VERONAFIERE: 54ª EDIZIONE VINITALY POSTICIPATA AL 2022, DAL 10 AL 13 APRILE

VERONAFIERE: 54ª EDIZIONE VINITALY POSTICIPATA AL 2022, DAL 10 AL 13 APRILE

CONFERMATA OPERA WINE CON LA PRESENZA DI WINE SPECTATOR A GIUGNO (19 E 20)

A ottobre 2021 un evento straordinario per il settore

Da marzo a ottobre un programma di iniziative per la ripresa su mercato nazionale e internazionale

Verona, 16 marzo 2021. Veronafiere posticipa al 2022 la 54ª edizione di Vinitaly, Salone internazionale dei vini e dei distillati, in calendario dal 10 al 13 aprile del prossimo anno.  «Le permanenti incertezze sullo scenario nazionale ed estero e il protrarsi dei divieti ci hanno indotto a riprogrammare definitivamente la 54ª edizione della rassegna nel 2022 – ha detto Maurizio Danese, presidente di Veronafiere SpA –. Si tratta di una scelta di responsabilità, ancorché dolorosa; un ulteriore arresto forzato che priva il vino italiano della sua manifestazione di riferimento per la promozione nazionale e internazionale. In attesa che lo scenario ritorni favorevole – conclude Danese – Vinitaly continua a lavorare congiuntamente con tutti i protagonisti anche istituzionali del settore, a partire dal ministero delle Politiche agricole e Ice-Agenzia oltre a tutte le associazioni e le categorie, per continuare a supportare la competitività del vino made in Italy sia sul mercato interno che sui Paesi già proiettati alla ripresa, Usa, Cina e Russia in primis».

In quest’ottica, prosegue il ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Confermiamo OperaWine con la presenza di Wine Spectator e delle top aziende del settore individuate dalla rivista americana per il 10° anniversario dell’iniziativa che rimane in programma il 19 e 20 giugno prossimo a Verona. L’evento, tutto declinato alla ripartenza del settore, grazie alla partecipazione di stampa e operatori nazionali e internazionali – commenta Mantovani – farà anche da collettore e traino a tutte le aziende del vino che vorranno partecipare a un calendario b2b che Veronafiere sta già approntando». 

 

Operawine sarà preceduta, sempre a giugno, dal Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno) e da Vinitaly 5 Stars Wine The book (16-18 giugno). Mentre la Vinitaly international Academy (21-24 giugno) chiuderà gli eventi estivi in presenza.

Tra le novità anche un evento eccezionale di promozione a forte spinta istituzionale a ottobre prossimo e che traghetterà il settore alla 54ª edizione di Vinitaly nel 2022.  Prosegue Giovanni Mantovani: «Si tratta di Vinitaly-edizione speciale, una manifestazione rigorosamente b2b che segnerà la ripresa delle relazioni commerciali nazionali e internazionali in presenza a Verona dal 16 al 18 ottobre».

 

«Vogliamo mantenere viva l’attenzione del mondo sul vino italiano, uno degli ambasciatori più significativi del Made in Italy – afferma, presidente di ICE Agenzia, Carlo Ferro –. Le iniziative messe in campo da Veronafiere per mantenere il file-rouge tra Vinitaly 2019 e 2022, con l’edizione di Vinitaly-edizione speciale e le altre manifestazioni che faremo insieme hanno questo obiettivo. Senza soluzione di continuità, nonostante la pandemia mondiale e grazie all’impiego di nuovi strumenti in chiave di commercio digitale.  Faccio i miei auguri a tutto il team di Veronafiere e ai produttori vinicoli con la convinzione che gli eventi in programma per il 2021 contribuiranno a sostenere l’eccellenza del nostro Paese».

