Sono 14 i grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro.

A quasi tre mesi dall’esplosione della pandemia Covid-19, il settore Privato dello Spettacolo dal vivo denuncia il proprio stato di crisi tramite l’Atip, neonata Associazione Teatri Italiani Privati, tra i cui soci fondatori è presente anche l’azienda ZED!, proprietaria del Gran Teatro Geox a Padova e del Gran Teatro Morato a Brescia, che vede in prima linea Valeria Arzenton la quale da settimane promuove soluzioni pilota per un ‘Teatro Covid-Free’.

“Le azioni condotte fin qui dal Governo non consentono la riapertura dei Teatri Privati italiani. L’ATIP chiede al più presto un piano di intervento che accompagni le Imprese Culturali private durante questo indefinito periodo di chiusura delle attività di Spettacolo dal vivo. Nonostante il grande sforzo compiuto dal Governo e dalle Istituzioni scientifiche e sanitarie per mettere a punto un piano che ottemperasse alle concrete esigenze e bisogni delle Imprese di Cultura e Spettacolo dal vivo, riceviamo un protocollo di cosiddetta “riapertura” che risulta a dir poco inconsistente e totalmente scollato dalla realtà operativa del settore”.

Sono 14 i grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro. Dall’Augusteo di Napoli al Celebrazioni di Bologna, passando per Gran Teatro Geox a Padova e Gran Teatro Morato a Brescia, il Colosseo di Torino, il Sistina tra quelli di Roma e il Verdi a Firenze, tutti uniti in una richiesta: “Serve una presa d’atto da parte delle Istituzioni sul fatto che il comparto dello Spettacolo dal vivo dovrà restare forzatamente inattivo almeno fino al pieno ritorno alla normalità. ATIP chiede di conoscere nel dettaglio i criteri di divisione del Fondo Emergenze Spettacolo e Cinema istituito dal decreto Cura Italia ed incrementato dal Decreto Rilancio, tra Istituzioni Pubbliche e Imprese Private. Nello specifico si chiede di conoscere la percentuale che verrà destinata agli Enti Lirico-Sinfonici, ai Teatri Pubblici, al settore Cinema e audiovisivo, rispetto a quella rivolta Teatri privati”.

ATIP sottolinea che l’eventuale chiusura delle Imprese di spettacolo private avrà come conseguenza immediata il licenziamento di migliaia e migliaia di lavoratori del comparto e dell’indotto. Senza una presa d’atto che per i Teatri Privati si debba già pensare alla fasi 3 e 4, assisteremo alla inevitabile chiusura di molte Imprese del settore.

ATIP e i suoi iscritti restano a totale disposizione delle Istituzioni e auspicano al più presto di essere coinvolti a pieno titolo nelle sedi in cui si sta decidendo il presente e il futuro delle Imprese Private dello Spettacolo dal vivo.