Il regista d’opera, erede di Franco Zeffirelli, da Tokyo, durante i lavori dell’opera Mozartiana “Le nozze di Figaro” smonta punto per punto tutte le pagine del Dossier: «osservazioni tese a denigrare un progetto artistico ad esclusivo valore culturale come FCH» e «attacco puntualizzato solo su alcune persone del territorio per una rivalsa e competizione di carattere locale».

 

” […] Sono un membro della commissione artistica di FCH e mi trovo attualmente a Tokyo per la realizzazione di uno spettacolo lirico, Nozze di Figaro di Mozart: un vertice della letteratura musicale di stile italiano. In questa stessa città ho inaugurato qualche anno fa il New National Theatre, un teatro nuovo considerato fra i più avanguardistici e meglio concepiti al mondo, con l’allestimento di un caposaldo della opera lirica italiana, Aida, ammirato e rimasto per lungo tempo in repertorio.

La prego di prendere questa lettera come risposta pubblica alle osservazioni avanzate dal maestro De Carli tese a denigrare un progetto artistico di esclusivo valore culturale quale rappresenta FCH e la Fondazione Facchinetti.

Il maestro liquida il progetto come “culturalmente ingiustificato”.
Come può una entità musicale, che produce musica e teatro, essere considerata culturalmente ingiustificata? Questa affermazione è paradossale e ancor più se pronunciata da una persona che si distingue nell’esercizio della musica come De Carli, perché equivarrebbe a dire che le stesse associazioni musicali, che lui sovrintende e promuove, sono ugualmente ingiustificate.

La musica è un bene umano, necessario allo spirito e alla buona formazione dell’individuo. Io collaboro con la Hilti Foundation che è fortemente impegnata con ingenti somme sul fronte umanitario e culturale, in vari paesi del mondo e principalmente in Venezuela, dove tutti i più grandi musicisti hanno risposto con la loro presenza alla esigenza di formazione ed esercizio musicale (su tutti il maestro Claudio Abbado) per il miglioramento del tessuto sociale e welfare, accompagnati dal plauso di tutte le agenzie internazionali, Nazione Unite in primis.

L’opportunità di creare un hub tecnologicamente dotato e architettonicamente all’avanguardia nel rispetto delle norme ambientali, quale è FCH, che possa creare e ospitare un’ampia scelta di spettacoli musicali e di balletto, è una proposta culturalmente valida e necessaria, così come anche avvallato in questi tempi di emergenza da tutti i più alti rappresentanti dell’arte e della musica italiani e mondiali, nonché dalle amministrazioni politiche e di governo. Questo attacco del maestro De Carli, di un musicista quindi, contro la possibilità di esercitare la musica e di offrirla a una larga comunità è sbalorditivo e non ha giustificazione.

Il maestro Muti è una voce importante di questo stesso coro che promuove il valore sociale ed umano della musica e del teatro, e proprio pochi giorni fa ha rilasciato una sentita e lunga video-intervista su Repubblica con il direttore Maurizio Molinari per sottolineare come la mancanza di orchestre e l’insufficienza di studio e fruizione della musica e del teatro siano elementi di grandissima preoccupazione rispetto ai quali bisogna assolutamente intervenire, con “teatri che devono essere affidati a giovani con l’aiuto degli enti locali, degli imprenditori, delle persone abbienti (sponsors), perché l’Italia ha bisogno di idee e linfa nuova”, indicando l’Italia come “il paese che ha dato nome alle note, inventato il teatro in musica….un paese straordinario che ha abdicato il suo compito di guida in Europa”. Una dichiarazione inequivocabile che proviene dalla massima autorità italiana della musica, ammirata in tutto il mondo, orgoglio della nostra identità artistica di italiani.

Una altra principale obiezione del maestro De Carli riportata nell’articolo è il problema dell’affluenza e riempimento di pubblico di una grande sala come FCH. Su questo punto ho l’impressione che De Carli si limiti a una sua visione “comunale” e limitata a piccoli eventi.