 

In attesa della ripresa degli eventi fisici nel nostro Paese, Vinitaly prosegue in presenza sui mercati internazionali, a partire dalla Russia con le tappe a Mosca e a San Pietroburgo in programma dal 23 al 25 marzo. Dal 3 al 6 aprile sarà la volta di Vinitaly Chengdu e poi a giugno di Wine to Asia (Shenzhen, 8-10 giugno). E sarà ancora la Cina ad aprire con il road show il calendario estero autunnale di Vinitaly (13-17 settembre) prima di trasferirsi in Brasile per la Wine South America (22-24 settembre). Veronafiere, inoltre, mette a disposizione il proprio know how per realizzare ulteriori eventi di promozione in altri mercati obiettivo per il settore.

 

La decisone dello spostamento di Vinitaly è stata condivisa con le organizzazioni e associazioni della filiera vitivinicola e agricola. Di seguito, in ordine alfabetico, le dichiarazioni di: Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare, Assoenologi, Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini (Uiv).

 

«Prendiamo atto della decisione di posticipare la 54ª edizione di Vinitaly al 2022 – afferma il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza cooperative agroalimentari, Luca Rigotti –. Una scelta certamente non facile ma che, alla luce dell’attuale situazione sanitaria, è in linea con quanto auspicato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare. Accogliamo con favore, inoltre, le altre iniziative di promozione proposte da Veronafiere per i prossimi mesi: l’aspettativa è poter entrare finalmente in una fase caratterizzata da un maggiore livello di sicurezza e da minori incertezze per il comparto vitivinicolo, condizioni necessarie anche per poter rilanciare, grazie all’esperienza ed alla competenza di Veronafiere, il settore vitivinicolo a livello internazionale».

 

Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella «la decisione assunta da Veronafiere di posticipare al 2022 la 54ª edizione di Vinitaly va nella direzione suggerita dalla filiera del vino, ma soprattutto tiene conto del perdurare di una situazione di grave difficoltà generata dall’emergenza pandemica, che non ha ancora trovato una risposta risolutiva nella vaccinazione. Una scelta di responsabilità che condividiamo ampiamente, così come siamo pronti a sostenere le altre iniziative, annunciate da Veronafiere e messe in calendario sia per il prossimo giugno, che per l’ottobre. È necessario da parte del mondo del vino farsi trovare pronto al giorno della ripartenza dei mercati e quindi è molto importante tenere alta l’attenzione anche con manifestazioni capaci di creare relazioni nazionali e internazionali e interesse verso il nostro settore. Ma ancora più importante sarà il sostegno che il governo italiano e l’Europa sapranno mettere in campo a favore dell’intero agroalimentare che, dopo oltre un anno di pandemia, sta accusando il peso della crisi al pari degli altri settori dell’economia nazionale».

 

«Siamo a fianco di Veronafiere per continuare a sostenere il settore, tutte le aziende e i produttori che ogni giorno contribuiscono a rendere il vino una delle eccellenze del Made in Italy riconosciuta in tutto il mondo – dice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino –. La pandemia ancora morde e costringe a un ulteriore rinvio degli eventi in presenza, ma siamo pronti a lavorare insieme al Vinitaly per supportare, in questa fase difficile, un comparto prezioso per l’agroalimentare con una produzione del valore di circa 12 miliardi di euro e una reputazione imbattibile».

 

«Lo spostamento del Vinitaly è un atto dovuto per consentire la partecipazione anche degli operatori stranieri e sostenere il successo del prodotto agroalimentare made in Italy più esportato nel mondo dove, nonostante la pandemia, il vino ha fatturato 6,3 miliardi di euro nel 2020» afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza del programma dei prossimi appuntamenti di Veronafiere a partire da OperaWine.

 

«La decisione di Veronafiere, benché dolorosa, va nella giusta direzione – commenta presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Apprezziamo in particolare la capacità di resilienza e di proposta variegata in un momento molto difficile per il comparto vino. Confagricoltura dà pieno appoggio a Veronafiere e all’intero settore fieristico agroalimentare nazionale. Siamo convinti che occorra sostenere la validità del sistema italiano ed evitare pericolose aperture ad altre realtà internazionali. Riteniamo inoltre che la Fiera di Verona, con le sue attività e il Vinitaly, sia un validissimo strumento di promozione e di immagine per tutto il comparto vitivinicolo italiano. Auspichiamo pertanto di ripartire a pieno ritmo nel 2022, dando ampio risalto alle iniziative in programma da oggi fino alla prossima edizione del Vinitaly, insieme alle nostre imprese che fanno grande nel mondo l’Italia del vino».

