 maggio riapriranno al pubblico saranno dunque la Pinacoteca Tosio Martinengo e il Museo di Santa Giulia, nel totale rispetto delle norme emanate a tutela della sicurezza e della salute di tutti e di conseguenza con nuove modalità.
In particolare l’affluenza sarà regolata secondo visite programmate di piccoli gruppi, alle quali si potrà partecipare su prenotazione e presentandosi nella fascia oraria prescelta. Le visite saranno inoltre accompagnate da operatori museali che garantiranno l’ottimale distanziamento tra i partecipanti e il necessario supporto informativo.

Dal 21 maggio, fino a fine settembre, gli orari verranno inoltre sostanzialmente rimodulatirispetto alle consuetudini passate, così da adeguarsi alle mutate esigenze. L’assenza dei gruppi e delle scolaresche che popolavano i musei in orario diurno infrasettimanale, ad esempio, offrirà ai bresciani e al turismo interregionale nuove occasioni di intrattenimento non aggregativo serale e nei fine settimana. Per queste ragioni la Pinacoteca Tosio Martinengo e il Museo di Santa Giulia apriranno il giovedì e il venerdì dalle 18 alle 22 (ultimo ingresso alle 20.15), e il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 21.30 (ultimo ingresso alle 19.45).

Fondamentale ricordare che per accedere alle visite programmate sarà necessario prenotarsi. Allo scopo saranno disponibili il CUP della Fondazione, 0302977833.34 – santagiulia@bresciamusei.com, e il sito www.bresciamusei.com

 

La Vittoria Alata sarà ufficialmente restituita a Brescia a novembre 2020.  Proprio in questi giorni si stanno facendo tutte le verifiche necessarie per la ripresa delle attività di restauro nel rispetto delle misure di sicurezza e di distanziamento. La statua tornerà in città dopo quasi due anni di lavori di restauro, promossi dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Bergamo e Brescia, e condotti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Trenta sono i professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria, sulla progettazione del sostegno interno a garanzia della statica del bronzo, e sulla stesura di un materiale protettivo, scelto anche in base alle caratteristiche dell’ambiente espositivo. Durante questo periodo, sono stati condotti studi, indagini scientifiche ed esami volti a una conoscenza più approfondita della tecnologia di costruzione e non solo.

La grande statua in bronzo, amata da Giosuè Carducci che la celebrò nell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da Napoleone III che ne vollero una copia, che per composizione, materiale e conservazione è una delle opere più importanti della romanità, avrà una nuova collocazione nella cella orientale del Capitolium, in un allestimento museale curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg.
È proprio presso il Capitolium che nel 1826, durante gli scavi archeologici condotti dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, venne ritrovata all’interno di un’intercapedine dell’antico tempio romano, insieme a sei teste imperiali e ad altri reperti, forse per preservarla da eventuali distruzioni.
La scultura, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, è databile al I secolo dopo Cristo, ispirata a modelli più antichi.

Da venerdì 18 settembre Brescia proporrà, come anticipazione dell’arrivo della Vittoria Alata, alcune iniziative tra cui la mostra-omaggio all’architetto Juan Navarro Baldeweg (Santander, 1939), autore dell’intervento del riallestimento della Vittoria Alata nel Capitolium.

La rassegna, in programma fino al 5 aprile 2021, dal titolo Juan Navarro Baldeweg. Architettura, pittura, scultura. In un campo di energia e processo, curata da Pierre-Alain Croset, ospitata nel Museo di Santa Giulia (Coro delle Monache, Basilica di San Salvatore e cripta), col patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presenterà una serie di opere – modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture – che ripercorrono la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, e che consentono di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti.

