ANCE BRESCIA : CHIUSA LA CONSERVATORIA DEI REGISTRI IMMOBILIARI

ANCE BRESCIA : CHIUSA LA CONSERVATORIA DEI REGISTRI IMMOBILIARI

GRAVE FRENO PER LA FILIERA DELLA CASA E DEL COSTRUITO

Il presidente Deldossi: le more e i continui lockdown a intermittenza di uffici e attività stanno togliendo ossigeno al fuoco della ripresa.

BRESCIA – Troppi ostacoli frenano la ripresa del mercato immobiliare bresciano, con profonde ricadute sulla filiera della Casa, spingendo il settore edile locale in una voragine dalla quale potrebbe non risalire, almeno non nel breve periodo. L’Associazione costruttori edili di via Foscolo che in questi mesi ha teso ancor di più la mano a imprese e lavoratori bresciani, assicurando loro assistenza continua e portando sul tavolo dei vertici proposte di ripresa per il comparto delle Costruzioni, esprime disagio e disappunto per il disservizio della Conservatoria dei Registri immobiliari della provincia di Brescia, aperti nella seconda metà del mese di maggio solo per due giorni non consecutivi.

La chiusura degli uffici della Direzione provinciale di Brescia pare dovuta a problemi organizzativi connessi agli adeguamenti previsti per contrastare l’emergenza Covid-19 ed in particolare nel servizio di rilevazione della temperatura corporea di personale e utenti, nel rispetto dell’Ordinanza regionale n. 546 del 13 maggio scorso, porta al mancato aggiornamento dei Registri della pubblicità immobiliare, causando non pochi problemi al settore delle vendite immobiliari. “Come si può pensare di dare impulso all’acquisto di una nuova casa, fornendo linfa vitale al settore immobiliare e del costruito, quando il possibile acquirente, già destabilizzato dall’emergenza economica, non può verificare la disponibilità dell’immobile oggetto della compravendita in maniera tranquilla e trasparente”, dichiara il leader di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi. “Se vogliamo aiutare a smuovere il mercato locale, ancora in pesante stato di stallo, dobbiamo permette sin da ora alle persone di cambiare casa e agli istituti di credito erogatori di mutui, alle agenzie immobiliari, agli studi notarili e a tutte le figure coinvolte dal settore delle Costruzioni, di lavorare” continua il presidente Deldossi. “La determinazione bresciana non manca, ma le more e i continui lockdown, anche a intermittenza, di uffici e attività stanno togliendo ossigeno al fuoco della ripresa”.

La chiusura della Conservatoria dei Registri immobiliari non permette a chi è deciso a comprare casa di verificare se l’immobile è stato sequestrato, pignorato, ipotecato, già venduto. Un freno che causa ulteriori ritardi nella stipula di atti di compravendita immobiliare e scoraggia l’interesse dei possibili acquirenti, che rimanderanno, se possibile, l’acquisto della nuova casa a un momento più propizio. “In questo contesto, difficilmente verranno contattati imprese, liberi professionisti, operatori edili per riprogettare spazi, efficientare abitazioni, attuare interventi di manutenzione e applicare i relativi bonus e sgravi fiscali”, spiega l’ingegnere Deldossi. “Il settore deve poter lavorare ora, al meglio e sempre in sicurezza. L’efficienza di alcuni servizi sarà fondamentale per evitare una ripresa lenta e sofferta”. L’Associazione ricorda che la conservatoria di Cremona, provincia che da tempo condivide con noi l’infelice titolo di “zona rossa”, è già operativa. Per Ance Brescia è prioritario riaprire anche nella nostra città questa tipologia di servizi, risolvendo in tempi rapidi e in completa sicurezza.

 

Ufficio Stampa Ance
Brescia, 21 maggio 2020

 

FORMAZIONE PROFESSIONALE BRESCIANA:  UN’OPPORTUNITA’ CONCRETA PER I RAGAZZI

FORMAZIONE PROFESSIONALE BRESCIANA: UN’OPPORTUNITA’ CONCRETA PER I RAGAZZI

La Formazione Professionale Bresciana consente ogni anno a migliaia di giovani di avere una grande opportunità di realizzazione in termini di crescita umana e professionale. Obiettivo primario dei percorsi è quello di formare gli allievi ad una professione specifica, mettendo al centro delle attività il “saper fare”. Accanto alle attività didattiche classiche (italiano, storia, geografia, matematica, etc.)  i percorsi promossi dal Sistema Formazione Regionale, permettono di valorizzare e rendere “protagonisti” i giovani che si affidano per tre o quattro anni ad un metodo di insegnamento cosiddetto “peer to peer” vivendo l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro. Ne parliamo con Flavio Bonardi, Coordinatore degli Enti di Formazione della Provincia di Brescia, che raggruppa i diciotto Centri di Formazione Professionale accreditati in Regione Lombardia.