 

Per il presidente di Copagri, Franco Verrascina, «la scelta di Veronafiere, seppure dolorosa, conferma la serietà dell’ente fieristico e la volontà di sostenere i viticoltori al meglio in questo momento critico. Ci mettiamo a disposizione per collaborare ed essere al fianco di Veronafiere nel programmare sia la 54ª edizione di Vinitaly che per l’evento speciale di ottobre, dando un segnale al mondo vitivinicolo per la promozione e valorizzazione dei grandi vini italiani».

 

«È un grande dispiacere l’annuncio del rinvio, ma la realtà della pandemia non lascia spazio ad ipotesi alternative: abbiamo difficoltà a programmare viaggi e contatti, avremmo difficoltà nell’accogliere gli ospiti negli stand – afferma Sandro Boscaini, presidente di Federvini – ma il secondo rinvio amplia il vuoto che Vinitaly lascia. Abbiamo necessità di contatti internazionali, abbiamo necessità di presentare i nostri prodotti e restare in contatto con il grandissimo numero di operatori nazionali ed internazionali che affluivano a Verona. Siamo certi che l’esperienza e la professionalità di Vinitaly, con l’aiuto di ICE Agenzia, possano essere di grandissimo aiuto per le nostre Imprese, con formule e proposte da studiare rapidamente insieme».

 

«Comprendiamo e condividiamo le ragioni che hanno portato Veronafiere al rinvio della manifestazione di riferimento per il vino italiano – spiega il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona –. Riteniamo però che sia fondamentale in questo difficile momento tenere acceso il motore della promozione e perciò appoggiamo l’intenzione di Vinitaly di sostenere il settore anche nel corso di quest’anno attraverso l’organizzazione di eventi mirati in favore del business e dell’immagine internazionale del vino tricolore».

«Non posso che rimarcare il dispiacere di dover rinunciare anche quest’anno al Vinitaly, la principale manifestazione di riferimento del settore vinicolo italiano – commenta il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro –. Una manifestazione ricca di eventi, rassegne, degustazioni e workshop mirati all’incontro degli espositori con gli operatori del settore nazionali ed internazionali, che ha contribuito al successo del vino italiano nel mondo ricordando che il settore enologico è uno dei pilastri del successo del made in Italy nel mondo. Chiediamo al Governo di considerare il grande danno economico che questa decisione comporta e di prevedere aiuti concreti per mantenere alta la competitività internazionale del nostro settore fieristico».

Nuovo logo della Strada del Vino e dei Sapori COLLI DEI LONGOBARDI

Nuovo logo della Strada del Vino e dei Sapori COLLI DEI LONGOBARDI

Si sono concluse nei giorni scorsi le consegne delle opere realizzate dagli studenti delle Accademie di Brescia (Hdemia S. Giulia e LABA) per il nuovo logo della Strada del Vino e dei Sapori COLLI DEI LONGOBARDI. Grande risultato di partecipazione visto che hanno aderito al Bando di Concorso ben 108 studenti delle realtà universitarie. 

Il Presidente Flavio Bonardi, ha affermato “…come l’iniziativa abbia avuto un successo insperato! 108 Opere sono giunte alla Segreteria Generale dell’Associazione, un risultato eccezionale per una piccola realtà come la nostra. Innanzitutto voglio ringraziare per aver deciso di aderire al nostro Bando per la realizzazione di un nuovo logo per l’Associazione “Colli dei Longobardi Strada del Vino e dei Sapori” tutti gli studenti ed i loro docenti che hanno contribuito fattivamente ed attivamente a far conoscere il Concorso in tutti i suoi dettagli. La realtà promozionale che, ricordo coinvolge nove Comuni del territorio Bresciano, nel 2021 compie anche vent’anni, ed è da questa celebrazione che si è voluto pensare ad un rinnovamento anche dell’immagine del logo istituzionale”. 