A seguire, dal 2 ottobre, in occasione del quinto centenario della morte di Raffaello (1483-1520), in Santa Giulia verrà proposta la mostra Raffaello: alle origini del mito, curata da Roberta D’Adda,dedicata all’artista urbinate con opere in grado di testimoniare lo sviluppo della fortuna dei suoi modelli nelle arti e presso i collezionisti, nonché la nascita di un vero e proprio ‘mito del divino pittore’, che raggiunse il suo massimo sviluppo nel XIX secolo, nel contesto della temperie culturale neoclassica prima e romantica poi.
Il percorso espositivo si aprirà con una serie di incisioni uscite direttamente dalla bottega di Raffaello grazie alla collaborazione con Marcantonio Raimondi (1480-1534), spesso ispirate a disegni appositamente pensati dal maestro o a versioni poco conosciute dei suoi capolavori più noti: tra le invenzioni affidate al bulino di Raimondi e dei suoi collaboratori si segnalano in particolare la celebre Strage degli innocenti e uno straordinario esemplare del Giudizio di Paride. A seguire, la mostra presenterà una ricca selezione delle stampe di riproduzione, italiane ed europee, che fiorirono tra il Cinquecento e l’Ottocento a opera dei più grandi artisti di questa disciplina, quali Ugo da Carpi, Giorgio Ghisi, Carlo Maratta, Francesco Rosaspina e Giovanni Volpato, con la straordinaria serie dei grandi fogli delle Stanze Vaticane e dei Pilastri delle Logge. La sezione riservata all’Ottocento si concentra infine su Brescia, dove attraverso una fitta rete di rapporti interpersonali giungevano esemplari in prima tiratura delle più importanti incisioni di Giuseppe Longhi e dei suoi allievi della scuola di Brera, e dove intorno al Redentore di Raffaello, acquistato nel 1821 da Paolo Tosio, si raccolse e si sviluppò un nuovo interesse per il maestro.

Le ali della Vittoria si estendono fino alla contemporaneità e sono state d’ispirazione a Francesco Vezzoli, bresciano di nascita, uno degli autori italiani più conosciuti e apprezzati del panorama artistico internazionale.
Per il ritorno della statua, Francesco Vezzoli ha progettato degli interventi curatoriali, radunati attorno al titolo di Palcoscenici archeologici, da gennaio 2021, capaci d’instaurare una relazione tra le sue sculture, il sito archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia.
Le opere condurranno lo spettatore dalla terrazza del Capitolium alla Basilica di San Salvatore, lungo un percorso cronologico che dal I secolo dopo Cristo giunge all’VIII secolo, tra cultura romana e longobarda.

Nella primavera 2021, la Fondazione Brescia Musei e il Comune di Brescia presenteranno, per la prima volta in Italia, 150 immagini, alcune di grande formato, tratte dal lavoro monumentale IMPERIVM ROMANVM di Alfred Seiland, (Sankt Michael im Lungau, Austria, 1952) di cui 30 inedite e 10 scattate a Brescia tra agosto 2019 e marzo 2020, che colgono il patrimonio antico della città in diverse stagioni e situazioni e ne documentano il valore monumentale e sociale, accompagnate dai video backstage del progetto.
L’artista austriaco, affascinato dalle scenografie cinematografiche dell’antica Roma, allestite a Cinecittà, ha viaggiato nei territori in cui si estendeva l’Impero Romano, dalla Siria alla Scozia, fermando sulla pellicola le diverse sfumature di interazione tra uomo e rovine.
L’esposizione, dal titolo Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020, curata da Filippo Maggia e Francesca Morandini, organizzata da Fondazione Brescia Musei in co-produzione con Skira, prevedrà per Brescia un percorso totalmente nuovo rispetto a quanto proposto nelle altre sedi europee, ripensato sulla base delle diverse percezioni del significato di “patrimonio” e arricchito da scatti inediti. I monumenti dell’Impero romano, diffusi in Europa e lungo il bacino del Mediterraneo, costituiscono per gli abitanti un’abitudine visiva, per i turisti un feticcio, per le infrastrutture un ostacolo; l’obbiettivo di Seiland offre una riflessione sempre attuale e spesso sorprendente.

L’iniziativa anticiperà la quarta edizione del Brescia Photo Festival, diretto da Renato Corsini, che si terrà sempre nel corso della primavera e il cui titolo Patrimoni, sottolinea il valore culturale, archeologico, storico e sociale dei beni culturali, dall’antichità romana alla contemporaneità.

A settembre 2021, Fondazione Brescia Musei in collaborazione con Skira promuove la grande mostra Vittoria. Il lungo viaggio di un mito al Museo di Santa Giulia.
L’esposizione, curata da Marcello Barbanera, Francesca Morandini e Valerio Terraroliapprofondirà il tema della Vittoria, indagandone storia, aspetti e declinazioni anche nell’età moderna e contemporanea, attraverso una serie di opere antiche provenienti dall’area del Mediterraneo e dalle zone più periferiche dell’Impero romano in grado di delineare la genesi iconografica di questo straordinario modello, che ancora non trova confronti specifici.
Le sezioni che compongono il percorso permetteranno ai visitatori di effettuare un viaggio nel tempo di 2.500 anni sulle ali appunto della Vittoria, attraverso la vista di reperti inediti e inconsueti, garantendo un’esperienza che cambierà radicalmente la percezione che finora si è avuta di questo simbolo e che permetterà di cogliere con maggiore ricchezza di sfaccettature il significato della Vittoria Alata, simbolo della città.