Noi abbiamo preparato un piano triennale di programmazione artistica assolutamente equilibrato tra concerti sinfonici, opera lirica, balletto classico e contemporaneo, concerti pop e musical, rispetto al quale sono già stati individuati i principali artisti che fanno parte del grande circuito a cui noi abbiamo la possibilità e capacità di accedere e che hanno già espresso la loro volontà di partecipare a questo grande polo artistico in Franciacorta.

Non si tratta di una “routine di concerti” mensili come ha divulgato il maestro De Carli, ma di una cospicua proposta artistica di convalidato valore, che è da sostenere e favorire perché di pubblico interesse e di pregio indiscutibile.
Ora non siamo nella fase e tempo di conferenze stampa per la presentazione delle stagioni, che ovviamente avverranno nei tempi normalmente prescritti, ma la linee generali possono essere certamente prese in anticipata e riservata visione dagli amministratori in capo del territorio.

Franciacorta Concert Hall è rivolta a una bacino territoriale ampio, non solo comunale come desumo intende il maestro De Carli, ma interregionale e internazionale: ognuna delle tre stagioni configura delle proposte artisticamente valide e produzioni ammiraglie che sono di indubitabile e straordinario richiamo di grande pubblico. Il programma triennale è stato oggetto di uno studio attento che ha coinvolto più parti della commissione artistica, nella filosofia e mission di creare una larga condivisione artistica per l’ottenimento di massimi risultati.

Riguardo alla inopportunità rappresentata dalla “commistione” dei generi proposti (lirica, pop, danza, eventi speciali), che secondo De Carli è evidenza di “una mancanza di progetti concreti”, vorrei sottoporre alla vostra attenzione che la grande produzione mondiale, attuale e all’avanguardia, va esattamente in questa direzione, cioè nella proposta di molteplici eventi di natura diversa, affinché ogni genere tragga forza e interesse dalla vicinanza dell’altro nel disegno di attrarre e aumentare progressivamente un pubblico nuovo per ogni categoria di genere anno per anno.

Il Kennedy Centre di Washington lavora già da tempo in questa direzione: io vi ho partecipato con due spettacoli operistici e ho potuto verificare il successo di questa offerta ad ampio raggio di eventi differenti tra loro. Ma riguardo all’affluenza di pubblico sottopongo all’attenzione anche quegli spettacoli che furono programmati allo Stadio Olimpico di Roma con l’amministrazione del sovrintendente Escobar del Teatro dell’Opera negli anni 90, che fecero da subito dei numeri di affluenza sbalorditivi, raggiungendo cifre attorno ai dieci mila spettatori, per tutti gli anni di programmazione: io ero alla regia di uno di quegli spettacoli e posso testimoniare che l’attrazione e il successo di pubblico non era dato dalla presenza di una qualsivoglia star (che non c’era), ma dalla compiutezza dello spettacolo in tutte le sue parti, per intenderci, dalla spettacolarità stessa dell’insieme. Con Franciacorta Concert Hall abbiamo una struttura che ha la capacità e possibilità di offrire una spettacolarità dieci volte tanto, per un pubblico vasto come le nostre proiezioni e studi ci indicano potenzialmente possibile.

Il bacino territoriale lombardo è equiparabile a una grande città, come Roma, o meglio ancora come Washington, Los Angeles e Tokyo. Io sono Lombardo-Veneto e vivo a Vicenza: certamente la mia zona (come anche quella che coinvolge Franciacorta) è da considerarsi in una visione più ampia rispetto a una singola città, un territorio costituito da un grande

insediamento urbanistico, un asse che va da Venezia a Sirmione, come una grande metropoli interconnessa perfettamente nei suoi segmenti abitativi, aziendali e turistici.