Cosa rappresenta la Formazione Professionale a Brescia?

La Formazione a Brescia è un fiore all’occhiello del sistema e ogni anno permette a giovani ragazze e ragazzi di affrontare il mondo del lavoro con una professionalità in più, data proprio da quanto appreso nelle materie tecnico-professionali e nell’uso quasi quotidiano dei laboratori. Il sistema della Formazione Professionale bresciana, è sicuramente significativo ed è in crescita. Durante quest’anno formativo gli iscritti totali ai percorsi sono 8484 contro gli 8279 dell’anno precedente. Dai dati si evince come nel territorio della Provincia di Brescia gli iscritti alla Formazione Professionale siano in aumento in questi ultimi anni e come il sistema risponda in modo “forte” alle necessità delle famiglie con un recupero di allievi significativo. Altro dato che mi permetto di segnalare, è quello relativo alla percentuale di occupati dopo sei mesi dalla Qualifica o dal Diploma (dato relativo ai Qualificati e Diplomati nell’AF 2018/2019) pari all’82,53%. Percentuale di tutto rispetto che ci permette di affermare con estrema certezza, che gli studenti della FP hanno una attrattività lavorativa elevata!

Dati lusinghieri…

I dati sono sicuramente frutto del un grande lavoro di ogni singolo CFP, ma anche di un rapporto privilegiato con il mondo delle imprese, che consente di instaurare accodi e convenzioni che al termine degli anni scolastici, consentono un inserimento lavorativo in tempi molto brevi, quattro o cinque mesi…

Ma a Brescia esiste un “unicum”, si tratta del Coordinamento degli Enti di Formazione. Cos’è?

In ognuno dei percorsi promossi dalla Formazione Professionale nella Provincia di Brescia, possiamo contare sull’esperienza di Enti che sono radicati nel territorio da tempo e che ogni anno rinnovano le proprie strutture offrendo così laboratori di elevato spessore tecnico, oltre a garantire un insegnamento sempre più aderente alle necessità del mercato del lavoro. Per rispondere in modo compiuto alle esigenze del territorio provinciale, nel maggio dell’anno 2016, in modo autonomo, i diciotto Centri di Formazione Professionale accreditati alla sez. A di Regione Lombardia, hanno deciso di darsi un “Coordinamento”, che valorizzasse il sistema della FP bresciana e, soprattutto, che coordinasse alcuni interventi comuni. Per tale ragione è nato una realtà che, nella libertà di ogni Ente di Formazione di fare il proprio lavoro, intende rispondere alle richieste del territorio provinciale permettendo così di far crescere il tessuto della formazione, instaurando rapporti con le realtà pubbliche e private e mettendo a disposizione il “know how” della Formazione Professionale. A distanza di quattro anni il Coordinamento ha sviluppato e ha fatto crescere il sistema attraverso iniziative manifestazioni di rilievo. Oggi riconosciuto a livello locale come punto di riferimento dei CFP.

I C.F.P. in questi anni hanno dimostrato di essere di supporto al sistema educativo combattendo la cosiddetta “dispersione scolastica”.

I CFP, come già evidenziato in più sedi istituzionali, svolgono un ruolo fondamentale contro la dispersione scolastica, in quanto durante l’Anno Formativo sono centinaia i ragazzi che vengono “recuperati” grazie ad un accompagnamento serio e costante dei discenti che hanno, per svariate ragioni, abbandonato i percorsi delle scuole Secondarie di II Grado. Solo nell’anno in corso i ragazzi che hanno potuto beneficiare di un recupero scolastico sono stati 149! Un dato importante che, oltre a premiare il lavoro del singolo Centro di Formazione, premia il sistema che risponde così ad una delle più grandi esigenze del nostro sistema, che riguarda proprio il contrasto alla dispersione scolastica.