L’identità visiva studiata per la comunicazione del grande progetto culturale dedicato alla Vittoria Alata e alla città di Brescia è stata realizzata da Tassinari/Vetta, uno dei più importanti studi grafici in Italia.

CALENDARIO ATTIVITÀ ESPOSITIVE 2020 – 2021
FONDAZIONE BRESCIA MUSEI

18 settembre 2020 – 5 aprile 2021
Juan Navarro Baldeweg
Architettura, Pittura, Scultura
In un campo di energia e processo
Brescia, Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)

2 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021
Raffaello: alle origini del mito
Brescia, Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)

Novembre 2020
La Vittoria Alata per il nuovo Capitolium
Brescia, Tempio Capitolino (Via dei Musei 55)

Gennaio 2021
Francesco Vezzoli. Palcoscenici archeologici
Brescia, Tempio Capitolino (Via dei Musei 55) e Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)

Primavera 2021
Alfred Seiland. IMPERIVM ROMANVM. Fotografie 2005-2020
Brescia, Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)

Primavera 2021
Patrimoni. IV Brescia Photo Festival
Brescia, luoghi vari

Settembre 2021
Vittoria. Il lungo viaggio di un mito
Brescia, Museo di Santa Giulia (via Musei 81/b)

Brescia, 19 maggio 2020

MAURIZIO MIRI CREATIVITÀ E PASSIONE

MAURIZIO MIRI CREATIVITÀ E PASSIONE

Come stai vivendo questo lockdown?
Sicuramente, dal punto di vista personale, lo stare a casa con la mia famiglia mi ha fatto riscoprire il piacere di condividere più tempo con mia moglie e i miei figli.

Lavorativamente parlando mi ha dato modo di riflettere su come dovrà essere il mio nuovo modello di business; più servizio ai clienti, migliore organizzazione e accorciare la filiera produttiva per avere più contatto con la realtà.
Inoltre ho deciso di metterci la faccia! Da una settimana sono partito con il raccontare chi sono tramite un appuntamento live in instagram sul mio account @mauriziomiriofficial, appuntamento che si chiamerà “un pirlo dal miri”.

A seguito del grande successo lo riproporrò 3/4 volte al mese: racconterò il mio pensiero/processo creativo e in ogni live ci saranno ospiti/amici del calibro di Roy Paci (già ospite della prima puntata).

Ho capito che lo story telling del mio brand è cosa che interessa molto sia ai miei clienti wholesale ma soprattutto i clienti retail. Oggi, se hai un brand, sei obbligato a raccontare la storia da cui esso nasce e la visione in cui esso si evolve.

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Beh, innanzitutto l’utilizzo dello smart working è stato sicuramente un fattore importante in questi due mesi; mi ha dato la possibilità di continuare a lavorare, e in molti casi di lavorare anche meglio.

Sto valorizzando i rapporti umani confrontandomi di più con le persone, cerco di stringere partnership con fornitori clienti e colleghi, in modo da rafforzare l’azione di lavoro, che sicuramente risulta maggiore e più efficace se attuata in gruppo piuttosto che da soli.

Il tuo brand fornisce molte aziende. Che azioni avete intrapreso per affrontare que- sta crisi?
Il servizio sarà alla base dei nuovi rapporti di lavoro. Si dovranno scegliere oculatamente i propri clienti condividendo con loro un nuovo percorso, camminando uno a fianco all’altro. Quindi alla base di esso, ci dovrà essere chiarezza e rispetto.

Questa premessa è di rigore visto che ognuno dovrà fare la sua parte: saranno richiesti sacrifici a tutti i protagonisti del business, ci si darà una mano a vicenda, solo così si potrà far fronte alle nuove sfide che ci troveremo ad affrontare.

Come cambierà il mondo della moda secondo Mau- rizio Miri?
Il coro che si è alzato dagli addetti al lavoro è unanime, sobrietà!

Ci sarà un ritorno alla qualità intrinseca del capo, ai valori veri legati all’artigianalità caratteristica fondamentale del Made in Italy.

A supporto di questa tesi vi sono le interviste dei grandi brand, degli stilisti più importanti che stanno preparando collezioni più pulite, meno fronzoli, un inno al bello e al buon gusto.

Sobrietà intesa anche come rallentamento del vortice in cui ci eravamo infilati.