Dal giorno 10 Marzo e sino al 19 Marzo p.v. la Commissione composta da membri del consiglio direttivo dell’Associazione, dai revisori dei conti e da un esperto di comunicazione, sta valutando singolarmente ogni opera. 

 

Da oggi, Lunedì 15 Marzo e sino a Venerdì 19 Marzo p.v. alle ore 23:59 sarà possibile, come previsto dal Bando il voto online delle singole opere! Per poter “votare” bisognerà entrare nel sito web dell’Associazione: www.stradadelvinocollideilongobardi.it e cliccare in “home page” sul link “PARTECIPA AL SONDAGGIO: SCEGLI IL NOSTRO NUOVO LOGO”. Al termine delle due votazioni (Commissione e voto online), verrà redatto dalla Segreteria Generale un elenco in ordine di punteggio che decreterà il nuovo Logo dell’Associazione e di conseguenza l’opera vincitrice

 

Il Progetto – ha concluso Bonardi – “prevedeva una esposizione di tutte le opere realizzate presso Palazzo Martinengo in città, dove per alcune settimane tutti i cittadini potevano ammirare il lavoro realizzato dai singoli discenti; nella stessa sede museale si doveva poi procedere anche alla identificazione e comunicazione pubblica del vincitore del Concorso. Purtroppo l’attuale situazione legata alla crisi epidemiologica da COVID-19, ci obbliga a slittare (ma la faremo!) l’esposizione. E’ chiaro che identificato il Vincitore verrà immediatamente avvisato e soprattutto gli verrà attribuito il premio!” 

Il Concorso prevede che al Vincitore sia consegnato un premio di Euro 500,00.

Divise per chef e camerieri, copriguanciali e tovaglie per gli hotel: si presenta virkill, il tessuto che uccide il covid

Divise per chef e camerieri, copriguanciali e tovaglie per gli hotel: si presenta virkill, il tessuto che uccide il covid

Svelata all’Hyatt Centric di Milano la prima collezione per hotellerie realizzata col tessuto innovativo che elimina il Coronavirus grazie alle nanoparticelle di rame. Il presidente di Italtex, Alessandro Pedretti: “E’ anche un tessuto antibatterico, dermatologicamente testato per pelli sensibili, ipoallergenico e certificato oltre i cento lavaggi”. Sinergia tra un gruppo di aziende del made in Italy

 

Hotel, centri benessere e ristoranti sono le attività economiche più tartassate dal Covid. Ora la battaglia per convivere con la pandemia passa per il miglioramento degli standard di sicurezza e per questo Italtex, azienda del Comasco che ha ideato e realizzato Virkill, il tessuto made in Italy anti-coronavirus, ha deciso di proporre sul mercato una serie di prodotti utili a chi lavora nel mondo dell’hotellerie, della ristorazione e del wellness grazie alla collaborazione con alcuni partner specializzati. Alla base di tutte le realizzazioni c’è il tessuto reso rivoluzionario da un elemento nascosto al suo interno, le nano-particelle di rame “fuse” nel filo, caratteristica che distingue il tessuto da un semplice trattamento antivirale superficiale che si può deteriorare con i lavaggi. Elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Covid-19 grazie a caratteristiche naturali che sono state testate negli ultimi mesi da laboratori indipendenti italiani e inglesi.