Riguardo alla concomitanza di generi diversi, oggi sono acclamate le orchestre sinfoniche che programmano brani tratti dalle colonne sonore dei film: non solo la Los Angeles Symphony Orchestra per motivi di vicinanza con Hollywood, ma anche per i Wiener Philamoniker è ormai normale eseguire la partitura di Star Wars di Williams, come anche la musica di Hans Zimmer è entrata nel repertorio classico. Lo stesso Hans Zimmer ha costruito degli spettacoli sinfonici di straordinario successo ed acclamazione proprio nella linea di commistione che non è detrimento, ma arricchimento! Non c’è alcun male o danno nel presentare una programmazione ad ampio spettro ed eterogenea, che è nello stile e proposta artistica delle moderne concert hall del mondo a cui Franciacorta Concert Hall deve essere idealmente associata.

L’ attrattiva del luogo è sicuramente importante per determinare l’interesse e l’affluenza del pubblico come sostiene il maestro De Carli, e la terra di Franciacorta con il fascino del suo territorio rientra in questa categoria. Io posso assolutamente testimoniare per esperienza personale esercitata in tutto il mondo che l’affluenza del pubblico non dipende dalla presenza di una star o più stars: in Arena di Verona ho partecipato a spettacoli non esauriti seppur avessero star del calibro di Domingo e Carreras, e voglio anche riportare le produzioni al Met di New York con cast stellari che non riuscivano a vendere biglietti neppur a un costo ridotto appositamente a 10 USD e una promozione gigantesca, casi avvenuti più volte negli ultimi anni. Il pubblico ha sempre invece risposto copiosamente alle chiamate degli spettacoli quando questi avevano una visione di insieme e completezza, quando vi era una distinta proporzione nella esecuzione musicale, una spettacolarità concordante con l’insieme in un equilibrio delle parti con il tutto.

Dal punto di vista della programmazione artistica FCH rappresenta quella “linfa nuova” auspicata anche dal maestro Muti, ove la Fondazione Facchinetti ha avuto la lungimirante e innovativa idea di creare da tempo una commissione artistica, una tavola rotonda per il concepimento della proposta e offera di spettacoli, formata da membri di differente storia e curricula artistici affinché queste proposte siano le più interessanti e attraenti possibile, fuori da schemi consueti e consunti, se nonché prevedibili. Questo è un atto esclusivo e intelligente che denota una grande capacità direttiva e una visione importante della sovrintendenza della Fondazione Facchinetti, che diventa così capace di raggiungere e di interfacciassi con una grandissima rete di personalità artistiche mondiali, ospiti delle nostre stagioni.

Il maestro De Carli stigmatizza anche l’aspetto o piano economico, trattato “con una superficialità che ha dell’incredibile, presentando frettolosamente delle cifre”. Riguardo a questo punto, sul progetto FCH sono state condotte approfonditissime indagini di mercato e analisi finanziarie da parte di più uffici economici nell’arco di due anni. Proprio perché il finanziamento è a carattere privato, questo ha reso necessario un asset economico preciso e una previsione di spesa senza errori.

Dal dossier viene anche riportato che il maestro De Carli imputa a FCH la intenzione di “confidare in ingenui amministratori che accettano acriticamente” qualsiasi cosa. De Carli opera artisticamente nel territorio, e forse trasferisce una sua personale proiezione e idea dell’amministrazione locale, assolutamente non condivisa.

Come membro della commissione artistica di FCH parlo a nome dell’intera commissione di cui fanno parte le persone citate nell’articolo da De Carli, e anche a nome di altri membri della stessa commissione non citati. Noi assolutamente non giudichiamo le amministrazioni ingenue, riteniamo anzi la loro analisi di grande e necessario valore.

Vengono citati i nomi di alcuni componenti della commissione artistica, e solo su alcuni De Carli si scaglia con giudizi molto severi e offensivi, ingiusti e non corrispondenti, riguardo la loro professionalità. Io voglio con questa mia lettera testimoniare e confermare l’altissima professionalità di tutte le persone coinvolte nella commissione artistica, quelle citate e quelle non, nonché la dirigenza della Fondazione Facchinetti e avanzare il sospetto che in questo attacco, puntualizzato solo su alcune persone del territorio, si nasconda una specie di rivalsa e competizione a carattere locale.