Lo stage ha un ruolo fondamentale nella Vostra Formazione.

Lo stage riveste un ruolo importante nel curriculum dei nostri studenti che basano nella cultura del fare le fondamenta dei loro apprendimenti. Cresce costantemente l’interesse verso le nuove opportunità di vivere un periodo formativo all’estero, soprattutto durante il terzo anno e, una volta ottenuta la qualifica, anche durante il quarto anno facoltativo. L’accoglienza è prevista in strutture corrispondenti alla loro preparazione: realtà produttive o di servizio dove i ragazzi possono mettersi alla prova per implementare ed affinare il proprio bagaglio di esperienze, con i vantaggi aggiuntivi di un’immersione nella lingua straniera e di un’opportunità arricchente anche in termini di crescita personale.

AIB: PRESENTATA L’INDAGINE SULLE MULTINAZIONALI ESTERE A BRESCIA

AIB: PRESENTATA L’INDAGINE SULLE MULTINAZIONALI ESTERE A BRESCIA

  • L’analisi, realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche, ha riguardato le realtà manifatturiere, società di capitali, con fatturato superiore a 1 milione di euro, comprendendo partecipazioni di controllo e minoritarie (ma sopra il 25%).
  • In provincia sono 103 le imprese locali a partecipazione estera, con un volume d’affari di 3,6 miliardi di euro, un valore aggiunto di 918 milioni e quasi 9.700 dipendenti; incidono per il 10,0% dei ricavi della manifattura bresciana.
  • A livello di aree geografiche, al primo posto si colloca l’Unione Europea (52 aziende), davanti ad America Settentrionale (25) e Asia (14).
  • Tra i fattori competitivi della provincia spiccano i tradizionali aspetti legati al Made in Brescia, come know how industriale e filiera.

 Brescia, 20 maggio 2020 – Le multinazionali estere rappresentano un fenomeno decisamente rilevante per l’economia bresciana. È questa la sintesi di “Brescia Internazionale”, l’indagine sulle multinazionali estere presenti nel territorio provinciale, realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.

Il censimento ha riguardato esclusivamente le realtà manifatturiere (sia associate che non associate ad AIB), con forma giuridica “società di capitali” e un fatturato superiore a 1 milione di euro. I numeri raccolti sono riferiti sia alle partecipazioni di controllo, sia a quelle minoritarie, ma sopra il 25%.

Dalla mappatura emerge come, all’interno del territorio provinciale, siano presenti 103 imprese locali a partecipazione estera, in grado di produrre un volume d’affari pari a 3,6 miliardi di euro, un valore aggiunto che si aggira intorno ai 918 milioni di euro, e un totale di quasi 9.700 addetti. Nonostante rappresentino solamente il 2,1% della popolazione di riferimento, le imprese locali a partecipazione estera incidono per il 10,0% dei ricavi complessivamente generati dalla manifattura bresciana, per il 10,3% del valore aggiunto e per l’8,8% in termini di addetti.

“I numeri presenti nell’indagine, a maggior ragione nell’odierna situazione legata alla pandemia da COVID-19, possono risultare utili per comprendere quali saranno gli sviluppi futuri dell’economia bresciana, insieme alle modalità per superare le attuali difficoltà – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Brescia, infatti, si conferma un importante hub da cui le multinazionali vendono prodotti in ogni parte del mondo, in particolare verso l’Unione Europa, oltre che un importante polo di riferimento per l’innovazione. Un dato in continuità con quanto riscontrato negli scambi con l’estero, con una proiezione internazionale del made in BS particolarmente focalizzata sul Vecchio Continente e sull’America settentrionale. In generale il giudizio sui fattori competitivi di Brescia è positivo per i tradizionali punti di forza del Made in Brescia, anche se la valutazione lascia spazio a margini di miglioramento. Qualche riserva invece è legata, riflettendo quanto indicato a livello nazionale, soprattutto alla pressione fiscale e alla lentezza della burocrazia. In tal senso servirà continuare a lavorare nel prossimo futuro, investendo ancor di più in infrastrutture come risorse umane e ambiente, ma anche nel territorio, al fine di essere sempre più attrattivi.”