Un tessuto che ora è possibile indossare. Per presentare la prima collezione è stata individuata una cornice iconica, l’hotel Hyatt Centric di Milano, moderno boutique hotel situato nel quartiere più innovativo della città, a soli pochi passi dalle più famose vie dello shopping e il centro storico. Questa location è stata scelta per diversi spot pubblicitari grazie al design moderno e colorato degli ambienti, nonché per la vista dalle proprie stanze sui più moderni grattacieli di Milano, ad esempio il bosco verticale. Qui è stata presentata una collezione che risponde a tutte le esigenze dei professionisti del settore: le divise per bartender e chef, così come le uniformi per camerieri e donne delle pulizie; tovaglie e runner per i ristoranti; copriguanciali, topper letto e piumino copriletto per le stanze di albergo; ciabattine, copri lettino, kimono e accappatoio per i centri benessere.

Per la realizzazione dei prodotti Italtex si è affidata alla filiera del made in Italy, coinvolgendo tre aziende partner nel progetto. In particolare, la Maurel (di Robbio, in provincia di Pavia), specialista nella creazione di uniformi per hotel di lusso, ha confezionato divise per camerieri e personale di sala, giacca per lo chef, uniformi per bartender, kimono per il personale della spa, uniformi per addetti alla pulizia piani, copri lettino spa, teleria piana per ristorante e bar (runner, tablet e tovaglia); la Vefer (di Lissone, in provincia di Monza e della Brianza), leader in Italia e in Europa nel settore dei poliuretani espansi di alta qualità, ha confezionato copri guanciali, topper coprimaterasso e piumino copriletto; un noto calzaturificio del distretto di Parabiago, in provincia di Milano, fornitore dei migliori brand di moda, ha realizzato infine le calzature per il personale, ciabattine da camera e ciabattine per centri benessere.

“Un lavoro di squadra per garantire sicurezza agli ospiti di hotel, ristoranti e spa”, spiega l’AD di Italtex, Alessandro Pedretti. “Virkill si pone come obiettivo l’eliminazione della trasmissione del virus attraverso le superfici contaminate. Sappiamo infatti da studi autorevoli che il SARS-Cov-2, come tanti altri virus, rimane attivo per diverso tempo fuori dall’organismo, sulle superfici e sui tessuti. Le soluzioni proposte sono state ideate per garantire una maggiore tranquillità al cliente che vuole sentirsi al sicuro mentre cerca di rilassarsi. L’idea è quindi quella che l’hotel, il ristorante o il centro benessere possano offrire un servizio aggiuntivo per migliorare l’esperienza del cliente. E ci siamo riusciti con un prodotto che resiste ad oltre cento lavaggi, è dermatologicamente testato per pelli sensibili e ipoallergenico”.

 

LE SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

SCHEDA ITALTEX Italtex nasce nel 1946 come azienda produttrice di tessuti in seta per abbigliamento femminile. Negli anni, sotto la guida del fondatore Sandro Pedretti e successivamente grazie alle intuizioni e al grande impegno del figlio Adriano, si espande e si rinnova nella struttura e nell’offerta per seguire le evoluzioni della tecnica e del mercato. Dal 2003 vi è stato l’ingresso in azienda della nuova generazione. La produzione viene realizzata interamente in Italia nei diecimila metri quadri dello stabilimento di Cabiate, in provincia di Como, dotato di un’ampia e versatile capacità produttiva, con telai di ultima generazione a pinze negative e positive, sia a licci che jacquard. Oggi Italtex occupa cinquanta persone, produce circa due milioni di metri di tessuto all’anno e fattura nove milioni di euro (rispetto a tre anni fa, la crescita è del 30%). Italtex è leader nel segmento dei tessuti tecnici per la moda ed è attiva nella produzione ecosostenibile con la realizzazione di tessuti da nylon riciclati provenienti dalle reti da pesca oceaniche. Contatti e informazioni: www.italtex.it.