La nuova parola d’ordine sarà non più “fast fashion” ma “slow fashion”, poiché la qualità si raggiunge con i giusti tempi, la fretta è nemica del ben fatto!

Cosa ti è mancato maggiormente in que- sto periodo?
Due cose fondamentali: la possibilità di esprimere la mia creatività tramite il mio lavoro, quindi la realizzazione della nuova collezione p/e 21 che, tuttavia, dal 4 maggio ho potuto riprendere in mano, e il contatto con i miei clienti, andandoli a trovare, cosa che prima facevo continuamente, confrontandomi con loro tramite un interscambio di idee e di visioni da condividere assieme.

La prima cosa che farai quando il lockdown finirà?
A conferma di ciò che dicevo prima, farò un bel giro clienti, è importante farsi vedere, essere presenti soprattutto nei momenti di difficoltà e non farli sentire soli, infine mi tufferò a capofitto nel mio lavoro creativo, il terreno a me più congeniale per esprimere al meglio me stesso.

VALENTINA TAFFERINI – TALENTO E BELLEZZA

VALENTINA TAFFERINI – TALENTO E BELLEZZA

Com’era la tua vita prima della quarantena?
Ho sempre vissuto per il mio lavoro e prima dello scoppio di questa pandemia mi trovavo con il mio show a Mumbai, sono rientrata in Italia a metà febbraio, sarei poi dovuta andare in Olanda ed Inghilterra… e invece.

Cosa ti manca di più?
Mi manca l’adrenalina da palco, viaggiare e i bei momenti con le mie amiche.

Come stai passando queste giornate?
Le mie giornate in quarantena le sto passando serenamente, mi piace cucinare (i primi in particolare), creare costumi nuovi e coccolare il mio cane.

Cosa farai appena si potrà uscire?
Appena si potrà , vorrei fare una bella cena con tutti i miei amici.

Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
A non rimandare di troppo quello che si può fare nell’immediato.

Gli artisti sotto stress hanno sempre nuove idee, è capitato anche a te?
Per me questo è stato un buon periodo creativo proprio perché sono a casa in relax.

Un messaggio ai nostri lettori?
Non finite questa quarantena senza aver imparato qualcosa che non sapevate fare prima!

Un messaggio per i tuoi colleghi?
Usate questo periodo per creare qualcosa di nuovo, qualcosa che faccia la differenza per quando torneremo sul nostro caro palco.

poesia – LA FARFALLA

LA FARFALLA
di Tuly Sigalini

Tutto in te era meraviglia…
Mentre gli altri si affaccendavano,
tu ti impegnavi ad ammirare il cielo.
Sugli alberi fioriva primavera
e tu ne rispecchiavi il guardo.
Ti adornavi di grappoli e bocciuoli
e così vestita, seppur disarmata,
uscivi in mezzo alle tempeste.
Qualcuno diceva che eri strana,
così circondato dalla bruttezza
da non vedere il tuo combatterla.
Parlavi ai sordi sperando di entrarci.
Disegnavi per i ciechi convinta di colorarli.
Cantavi per i muti sognando di intonarli.
E quando veniva sera ti posavi, stanca,
ma non c’era riposo per chi, come te,
voleva risolvere con le equazioni dei sogni
ciò che ti sembrava sbagliato, superficiale,
così lasciavi tutto in sospeso per il domani.
E così ogni giorno, in ogni stagione,
mai stanca eppur così vulnerabile
da far pensare che un colpo di vento
avrebbe potuto spezzare le tue ali,
lasciando così il mondo un po’ più solo.
Tutto in te era meraviglia…

***

GRAZIELLA ANIQUETTO –  TRA CUCITO, MASCHERINE E AMORE PER I GATTI

GRAZIELLA ANIQUETTO – TRA CUCITO, MASCHERINE E AMORE PER I GATTI

Come è possibile trovare la propria strada tra amore per gli animali, un periodo storico in cui editoria e spettacolo sono sempre più in sofferenza, e un lontano amore per aghi e fili che risuona dentro al cuore? Lei è riuscita a… imbastire tutto.

Quando l’ho incontrata per la prima volta, ho pensato a una fatina. Sì, perché Graziella porta con sé una particolare eleganza, un fascino misterioso e mai esibito, ma soprattutto una dolcezza che si esprime attraverso quei suoi bellissimi occhi scuri. A volte, ora che ho avuto l’occasione e la fortuna di conoscerla meglio, si sottovaluta un po’ e forse lei stessa è la prima inconsapevole di tutte le qualità che gli altri vedono in lei. Ora ha avuto la bellissima idea di cucire personalmente alcune mascherine per aiutare i bisognosi.
Vi racconto tutto nell’intervista che Graziella ha rilasciato in esclusiva a Pet&People magazine.