Il censimento effettuato ha permesso di fotografare il fenomeno dal punto di vista delle aree geografiche di provenienza degli investitori. Al primo posto si colloca l’Unione Europea, che conta 52 imprese bresciane partecipate, con quasi 4.500 addetti. Seguono l’America settentrionale (25 imprese con 2.511 addetti) e l’Asia (14 imprese con 1.778 addetti). Per quanto riguarda i singoli Paesi di provenienza, invece, è la Germania a ricoprire la prima posizione, con 26 aziende partecipate e quasi 2.400 addetti, seguita dagli Stati Uniti (23 imprese, 2.334 addetti). Dal punto di vista settoriale, i comparti metalmeccanici risultano i più interessati dal fenomeno: al primo posto si posizionano gli operatori dei macchinari e apparecchiature (25 imprese partecipate con 2.154 addetti), seguiti dal chimico, gomma e plastica (16 realtà produttive con 1.454 addetti) e dai prodotti in metallo (16 aziende con 1.047 addetti).

Per quanto riguarda le principali finalità dell’investimento in provincia di Brescia, il 60% dei rispondenti ha privilegiato l’incremento delle vendite nel mercato target, mentre le prospettive formulate per il biennio 2021-2022 in merito alla possibile evoluzione degli acquisti da fornitori bresciani sono generalmente orientate al mantenimento delle attuali quote (92%). A prescindere da eventuali modifiche ai piani industriali a seguito della pandemia da COVID-19, le prospettive formulate sono orientate a un incremento della capacità produttiva in loco (il 40% dei soggetti interpellati). A livello settoriale, i più ottimisti appaiono gli operatori dell’elettromeccanica (dove il 75% si è espresso per un incremento), mentre dal punto di vista di origine degli investitori, le migliori notizie proverrebbero dall’Unione Europea (50%) e Asia (50%).

Tra gli ulteriori spunti emersi dall’indagine, figura il giudizio sui fattori competitivi del Made in Brescia, che tende a confermare alcune prerogative del sistema produttivo locale. Il diffuso know how industriale (con un punteggio di 3,6 su 5), la filiera (3,5) e la produttività del lavoro (3,5) risultano i punti di forza dell’industria bresciana, anche se i punteggi ottenuti lasciano spazio a margini di miglioramento. Non convince del tutto il sistema creditizio (2,7), mentre vi è una convergenza di opinioni negative verso sindacati (2,4) e burocrazia (2,2).

Per quanto riguarda la spesa dedicata all’innovazione, la quota destinata dalle multinazionali, in relazione al fatturato, è decisamente significativa (3,2%). La segmentazione per settore mostra un quadro eterogeneo, in cui la spesa in innovazione risulta correlata con l’intensità tecnologica che caratterizza ogni comparto. Così, l’alimentare “si ferma” all’1,1%, mentre nell’elettromeccanica (3,7%) e nei macchinari e apparecchiature (4,0%) risulta sensibilmente più alta.

Infine, le imprese multinazionali sono concordi nel richiedere – a livello nazionale – misure per la riduzione della pressione fiscale (indicate dall’88% dei rispondenti), la leva che maggiormente favorirebbe l’afflusso di capitali esteri. Molto distanziati si collocano le politiche per il mercato del lavoro (42%), gli incentivi fiscali per investimenti in macchinari (38%) e le misure di sostegno all’Innovazione, Ricerca & Sviluppo (38%) e le politiche per le reti infrastrutturali (35%).

AREA COMUNICAZIONE E RELAZIONI ISTITUZIONALI
Comunicazione e Rapporti con la Stampa

OSTACOLATO IL DIRITTO DI CONTROLLO DEL SOCIO? 1000€ PER OGNI GIORNO DI RITARDO

OSTACOLATO IL DIRITTO DI CONTROLLO DEL SOCIO? 1000€ PER OGNI GIORNO DI RITARDO

Il diritto di controllo del socio non amministratore è un diritto partecipativo, introdotto per tutelare i soci di minoranza i quali esercitano tale diritto come portatori di un interesse proprio.

Oggi il controllo diretto dei soci esiste a prescindere dalla quota detenuta e non è più subordinato all’assenza dell’organo di controllo interno e si affianca nel caso di coesistenza.

Questo diritto si manifesta con il diritto all’informazione e il diritto alla consultazione.