SCHEDA VIRKILL La proprietà antivirale di Virkill è duratura in quanto non ottenuta con un trattamento superficiale del tessuto, che si deteriora con i lavaggi: per molte applicazioni questa strada è già considerata obsoleta. In questi mesi il tessuto è stato certificato (secondo la norma ISO 18184:2019) specificatamente nei confronti del Covid-19 (virus Sars-CoV-2) con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice Mv (attività antivirale) pari a 3.25, che corrisponde ad un’inattivazione del virus Sars-CoV-2 superiore al 99,9% già al primo controllo. Virkill è inoltre testato secondo la norma UNI EN ISO 20743: 2013 per la determinazione della sua attività antibatterica: i test hanno riscontrato una eccezionale attività antibatterica sia su batteri Gram-negativi (attività antibatterica A > 7.0 su Klebsiella pneumoniae, riduzione batterica del 100%), sia su batteri Gram-positivi (attività antibatterica A > 6.6 su Staphylococcus aureus, riduzione batterica del 100%). L’efficacia di Virkill è stata certificata anche oltre i 100 lavaggi. Virkill ha in aggiunta superato il patch test per la compatibilità con il contatto con la pelle, risultando “Dermatologicamente testato, adatto a soggetti con pelle sensibile”. Il test h-CLAT per la determinazione del potenziale sensibilizzante su monociti/macrofagi è risultato “non sensibilizzante”: il tessuto è quindi ipoallergenico, minimizzando il rischio di allergie. Virkill è testato secondo la norma francese NF G39-011 per la valutazione dell’efficacia acaricida su materiali tessili. Il test ha dimostrato una inibizione media del 63% di una popolazione di acari della polvere domestica (Dermatophagoides pteronyssinus) in un periodo di 6 settimane. Virkill è testato anche secondo la norma UNI EN ISO 11092:2014 per la determinazione della traspirabilità di un tessuto attraverso la resistenza evaporativa (RET – Resistance to Evaporative Heat Transfer). I risultati dei test hanno riscontrato un RET tra 5 m2Pa/W e 6 m2Pa/W, valori che connotano un tessuto estremamente traspirante, confortevole durante attività intensa. Contatti e informazioni: www.virkill.it.

I TEST DI LABORATORIO
Laboratori che hanno effettuato i test su Virkill e che ne certificano l’utilizzo:
• Test antivirale: Virology Research Services Ltd (Londra), Laboratorio Vismederi (Siena);
• Test antibatterico: 3A Laboratori S.r.l. (Maserà di Padova);
• Patch Test e h-CLAT test: Centro Studi Clinici Abich S.r.l. (Verbania);
• Test di traspirabilità: Centro Tessile Serico Sostenibile Srl (Como).

LE PROPRIETA’ DEL RAME L’ossido di rame è noto da secoli come un composto inorganico ad attività batteriostatica, attività recentemente registrata dall’agenzia di Protezione dell’ambiente degli Stati Uniti come la prima derivante da materiale solido. L’effetto antivirale si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto. Le nano-particelle di rame mostrano un’attività antibatterica di lunga durata e una migliore stabilità rispetto alle particelle di rame macro-dimensionate. Recentemente, le nano-particelle di rame si sono dimostrate efficaci anche contro funghi e virus.

Il Consorzio riprende gli appuntamenti internazionali con un esclusivo evento a “Il Ristorante – Luca Fantin”

Il Consorzio riprende gli appuntamenti internazionali con un esclusivo evento a “Il Ristorante – Luca Fantin”

IL LUGANA DOC BRILLA A TOKYO

Il bianco gardesano investe sul Giappone, mercato maturo e di grandi potenzialità, oggi al quinto posto fra i paesi dell’export della Denominazione  