Quando hai capito che cucire era un tuo talento?
Mi è sempre piaciuto cucire. Non so se sia un vero e proprio talento, una passione sicuramente. Fin da piccola guardavo nonna farlo e ho provato io stessa qualche volta, ma non ho mai pensato potesse diventare un’occupazione seria. Poi, qualche anno fa, in un periodo in cui ero rimasta senza lavoro trovai un volantino che sponsorizzava una scuola: corsi di taglio e cucito. Senza nemmeno pensarci mi sono ritrovata a frequentarla. Lo scorso anno ho conseguito l’attestato.

Continuo a seguire il corso per migliorare, mi trovo bene sia con le compagne sia con l’insegnante che è meravigliosa. Mi diverte molto creare i vestiti per me.

In tempo di Coronavirus, hai scelto di con- fezionare mascherine? Perché?
All’inizio me lo ha suggerito Daniela, una mia carissima amica. Lei mi incoraggia sempre a creare e, in questo caso, scherzando mi diceva che potevano diventare un ottimo business. Poi quando ho visto che qui da noi in Brianza non se ne trovavano, ne ho confezionate inizialmente due per necessità, una per me e una per il mio compagno, per poter uscire di casa. E così ho scoperto che le persone le apprezzavano. Ora ne sto facendo alcune su richiesta.

Cani e gatti tra i soggetti preferiti. È stata una scelta, una richiesta o una casualità?
È stato casuale, ma dovuto alle mie scelte, diciamo.
Ho iniziato a confezionare le mascherine quando era già cominciato il lockdown e quindi mi sono dovuta accontentare della stoffa che avevo a casa. Di solito quando vado in un negozio di stoffe finisco sempre nel reparto scampoli e prendo inevitabilmente qualche pezzo con le stampe di cani e gatti perché sono i miei soggetti preferiti. In genere uso questo tipo di stoffa per fare le classiche sporte della spesa. Fra tutte le stoffe che avevo a disposizione, ho pensato che queste potessero essere soggetti adatti anche per le mascherine e così ho iniziato a utilizzarle per questi particolari articoli.

Se avessi la possibilità di scegliere un desiderio, cosa sceglieresti?
In questo momento, la prima cosa che viene in mente, ma credo sia così per tutti, è che finisca la pandemia e si trovi una cura o un vaccino efficace per combattere il Coronavirus così che tutto possa tornare alla normalità. Se dovesse essere invece qualcosa legato strettamente alla mia persona, anche se può sembrare banale, mi piacerebbe trovare la mia stabilità professionale. Non sarebbe male!

Sappiamo che i gatti sono la passione. Ci parli della tua esperienza più significativa con un animale domestico?
Ho avuto molti animali, gatti e due cani stupendi, ma sicuramente la più significativa è stata quella con Oscar. Oscar era un gatto, era… perché è mancato il 27 febbraio 2019, a 17 anni. Ero all’ultimo anno di superiori, la gatta di Valentina, mia compagna di classe, ebbe dei gattini e io adottai uno di quei batuffoli tigrati: Oscar. Aveva un carattere difficile, era indipendente, dispettoso e testone. Un gatto che miagolava pochissimo e non faceva fusa. O meglio, non regalava fusa a nessuno, perché quando eravamo soli, io e lui, e mi veniva in braccio, si sentivano basse basse. Quelle fusa, così strane e lievi, avevano la capacità di rimettere insieme i miei pezzi nei momenti no. E lui lo sapeva. Siamo cresciuti insieme, vivevamo praticamente in simbiosi. Sono stati 17 anni meravigliosi e quando se n’è andato mi ha lasciato un vuoto enorme. Ho tatuato il suo nome sulla caviglia in suo ricordo, indelebile come lui.

A dicembre io e il mio compagno abbiamo adottato un gatto randagio, mio papà lo ha trovato abbandonato e non me la sono sentita di lasciarlo al suo destino. Più che un gatto è un cartone animato, di fusa ne fa anche troppe oltre a russare perché ha la rinite cronica. Lo abbiamo ribattezzato Gandalf Grigino, è uno strano personaggio. Un legame come quello che ho avuto con Oscar non lo avrò credo mai più con nessun altro gatto, però ammetto che gli voglio già bene!

Se volete ordinare le mascherine o chiedere informazioni potete rivolgervi a gra.aniquetto@alice.it

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Maria Velderio