La attività di Franciacorta Concert Hall non ha intenzione di competere con altre entità locali. Le altre istituzioni comunali o intercomunali possono trarre soltanto beneficio da un indotto artistico e di pubblico creato da un polo come FCH.

Attorno a FCH c’è la costituzione di un museo della musica e degli strumenti, e parte importantissima, la costituzione di una Accademia di Formazione per i cantanti, musicisti e mestieri del teatro. Io sono stato docente principale presso l’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala per quindici anni, presso l’Università di Musica Showa di Tokyo dal 2007, che è al primo posto per la formazione operistica in tutto il Giappone con collaborazioni europee e con gli altri paesi asiatici, Cina e Corea, e dal 2017 sono direttore artistico presso la Fundación Nacional Simon Bolivar di Caracas per il programma internazionale di formazione operistica, e da due anni docente principale per l’Opera Studio presso l’Accademia Musicale e Teatrale di Tallinn, con collaborazioni con i conservatori dei paesi nordici.

La attività accademica è assolutamente principale per il ruolo e responsabilità culturale di una entità musicale importante, nonché l’indotto territoriale creato da questa stessa attività accademica è gigantesco e di importanza massima. La struttura della accademica è già dettagliata e precisamente articolata in tutte le sue parti, ed è il frutto della collaborazione intensa di alcuni membri della commissione artistica incluso me stesso.

In conclusione, non sta a noi sottolineare il grandissimo interesse pubblico rappresentato da un hub musicale, teatrale, museale ed accademico nella forma e stile di FCH perché questo si evidenzia da sé. Anche in termini occupazionali è chiarissima la offerta rappresentata da centinaia di possibilità di lavoro. L’indotto sul territorio di un polo culturale di grande livello è gigantesco e questo è altrettanto un aspetto conosciuto da tutti e ben visibile anche in festival estivi ove la presenza del festival rappresenta la sussistenza stessa per l’intero anno del comune o città ospitante.

Ricordo come nella mia città di Vicenza, che accoglie il teatro al chiuso più antico e suggestivo al mondo, il Teatro Olimpico del 1580 di Andrea Palladio, si fosse creata una dialettica accesissima sulla necessità o meno di costruire un nuovo teatro, giudicato inutile, inopportuno, un ennesimo spreco dell’amministrazione, una offesa alla presenza del grandissimo e unico Teatro Olimpico e delle sue rappresentazioni. Il sindaco volle a tutti i costi la costruzione di quel teatro nuovo perché era assolutamente certo della necessità di una offerta culturale alla cittadinanza, voleva creare un luogo per giovani, adulti, per chi ama il balletto, il musical, il pop. Il teatro è stato costruito ed è ritenuto ora dall’intera cittadinanza, in modo assolutamente trasversale, la grande opera di quel sindaco, la sua eccellenza come amministratore. Gli spettacoli sono molteplici e di diversa natura sempre tutti esauriti, mentre al Teatro Olimpico due anni fa si è inaugurata una altra nuova stagione lirica di richiamo internazionale.

Il mio desiderio è che il territorio e le sue parti buone vogliano vedere il valore di una grandissima ed esclusiva opera, unica in Italia, che non può che dar lustro al territorio e alle amministrazioni che l’hanno favorita. Come nella scienza e astrofisica si uniscono i grandi telescopi di tutto il mondo per avere una unica e sola grande visione del cosmo e vedere oltre l’inimmaginabile, galassie lontane all’origine del tempo, anche l’unione e il favore di tutti darà luce a questa grande visione culturale, dove le cittadinanze locali avranno l’opportunità di avere spettacoli esclusivi in un luogo esclusivo, ed unirsi a un altro grande pubblico che ammirerà non solo quegli spettacoli, ma la grandezza del territorio e dei comuni di Franciacorta. […]”