Il Consorzio di tutela del Lugana ha scelto la firma dello chef stellato Luca Fantin per il suo ritorno in grande stile sulle scene internazionali. Il primo evento in presenza del 2021 si è da poco concluso al prestigioso “Il Ristorante – Luca Fantin” presso il Bulgari Ginza Tower di Tokyo, riservato a una selezionata platea di giornalisti, con la regia di Isao Miyajima, il più grande esperto di vini italiani del Giappone. Luca Fantin, miglior chef italiano nel mondo nel 2014, ha appositamente studiato delle proposte capaci di esaltare le caratteristiche di questo vino: “Il Lugana è un vino facile da abbinare ai miei piatti – ha dichiarato lo chef -. Ho creato ad hoc il menù basato sui pesci. Per la tipologia Superiore e Riserva ho creato dei piatti più consistenti a base di tonno e granchio. Ho apprezzato molto la freschezza e la bevibilità del Lugana”. “Il Lugana con la sua energica freschezza e la sua delicata mineralità è ideale per l’elegante cucina contemporanea di Luca Fantin – aggiunge Isao Miyajima -. Il Lugana non è mai invadente ma esalta sempre i cibi con cui si abbina. Questo carattere “discreto” è molto apprezzato dai giapponesi. Se faccio assaggiare un Lugana, i giapponesi sono entusiasti. Purtroppo non ci sono ancora tante occasioni come vorrei di assaggiare Lugana perché il numero dei produttori presenti è ancora limitato. Ma questo vuol dire c’è grande margine di crescita per la DOC. Poi bisogna anche comunicare la grande potenzialità dell’invecchiamento. Un Lugana Riserva maturato per 10 anni è un grande vino, complesso, profondo ed avvolgente. Il mercato giapponese è sempre aperto per la qualità eccellente. Sono convinto che verrà presto il giorno in cui potremo godere quotidianamente del Lugana con Sushi, Tempura e Kaiseki”. Il Direttore del Consorzio, Andrea Bottarel, conferma il crescente interesse per il Giappone, testimoniato anche dai dati dell’export. “È un mercato molto maturo, che non si fa trascinare dalle mode, ma apprezza il prodotto imparando a conoscerlo, con discrezione, dedizione e grande fedeltà. Negli ultimi anni gli incrementi sono stati discreti ma costanti, tra il 5% e il 10% di anno in anno, mantenendo il Giappone saldamente al quinto posto tra i mercati dell’export. Per il futuro ci attendiamo grandi potenzialità di crescita, soprattutto al termine dell’emergenza COVID-19, quando si sentiranno maggiormente gli effetti dell’accordo di libero scambio UE-Giappone in effetto da inizio 2019, che nel 2020 per cause di forza maggiore non sono riusciti a ingranare”. Sulla scelta del Consorzio di privilegiare nella comunicazione al consumatore giapponese la grande versatilità di abbinamento del Lugana, il Direttore conclude: “Italia e Giappone, distanti sotto molti aspetti, sono accomunati dal fatto che in entrambi i paesi cibo e cultura sono legati in modo indissolubile, tanto da essere i nostri migliori ambasciatori all’estero e come tutti i diplomatici, è doveroso che ogni tanto si incontrino”.

UN NUOVO LOGO PER CARTAPANI  IN ONORE DEI SUOI 70 ANNI

UN NUOVO LOGO PER CARTAPANI IN ONORE DEI SUOI 70 ANNI

Caffè Cartapani spegne 70 candeline

Nuovo logo espressamente dedicato

 

Con il 2021 Caffè Cartapani si appresta a spegnere le sue prime 70 candeline. Una storia d’eccellenza per la torrefazione bresciana a conduzione famigliare che raggiunge quest’anno un importane traguardo. Fondata nel lontano 1951 dai fratelli Domenico e Mario Cartapani “l’azienda di famiglia” è arrivata fino ai giorni nostri guidata secondo criteri e scelte ispirate ad un’accurata selezione della materia prima e finalizzate a marcare la differenza in termini di alta qualità.

«È dal 1951 che la nostra realtà è in continua crescita grazie a una passione per l’eccellenza tramandata di generazione in generazione attraverso la quale ci siamo migliorati costantemente per arrivare a produrre un prodotto di altissima qualità» racconta la famiglia Cartapani «Come tanti anni fa, ancora oggi, è la materia prima lavorata con maestria, scientifica e sensoriale, che eleva la bontà di un espresso Cartapani. Caffè crudi selezionati, acquistati all’origine nelle terre vocate ed importati direttamente, diventano, tra tradizione artigiana ed innovazione, una delle eccellenze italiane più apprezzate. Dal 1951, ogni origine di caffè è tostata singolarmente per esaltarne le caratteristiche ed ogni chicco è valutato dalla sapienza di famiglia che garantisce nel tempo l’unica qualità che Cartapani conosce: quella superiore».