Il diritto all’informazione riguarda l’ottenimento nei dettagli delle operazioni societarie. Può essere esercitato in qualsiasi momento e l’amministrazione ha il dovere di rispondere adeguatamente.
Se viene violato, il socio può richiedere l’invalidità della successiva delibera assembleare deve dimostrare il nesso concreto ed effettivo tra il mancato accesso agli atti e il contenuto della suddetta delibera.

Il diritto alla consultazione consente al singolo socio di esaminare tutti i documenti gestionali, rispettando il diritto alla riservatezza della società e l’obbligo di segreto, esteso anche ai professionisti esterni interpellati.

Vi è un limite giuridico implicito, rappresentato dai principi generali di correttezza e buona fede.

L’eventuale violazione può determinare conseguenze civili (azione sociale di responsabilità o revoca cautelare degli amministratori), amministrative (sanzioni pecuniarie) e penali (reclusione fino ad un anno).

Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società dei danni che derivano dall’inosservanza dei doveri imposti dalla legge e dall’atto costitutivo, ma non sono responsabili se dimostrano di essere esenti da colpa e che, a cognizione che l’atto si stesse per compiere, abbiano dimostrato il proprio dissenso (art. 2476 c.c.).

Al fine di assicurarsi l’effettiva collaborazione della società, si può ottenere l’applicazione dell’articolo 614-bis c.p.c. il quale prevede che su richiesta di parte, il giudice, se non manifestamente iniqua e se vi è la condanna diversa dal pagamento in denaro, può fissare la somma dovuta dall’obbligato per ogni ritardo nell’esecuzione del provvedimento. Il Tribunale di Napoli ha infatti posto in carico alla società in esame una sanzione pari a 1.000 euro per ogni giorno di ritardo.

Studio Lumini

Fase 2 – ELNÒS SHOPPING RIAPRE IN SICUREZZA

Fase 2 – ELNÒS SHOPPING RIAPRE IN SICUREZZA

Dopo il lockdown, riaprono un centinaio di negozi nel centro commerciale bresciano. Ulteriori riaperture sono attese nei prossimi giorni.


Dopo 65 giorni di chiusura totale, ELNÒS Shopping riapre le porte seguendo con scrupolo tutte le raccomandazioni delle autorità competenti per garantire il massimo confort e ridurre al minimo disagio per i visitatori. Molte le misure implementate per aiutare i clienti a orientarsi e preservare la propria salute e quella degli altri visitatori: dalle grafiche a pavimento che invitano a mantenere distanze interpersonali di sicurezza, alla riorganizzazione delle aree relax e dei servizi comuni in galleria, passando per una campagna di comunicazione interna dedicata, per ricordare alle persone le buone prassi per una nuova socialità, in comfort e sicurezza. Sono inoltre state incrementate tutte le misure di pulizia e disinfezione delle aree comuni normalmente in essere, predisposte postazioni per la rilevazione della temperatura ad ogni ingresso e installati dispenser addizionali con disinfettante per le mani.

 

«La salute dei nostri collaboratori, clienti e partner è sempre stata la nostra massima priorità», racconta Giovanni Umberto Marzini, direttore di ELNÒS Shopping. «Successivamente, abbiamo supportato i negozi azzerando loro affitti e spese per l’intero periodo di chiusura. Il Gruppo Ingka su questo aspetto ha dimostrato grande attenzione e un corretto bilanciamento tra sicurezza e operatività. Nel limite del possibile, abbiamo cercato di mantenere attivo il dialogo con il territorio, attraverso i social network e il sito del centro commerciale, mettendo a disposizione i nostri spazi virtuali per valorizzare e supportare le molte iniziative benefiche e culturali nate in questo periodo straordinario. Abbiamo cercato di supportare concretamente la comunità, insieme ad AiutiAMO Brescia e con altri piccoli progetti di sostegno. Per la gestione della riapertura avevamo inoltre predisposto, e condiviso con gli organi di Pubblica Sicurezza Locale, un piano operativo che prevedesse diversi scenari, in base alle condizioni metereologiche e ai flussi di visitatori stimati, e siamo soddisfatti di quanto predisposto per offrire un ambiente quanto più sicuro e organizzato».

 

Il centro commerciale bresciano ha modificato temporaneamente gli orari di apertura e resterà aperto dalle ore 10 alle 20 (21.30 per la food court), dal lunedì alla domenica, fino a nuove comunicazioni. Ciascun cliente è in ogni caso invitato a verificare sul sito elnosshopping.info quali negozi sono già aperti ed eventualmente con quali orari speciali.

