Tironi: “una prima porta d’accesso alle cure psicologiche gratuite sul territorio in favore di tutti i cittadini lombardi”
Brescia, 18 maggio 2022 – Si è tenuto a Brescia, presso l’aula magna del Centro Pastorale Paolo VI, il convegno promosso da Simona Tironi, Vicepresidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, dedicato alla presentazione del Progetto di legge per l’istituzione dello psicologo di base, che prevede di inserire e riconoscere a tutti gli effetti tra le cure primarie con una richiesta di stanziamento regionale quantificato in 12 milioni di euro.
Il progetto di legge di cui sono primi firmatari la Vicepresidente della Commissione Sanità Simona Tironi (Forza Italia), appunto, e il Consigliere regionale Niccolò Carretta (Gruppo Misto – Azione) presentato e illustrato oggi al Paolo VI, nelle prossime settimane sarà all’esame della Commissione Sanità per poi approdare in Aula.
«Questo PdL – ha affermato Tironi – mira a fornire una risposta significativa al forte incremento della domanda e del bisogno psicologico riscontrato soprattutto nel periodo pandemico con l’obiettivo, in una prospettiva stabile e di lungo periodo, di strutturare un’offerta psicologica integrata nel Sistema Sanitario Regionale che possa essere gratuita, tempestiva, appropriata e sempre più vicina ai cittadini e al territorio.»
All’iniziativa sono intervenuti, oltre ai due primi firmatari Tironi e Carretta, anche la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin e Aurora Ramazzotti, conduttrice e creator, scelta come testimonial per il suo impegno e la sua attenzione nel promuovere il tema della salute mentale.
Sono intervenuti, inoltre, Paola Sacchi, Dirigente Struttura Salute Mentale e dipendenze della DG Welfare di Regione Lombardia, Federica Di Cosimo, Prof.ssa USR Lombardia, Paola Cattenati, Responsabile equipe Centro Criaf, Caterina Gozzoli, Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Maria Bussolati, Associazione Itaca Brescia, Silvia Scalvini, psicologa, Roberta Rossi, psicologa psicoterapeuta Irccs Fatebenefratelli, Daniela Speziani, psicologa psicoterapeuta gruppo San Donato, Maria Angela Abrami, responsabile U.O. Psicologia clinica Asst Spedali Civili.
«È un progetto di legge nato dalla proficua collaborazione con gli attori del sistema della salute mentale – ha sottolineato Tironi – con un unico obiettivo: garantire un’efficace e tempestiva risposta al bisogno sempre più emergente del disagio mentale. La pandemia, infatti, ha portato alla luce un evidente stato di disagio soprattutto nelle giovani generazioni che deve essere valutato e curato per tempo per evitare che possa diventare cronico. Il progetto di legge – ha continuato Tironi – non è destinato solo ai giovani che durante la pandemia ne hanno risentito di più, ma anche a quanti ne hanno bisogno, come ad esempio i caregiver, coloro che devono affrontare un percorso di cure importanti, ovvero per coloro che devono affrontare situazioni di vita difficili.»
«Il punto di forza di questo progetto di legge – ha evidenziato Tironi – è che a differenza del bonus psicologico istituito dal Governo prevediamo uno stanziamento adeguato a rendere strutturale la psicologia delle cure primarie, per promuovere il benessere psicologico dei nostri cittadini lombardi. La gratuità, inoltre, è importante perché si stima che circa il 30% dei cittadini che intraprendono il percorso di analisi da uno psicologo lo interrompono per insufficienza economica.»
«Questo progetto di legge – ha concluso Tironi – mira anche a far superare lo stigma persistente nei riguardi della cura della psiche, troppo spesso ancora oggi vista come qualcosa di cui vergognarsi e non ricondotta a un ambito di normalità. Quando riportiamo una frattura, andiamo subito dall’ortopedico senza porci retropensieri: allo stesso modo, se abbiamo male ai nostri sentimenti, dobbiamo andare dallo psicologo. Vogliamo quindi garantire a quanti lo necessitano il necessario sostegno per consentire loro di vivere in un mondo libero dallo stigma e dal disagio mentale.»
«Con questo ulteriore passo – ha aggiunto Carretta – si vuole dare una risposta concreta direttamente all’interno del sistema sanitario regionale che, necessariamente, dopo la pandemia deve tener conto e deve saper tutelare anche la salute mentale.»