Per celebrare questo importante traguardo, il marchio Cartapani ha deciso di creare un logo “espressamente” dedicato ai 70 anni di attività, incaricando l’agenzia Raineri Design di rielaborare in chiave contemporanea e iconografica uno dei suoi primi “disegni” apparsi sulle confezioni dei bresciani, trasformandolo nel simbolo del marchio per questo importante compleanno dell’azienda. Di forte identità è il “Made in Italy” che giunge come messaggio di eccellenza attraverso i colori della bandiera italiana nel claim abbinato “La famiglia italiana del caffè”.

Il valore della famiglia si conferma essere una delle colonne portanti della filosofia aziendale di Caffè Cartapani e si palesa nella gestione dell’attività oltre che nella amorevole attenzione per ogni singolo chicco che finisce nelle miscele prodotte.

Le iniziative per il settantesimo anniversario di Caffè Cartapani sono già partite presentando un calendario fitto di attività “social”. Novità tutte da apprezzare come la qualità dell’ottimo caffè. Non resta altro che continuare a seguire i canali Facebook (Caffè Cartapani) e Instagram (@caffecartapani) e prepararsi a gustare l’eccellenza: “una miscela sapiente di tradizione e innovazione”.

Apre McDonald’s chiude l’Italia

Apre McDonald’s chiude l’Italia

Una foto. Una metafora. Drammatica. Di tutto il Paese. Cosa riconoscete? Una grande piazza vuota… tanti rider sfruttati e sottopagati in attesa… un McDonald’s di sfondo.

L’immagine ci porta a Brescia, una formidabile e orgogliosa capitale della cucina italiana. Per anni si è opposta al fast food. La sua cucina tradizionale apprezzata per la qualità dei prodotti e per le ricette di tradizione vanta numerosi riconoscimenti. Brescia è l’immagine della concreta e laboriosa impresa lombarda… grazie, diciamolo pure alle nostre care Partite IVA.

La cultura di fare Impresa. Ma adesso con il Covid anche nella ricca Brescia arrivano i problemi. Temo la resa.

Lo vedo in questa immagine presa nel giorno simbolico di protesta dei ristoratori…. Ristoranti chiusi. E locali da asporto aperti. E chi si può organizzare, se non il gigante americano per entrare in “nuovi mercati”? Siamo in Piazza Vittoria… una location che sarebbe straordinaria, ma piegata da scelte scellerate dell’amministrazione comunale. E non voglio certo parlarvi qui del Bigio… Ma dirvi che le Piazze vivono per le funzioni che attivano.

Non si vive e non si muore di solo Covid… Un Mc che vende “cibo spazzatura” attira giovani e tanti emarginati; pone un problema di salute alimentare; porta economia fuori dal territorio. Che piaccia o meno la durezza del linguaggio, è questo il quadro: la ristorazione nostrana soffre e chiude; il modello fast food delle grandi company internazionali cresce. Il franchisee (affiliato) paga il franchisor (il brand)… che è multinazionale.

Dobbiamo dire che da tempo il gruppo punta a supply chain locali. Ma resta una multinazionale. E la foto esprime precariato e comportamenti standardizzati. Non certo continuità e famiglia come un buon ristorante italiano.

Un disastro. Per tutti. Per il territorio. Intanto #ioapro diciamolo pure ha avuto scarso successo. Molte le ragioni. Porsi fuori dalla legge fa sempre paura e spesso è sbagliato. La paura del virus domina oramai le nostre vite. E il cibo ce lo compriamo e ce lo facciamo portare a casa.

Ma quanto durerà? Quanto dureremo così?.

di Massimo Lucidi