Johannes Willem Vincent Van Gogh, pittore olandese, autore di quasi novecento quadri e mille disegni oltre a schizzi e imitazioni di disegni di influenza giapponese.
Van Gogh venne fuori dopo l’avvento del Simbolismo quando l’artista sente il bisogno di tirar fuori il suo mondo interiore. Iniziò a pitturare da bambino nonostante le pressioni del padre pastore protestante che gli imponeva norme rigide. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte, campi di grano e cipressi. La sua formazione si deve ai pittori di Barbisan e al messaggio sociale di Jean– Francois Millet. Per capire Van Gogh dobbiamo rifarci alle sue oltre seicento lettere e quaranta di Theo, dove si parla di arte, delle sue teorie pittoriche, del suo sentire, delle sue giornate. Nelle sue lettere parlava e commentava le sue opere. Scrisse lettere anche a Van Rappard, Emile Bernard e alla sorella Wil. Le lettere furono pubblicate per la prima volta dalla vedova di Theo, Johanna Van Gogh – Bonger . Nasce nel 1853 a Groot (Zundert, villaggio del Brabante), da Theodorus Van Gogh, sposato con Cornelia Corbentus. Nel 1873 ebbe una delusione amorosa per Eugene Loyer, figlia della padrona dove alloggiava, già fidanzata. Questo fatto lo portò alla depressione, a trascurare il suo lavoro. Ormai scontento e insoddisfatto va in Inghilterra ad insegnare a Isleworth e sempre qui pronunciò il suo primo sermone ispirato, influenzato dalla chiesa metodista. Desiderava il ritorno a valori francescani e paolini diviso da malinconia, costrizione, mal d’amore e umiltà. In queste parole si trovava racchiuso il pensiero di Van Gogh amante dell’arte ma sempre alla ricerca di una religiosità francescana autentica.
A Londra conobbe le opere di Millet, che lo influenzò molto, Corot, Rembrandt. Intanto nel 1881 incontrò la pittura che gli permise di tramandare il suo messaggio evangelico con essa. Van Gogh produrrà Natura morta con boccale di birra e frutta, Natura morta con zoccoli. A Neunen tenne lezioni di pittura ed elabora il capolavoro del periodo olandese I mangiatori di patate e Natura morta con Bibbia, nato dopo la morte del padre a causa dei continui e forti litigi con il figlio. Il desiderio di conoscere il Mezzogiorno, lo portò ad Arles nel 1888. Qui preso dall’entusiasmo, dalla luce, dal luogo produsse duecento dipinti e cento altre opere tra disegni ed acquerelli da ricordare: La sedia di Van Gogh (1888), la camera di Vincent ad Arles (1888), il caffè di notte (1888), terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles, Notte stellata sul Rodano (1888), la serie dei Girasoli. Entusiasmo, gioia di vivere, ottimismo lo portò a teorizzare una comunità di pittori solidali tra loro. Pensò a Bernard, a Gauguin che riuscì a convincere grazie a Theo, tramite la scelta del luogo pieno di sole e il desiderio di andare in Martinica. Il tempo passava fino ad arrivare alla sera del 27 luglio 1890, una domenica dopo essere uscito per dipingere i suoi quadri nelle campagne si sparò, rientrò sofferente e si rifugiò in camera. A Raveux, che non lo vede rientrare, confessò di essersi sparato. Morì il 29 luglio 1890 dopo una vita tormentata piena di domande senza risposta, bruciata velocemente. La sua arte e lui da lì a poco arrivò al successo grazie alla moglie di Theo. Van Gogh morirà povero da vero pittore vendendo un solo quadro in vita.