«Con oggi – ha concluso Carretta – si apre un percorso di ascolto e di collaborazione con il Terzo Settore, con i cittadini, i professionisti e tutte le forze politiche che intenderanno migliorare una proposta che ho da subito voluto rendere plurale e condivisa e che già prevede una dotazione finanziaria considerevole per rendere efficace, effettivo e concreto un servizio territoriale, gratuito e di facile accesso anche grazie all’istituzione delle Case di Comunità previste dal PNRR del Governo.»
Testimonial dell’iniziativa Aurora Ramazzotti che ha sottolineato come «la legge lombarda per la nascita dello psicologo di base è un primo passo per cambiare culturalmente la percezione che le persone hanno della figura dello psicologo, da sempre avvolta da uno stigma che sembra insuperabile. Dobbiamo impegnarci per ascoltare quanti soffrono di un disagio mentale e non farli sentire meno soli, per prevenire una situazione prima che diventi difficile da curare.»
Anche la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin ha salutato con grande favore l’iniziativa, affermando che «l’inserimento stabile della figura di un professionista psicologo all’interno delle Case della Salute è un obiettivo al quale l’Ordine ha lavorato negli ultimi mesi e rappresenta una rivoluzione virtuosa che risponde al bisogno crescente di attenzione alla salute psicologica di cittadini che fa seguito alla pandemia. Al contempo riconosce la necessità di realizzare dei presìdi di prossimità stabili per ‘normalizzare’ l’accesso alle cure psicologiche, rendendo la cura della salute psicologica davvero accessibile a tutti.»
I contenuti del progetto di legge
Il provvedimento introduce la figura dello “psicologo delle cure primarie”, con l’intento di rendere più facile ai cittadini l’accesso all’intervento psicologico di primo livello, nell’ambito delle strutture di prossimità e in stretto coordinamento con i servizi specialistici. Lo Psicologo delle cure primarie è una figura che opererà all’interno delle Case della Comunità in relazione ai problemi psichici dei pazienti e dei loro familiari e in stretta cooperazione con il medico e le altre figure specialistiche della sanità. Presterà il proprio servizio sia su sollecitazione del medico di base, sia su richiesta spontanea dei pazienti, e il suo compito sarà quello attivare una presa in carico tempestiva tramite un’assistenza psicologica di primo livello. Quando necessario, sarà suo compito procedere con un invio per un’ulteriore consultazione, di tipo psicologico o psichiatrico (invio a cure secondarie e terziarie).
Alla psicologia delle cure primarie vengono assegnate funzioni di prevenzione, diagnosi ed intervento precoce sulle forme di disagio psicologico all’esordio o di minore gravità, e funzioni di orientamento e accompagnamento ai servizi specialistici di secondo livello, ai servizi sociosanitari e sociali, ma anche funzioni di consulenza, valutazione e supporto psicologico in condizioni non richiedono interventi specialistici o prese in carico multidisciplinari di lungo periodo.
Alcuni dati statistici
In Italia oggi solo il 29% della popolazione affetta da depressione maggiore accede a un trattamento entro un anno dall’esordio della patologia. Inviare i pazienti da uno psicologo entro un anno dall’insorgere del disturbo, permetterebbe un intervento efficace che potrebbe evitare di portare alla prescrizione di psicofarmaci.
Un ragazzo su sette tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale: depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le cause principali di sofferenza per questa fascia di popolazione. Nel primo anno della pandemia di COVID-19, 1 giovane su 4 in Italia ha presentato sintomi depressivi e 1 giovane su 5 presenta sintomi d’ansia clinicamente significativi, stime raddoppiate rispetto al periodo precedente alla pandemia. In particolare, è stata registrata difficoltà di concentrazione (76,6%), noia (52%), irritabilità (39%), irrequietezza (38,8%), nervosismo (38%), sentimenti di solitudine (31,3%), disagio (30,4%) e preoccupazioni (30,1%).
Nell’ultimo anno si è manifestata un’alta prevalenza di ansia e sintomi depressivi dovuti alla pandemia stessa, all’isolamento sociale e allo stress dei genitori, con un maggiore rischio di sviluppare sintomi psichiatrici in famiglie a basso reddito, nei tardo adolescenti e tra le femmine.