Comunicato stampa

BUONI POSTALI FRUTTIFERI – SERIE AA e 18 MESI: COSA SI PUÒ FARE?

BUONI POSTALI FRUTTIFERI – SERIE AA e 18 MESI: COSA SI PUÒ FARE?

Sono tantissime le richieste che riceviamo da parte di beneficiari di Buoni Fruttiferi Postali delle serie a termine AA e delle Serie a 18 mesi che si accorgono di essere in possesso di titoli il cui diritto all’incasso è prescritto. Purtroppo la questione è giuridica ed è dipesa dall’abrogazione della norma che prevedeva l’indicazione sui buoni fruttiferi postali dei rendimento e della scadenza dei Buoni stessi. In sostanza un disastro provocato dalla Stato. Il decreto del ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica disciplinante le “Condizioni generali di emissione di buoni postali fruttiferi ed emissione di due nuove serie di buoni” che istituì le nuove serie di BFP AA e a 18 mesi, abrogò infatti, anche il Decreto 8 ottobre 1998 del segretario generale delle comunicazioni di concerto con il direttore generale del tesoro recante “Caratteristiche tecniche dei buoni postali fruttiferi in euro” limitatamente all’art. 3, comma 2, seconda parte, dalle parole “All’atto di emissione del buono ….” alle parole “… ed il periodo di prescrizione”.

Cosa fare allora?

Qui si aprono due strade, la prima è relativa ai casi in cui i buoni fruttiferi della Seria AA e delle serie a 18 mesi non recano alcuna dicitura sul retro in merito alla serie, ai rendimenti e al periodo di prescrizione. In questi casi l’Arbitro Bancario Finanziario, tramite il proprio Collegio di Coordinamento, ha sancito dei requisiti molto stringenti per il rimborso: “La mancata consegna al sottoscrittore al momento dell’acquisto dei buoni del Foglio Informativo non impedisce all’intermediario di eccepire, allorché ne venga richiesto il pagamento, l’intervenuta prescrizione. Resta salva la possibilità, in presenza di idonea domanda e ricorrendone le necessarie con dizioni, di stigmatizzare l’omissione dell’intermediario sotto il profilo della responsabilità precontrattuale e/o dell’inadempimento, valorizzando la mancanza di trasparenza e l’inottemperanza al dovere di informazione e ponendo ciò a confronto con l’indubbia negligenza dell’investitore”. Occorre di conseguenza impostare correttamente il reclamo ed il successivo ricorso, altrimenti è opportuno rivolgersi ad un Giudice e non all’Abf.

La seconda strada è quella che si apre per i sottoscrittori dei buoni della serie AA e del- le Serie a 18 mesi che sono stati stampati secondo le indicazioni del primo Decreto Ministeriale, poi abrogato. Nelle Agenzie postali si sono usati fino ad esaurimento delle scorte, e l’indicazione “I rendimenti sono riportati sul bollo apposto sul presente buono” rappresenta un notevole punto a favore. Secondo la sentenza di Cassazione a Sezioni Unite 15/06/2007, n. 13979, il collocamento dei buoni dà luogo alla conclusione di un accordo negoziale tra emittente e sottoscrittore e, nell’ambito di detto accordo, l’intermediario propone al cliente e quest’ultimo accetta di porre in essere un’operazione finanziaria caratterizzata dalle condizioni espressamente indicate sul retro dei buoni oggetto di collocamento, i quali vengono compilati, firmati, bollati e consegnati al sottoscrittore dall’ufficio emittente. In poche parole, viene sancito il principio secondo cui vale ciò che è riportato dalle condizioni presenti sul Buoni Fruttifero, e niente altro. Quell’indicazione “I rendimenti sono riportati sul bollo apposto sul presente buono” risulta fuorviante per il portatore il quale senza l’indicazione dei rendimenti non è messo un grado di conoscere la scadenza, e senza la scadenza non può essere consapevole del termine entro il quale incassare i Buoni per evitare la prescrizione del proprio diritto.

Per tali Buoni, quindi, vedia- mo maggiori possibilità di riuscita. Per approfondimenti sul tema invitiamo alla lettura dell’articolo di Anna D’Antuono sul sito www.Aduc.it da cui è tratto il presente articolo.

Roberto Cappiello